Europa-Usa 2024: Sfide transatlantiche

Europa-Usa 2024: Sfide transatlantiche



Di Francesco Subiaco e Francesco Latilla


Durante la mattinata dello scorso 18 settembre, all’interno della Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani del Senato, a Roma, si è svolto il nuovo importante evento promosso dalla Fondazione Fare Futuro dal titolo “Europa- USA 2024: sfide transatlantiche”. L’iniziativa, incentrata su una prestigiosa tavola rotonda aperta al pubblico, è stata accolta dal forte interesse dei partecipanti riguardo gli argomenti trattati, offrendo così numerosi spunti di riflessioni per comprendere le principali sfide dello scenario geo-politico che sta attraversando non solo l’Europa, ma l’intero Occidente, tra l’espansione delle autocrazie verso l’Africa e il ruolo dell’India e delle democrazie asiatiche nella definizione di un Occidente non solo geografico, ma soprattutto valoriale. Proseguendo nella sua opera di dibattito, analisi e anticipazione degli scenari che investono nel breve/medio periodo le sfide elettorali del 2024, dalle elezioni europee alle elezioni americane, passando per le elezioni indiane. Una evento promosso dalla Fondazione Fare Futuro, che ha visto la partecipazione di esponenti del Comitato Atlantico, dell’International Republican Institute e dell’Heritage foundation, che è stato aperto dal vicesegretario generale di Farefuturo dott. Nicola Portacci. I lavori si sono articolati in due successivi panel. Il primo, dal titolo “2024 UE e USA: un anno di lezioni sulle due sponde dell’Atlantico“, che ha visto gli interventi di Lucio Malan (Presidente del gruppo di Fratelli d’ Italia al Senato), del vicepresidente dell’Heritage Foundation James J. Carafano e di Thibault Muzergues (“Senior Advisor dell’IRI per la strategia transatlantica”). Un tema che il dottor Muzergues ha affrontato sottolineando il suo punto di vista sulle evoluzioni dello scenario europeo: “Credo sia un cliché parlare di momento chiave in questa fase, dato che sempre ci troviamo in periodi importanti dove bisogna prendere determinate decisioni. Ricordiamo che oltre alle elezioni americane, importantissime, a breve ci saranno anche quelle di molti paesi europei che bisogna tenere d’occhio come quelle in Gran Bretagna e in Spagna. Sicuramente stiamo assistendo ad una nuova ondata conservatrice da parte di quei partiti che, seppur partendo da istanze rivoluzionarie figlie del cosiddetto populismo europeo, per poter gestire l’esistente si sono istituzionalizzati virando verso istanze conservatrici, generaliste e di governo. Il centrodestra non è più quello di 15 anni fa, e oggi il movimento conservatore deve comprendere i cambiamenti che hanno portato ad una nuova fase politica”. Sul tema del ruolo dei conservatori è importante sottolineare quanto espresso dal vicepresidente dell’Heritage Foundation James Carafano sull’importanza del mondo conservatore: “Oggi i conservatori sono la vera alternativa ai populisti. Le risposte che essi offrono partono dalle stesse istanze dei movimenti populisti, ma seguono percorsi differenti. Nelle prossime elezioni il ruolo dei conservatori sarà fondamentale sia negli Stati Uniti quanto in Europa”. Il dibattito del primo panel ha offerto lo spunto per riflessioni, da parte dei Relatori, sui possibili esiti della duplice consultazione elettorale del 2024: quella del prossimo giugno per il rinnovo del Parlamento europeo e quella del prossimo novembre per l’elezione dell’inquilino della Casa Bianca per il quadriennio a venire. Appuntamenti in entrambi i casi cruciali: nel primo, per l’avvenire del nostro Continente in uno scenario europeo e mondiale in profonda evoluzione; nel secondo, per il futuro della prima potenza mondiale e nostro principale alleato: gli Stati Uniti d’America. Il “panel” è stato moderato da Flavia Giacobbe, direttrice di Formiche, i cui quesiti articolati sono stati caratterizzati dalla ricerca di : “Una nuova prospettiva comune tra Italia e Stati Uniti”. Gli indirizzi di saluto sono stati pronunziati dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Sen. Adolfo Urso: “Queste elezioni nei tre continenti riguardano le grandi sfide comuni rispetto alle sfide con le autocrazie e alla creazione di un orizzonte comune. Quella della Russia e quella della Cina. Alla sfida tecnologica ed industriale della Cina l’Europa deve costruire una ulteriore alternativa. Insistiamo affinché l’UE risponda alla sfida cinese con una strategia assertiva rispetto a quella statunitense per un disegno euroatlantico complementare per una comune architettura globale. In questo contesto in alternativa alla ‘Via della seta cinese’, sarà cruciale l’impostazione di una ‘Via del cotone’ capace di unire il Mediterraneo e il sud est asiatico“. Tornando sulla definizione di un nuovo occidente valoriale e non geografico il ministro Urso ha poi sottolineato che è necessario:”costruire un ponte con il Piano Mattei verso l’Africa. In una logica dell’occidente allargato in cui tutte le rotte si intersecano nel Mediterraneo”. Il secondo panel dal titolo “Relazioni transatlantiche: sfide e opportunità”, ha visto gli interventi di Fabrizio W. Luciolli presidente del Comitato Atlantico Italiano e di Velina Tchakarova, analista geopolitica, moderati da Francesco Galietti, co-fondatore e ceo Policy Sonar. Un intervento quello del presidente del Comitato Atlantico Luciolli che ha messo in luce lo scenario di “in-sicurezza globale” in cui siamo immersi puntando l’attenzione sulle nuove sfide della Nato e dell’alleanza comune: “La posizione dell’Italia deve essere oggi inquadrata in una ottica un po’ meno politica, ma sempre più geopolitica e strategica. Se analizziamo, infatti, il ruolo dell’Italia in relazione alle sfide strategiche del Mediterraneo, oggi più complesse e cruciali che in passato, arriviamo alla conclusione che sono finite le eleganti semplicità della guerra fredda, ma anzi oggi ci si prospettano le nuove sfide dal dominio sommerso, della cyber security, delle rotte economiche. In questo scenario occorre guardare ad un occidente allargato che deve guardare alle sfide del futuro con una prospettiva comune capace di affrontare i sommovimenti, potremmo dire tettonici, che ne caratterizzano la complessità. In questa ottica la Nato rappresenta oggi quella che è l’organizzazione internazionale più efficace che la storia abbia mai conosciuto. Riscoprendo la natura squisitamente politica della NATO per avere un focus maggiore sulla difesa collettiva che può avvenire solo attraverso una divisione dei compiti in una prospettiva comune. Una organizzazione in cui tutti devono svolgere il loro ruolo ed in cui solo lo sforzo e soprattutto l’impegno comune dei paesi alleati può affrontare le sfide dei nuovi domini. In questo contesto è quindi fondamentale considerare il discorso del 2% per mantenere la nostra credibilità sul piano internazionale”. Il ministro Tajani, ha inviato un testo con i saluti e gli auspici di buon lavoro, dove ha sottolineato l’importanza di un dialogo intenso e proficuo tra le due sfide dell’Atlantico per la risoluzione delle sfide del futuro. La sessione è stata l’occasione per un confronto a più voci, europee e americane, sul presente e futuro delle relazioni tra le due sponde dell’atlantico. E questo, in una fase di rilancio dell’immagine e credibilità dell’alleanza atlantica sullo sfondo della perdurante guerra di aggressione della Russia putiniana all’Ucraina e del recente collegato allargamento dell’alleanza a Svezia e Finlandia. Al termine del panel l’ambasciatore Gabriele Checchia, responsabile Esteri della Fondazione Farefuturo, ha espresso le sue considerazioni conclusive: “Oggi si sta lavorando ad una prospettiva comune di un occidente allargato trovando nelle democrazie asiatiche un baluardo contro le autocrazie. L’Italia in questo quadro è un governo saldamente in sella che può svolgere un ruolo di intermediario tra i conservatori e i popolari di fronte agli sconvolgimenti dell’Unione Europea. C’è un vento di destra che soffia in Europa, che seppur partendo da istanze populiste in alcuni casi quando vince si istituzionalizza, uscendo così dai movimenti rivoluzionari, riuscendo a farsi forza di governo ed è ciò che sta avvenendo anche nella nostra maggioranza di governo. I popolari sono ancora alla ricerca di una propria collocazione strategica e devono ancora decidere se rinnovare la propria alleanza ad Ursula Von Der Leyen o ad un parlamento volto al centrodestra. L’Italia ha un peso fondamentale all’interno dell’alleanza transatlantica e un’importante conferma ne è la recente elezione dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone a presidente del Comitato militare della Nato“. Considerazioni quelle dei relatori, cruciali per comprendere i cambiamenti della contemporaneità.

Lascia un commento