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Wall Street Journal durissimo su Draghi e l’Italia: “Esita sulle sanzioni nel momento sbagliato”

– Tommaso Alessandro De Filippo

 

“Cracks in Western Resolve on Russia”. Titolo che tradotto significa crepe nella determinazione occidentale sulla Russia, con accanto la foto del premier Mario Draghi. La firma è quella dell’Editorial Board del Wall Street Journal, che aggiunge: “L’Italia esita sulle pesanti sanzioni esattamente nel momento sbagliato”. Gli alleati occidentali sono convinti che Putin attacchi il loro sistema, e quindi fermarlo necessiti di tutti gli strumenti a disposizione, o pensano che l’annessione del Donbass sia una vicenda locale e non valga il rischio di perdere le forniture di gas a buon prezzo? Dalla risposta può dipendere il futuro della democrazia in cui viviamo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Il commento del Wall Street Journal inizia così: «Il presidente francese Emmanuel Macron si è affrettato domenica a cercare di fermare un’invasione russa dell’Ucraina, organizzando un possibile vertice tra il presidente Biden e Vladimir Putin. È difficile capire cosa accetterebbe la Russia, se non concessioni che comprometterebbero la sicurezza della NATO, e nel frattempo l’Italia sta già esitando sulle sanzioni». L’articolo cita le dichiarazioni di venerdì della guida di Palazzo Chigi: «Stiamo discutendo le sanzioni con la UE, e nel corso di queste discussioni abbiamo reso nota la nostra posizione, quella per cui dovrebbero concentrarsi su settori ristretti senza includere l’energia”. Tale resa preventiva è esattamente il motivo per cui Putin ritiene che il prezzo di un’invasione sarebbe inferiore a quanto pubblicizzato». Il WST aggiunge: «L’Italia importa circa il 90% del proprio gas ed è uno dei maggiori clienti di Mosca nel continente. Il leader italiano non vuole che la sua eredità di Primo Ministro di unità nazionale sia offuscata da una crisi energetica, ma favorire l’imperialismo russo sarebbe una macchia molto più grande. L’energia non è l’unica preoccupazione, e Roma non è l’unica capitale europea che potrebbe vacillare sulle sanzioni. La riluttanza della Germania è consolidata e l’Ungheria ha paura. Bandire la Russia dal sistema di compensazione finanziaria Swift è già stato escluso, in quanto potrebbe mettere in pericolo decine di miliardi di dollari in pagamenti a creditori russi in Austria, Francia e Paesi Bassi». In chiusura, un drammatico ammonimento: «Se il massacro si svolgerà, le elites americane ed europee dovrebbero riflettere su come si sono rese nuovamente ostaggi di un dittatore». Le preoccupazioni di Draghi per il gas italiano, così come quelle del cancelliere tedesco e degli altri leader europei e americani, sono tutte legittime e comprensibili, ma è indispensabile pesarle coraggiosamente sulla bilancia della posta in gioco. Se Putin attaccando l’Ucraina punta all’architettura di sicurezza creata dopo la caduta dell’Urss, vuole demolire la Nato ed il sistema democratico, è venuto il momento di compiere ogni sacrificio necessario per fermarlo.

Garanti del liberticidio: così alcuni media “a destra” fanno da grancassa al green pass


Tommaso Alessandro De Filippo
24/10/2021 – Il Primato Nazionale


Roma, 24 ott — Si è spesso dibattuto sull’importanza dei mass-media e sulla loro capacità di coinvolgere il proprio pubblico per instradarlo vero la condivisione di determinate visioni. Più volte abbiamo affrontato il tema su queste colonne, consapevoli che un indirizzo mediatico possa ritenersi efficace se avallato da un fronte comune, figlio di visioni simili. Soprattutto nell’epoca pandemica si è ottenuta ulteriore dimostrazione di quanto appena espresso, dato che la strategia mediatica del governo precedente e dell’attuale è servita alle strategie di condizionamento. Da qui sorge la denuncia delle divisioni che, anche in ambito editoriale e giornalistico, contornano la sfera ideologica della “destra” genericamente intesa. Comportando spesso e volentieri smarrimento e perplessità tra i lettori.

I media conservatori esteri contro il green pass

In primis, possiamo osservare la linea di quasi tutti i quotidiani globali del mondo conservatore, indipendentemente dalle sensibilità interne ad essi, sulle modalità di approccio e lotta alla pandemia. Il Wall Street Journal, il Telegraph e il Times, ad esempio, hanno sin dal principio invitato ad aderire alla campagna vaccinale. Restando però, allo stesso tempo, assolutamente contrari a restrizioni e strumenti come il green pass e l’obbligo vaccinale. Un approccio crediamo efficace ed invero anche condivisibile e che permette di tutelare salute e libertà personali.

In Italia, invece…

Un approccio, quest’ultimo, che non ha invece trovato particolari sponde in Italia. Con la più che lodevole eccezione de La Verità, Il Giornale e Libero hanno incomprensibilmente scelto di ergersi quali garanti del green pass obbligatorio e dei lockdown. Linee editoriali che sono state punite in edicola, dove si è assistito ad un ulteriore calo di lettori. Anche in ragione di ciò, appare utile ribadire che un vero fronte incentrato sulla libera scelta dei cittadini dovrebbe essere quanto più ampio possibile. Sfruttando l’occasione per rilanciare l’ennesimo appello volto al ritrovo di unità e compattezza che possa costruire una seria alternativa — anche in chiave editoriale — al pensiero unico.

Tommaso Alessandro De Filippo