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IERI AL SENATO LA CONFERENZA DI FARE FUTURO SUL FUTURO GEOPOLITICO DELL’ITALIA

– Francesco Subiaco

“L’alleanza atlantica, la crisi ucraina e la sicurezza euromediterranea” sono questi i temi trattati nella conferenza stampa della Fondazione Fare Futuro, in collaborazione con l’International Republican Institute ed il Comitato atlantico, che si è svolta il 14 marzo alla sala caduti di Nassirya del Senato della Repubblica. Una conferenza che ha visto gli interventi del presidente della fondazione Fare Futuro, il Sen. Adolfo Urso, del presidente del Comitato Atlantico, professor Fabrizio Luciolli, del direttore per la strategia Transatlantica dell’IRI, Jan Surotchak, del ministro degli affari esteri Luigi Di Maio e del ministro della difesa Guerini. Interventi che hanno aperto le attività del convegno del 14  e 15 marzo, con oggetto l’analisi e l’interpretazione dei principali fenomeni internazionali, delle prospettive dell’alleanza atlantica di fronte alle sfide che le autocrazie pongono alle democrazie occidentali, del ruolo dell’Europa nel risolvere le crisi e i disordini strategici che stanno sconvolgendo il Mediterraneo allargato e le regioni orientali, attraverso il confronto e l’approfondimento. Idee che si sviluppano nel convegno con le prospettiva di delineare “una comune visione europea ed occidentale che non può prescindere dagli interessi nazionali, capace di coniugare sostenibilità e bisogno di libertà che ci portano ad un cambio di paradigma capace di affrontare la crisi sistemica e i conflitti che stanno sconvolgendo il mondo” come ha sottolineato il presidente Urso nel suo intervento dove ha ribadito “le preoccupazioni per il rafforzamento militare delle autocrazie, come la Russia, nel continente africano, e della competizione sullo sviluppo delle tecnologie e sul controllo del Mediterraneo che pongono nuove sfide all’occidente”. Delle sfide che il nostro paese deve affrontare con la coscienza dei profondi cambiamenti che stanno avvenendo sulla scacchiera internazionale, che di fronte alla tragedia dell’aggressione russa portano “la necessità di ripensare e rivedere le nostre strategie, alla luce dell’adozione del Concetto Strategico e della Bussola europea, auspicando una Nato più europea, ma soprattutto una Unione Europea più capace di ritrovare le proprie radici, i propri valori democratici e liberali, come è accaduto a Kiev. Superando la situazione di inability to act per difendere le nostre democrazie” come ha dichiarato il presidente Luciolli.  Una conferenza che ha sottolineato la necessità di ripensare il Mediterraneo e l’orizzonte comune occidentale, ripartendo dai valori occidentali che in un mondo frenetico e complesso deve saper confrontarsi con gli attacchi delle autocrazie, contrastando l’influenza neoimperiale russa e cinese sui paesi in via di sviluppo e sulle difficoltà del vecchio mondo.

Un evento che come ha affermato l’ambasciatore Gabriele Checchia è un segnale con cui questi tre pensatoi apportano un contributo alla solidarietà euroatlantica alla luce dell’inammissibile aggressione della Russia di Putin, che non ha nulla a che fare con quella Russia che guarda invece alla democrazia e all’Europa, per consolidare la necessaria condivisione dei valori e degli strumenti di difesa, poiché l’alleanza atlantica è un patto esclusivamente difensivo, offrendo il nostro pieno sostegno al popolo ucraino senza arrivare ad uno scontro diretto, pericolosissimo, con la Federazione Russa, coniugando senso di responsabilità con quei valori grecocristiani che sono il simbolo dell’identità occidentale”

DIALOGO CON MANUEL VESCOVI: “PRESIDENZIALISMO E FEDERALISMO SONO LE RIFORME PIÙ URGENTI PER L’ITALIA”

Abbiamo intervistato il Senatore della Lega Manuel Vescovi, volto storico del partito, impegnato da anni nella lotta politica volta ad apportare cambiamenti alla nostra Costituzione. Infatti, Vescovi ha presentato un disegno di legge costituzionale intitolato “Stati Uniti d’Italia” che propone 8 punti per modificare l’assetto istituzionale del paese. I principali sono il Federalismo, storico cavallo di battaglia del Carroccio, ed il Presidenzialismo, che nel corso dell’elezione dell’ultimo Capo dello Stato ha nuovamente dimostrato la propria urgenza.

In che modo prospetta il futuro del centrodestra? Sarà possibile riunire e, magari, unificare la coalizione in vista delle prossime importanti sfide politiche?

Penso che gli incidenti di percorso facciano parte della strada di ogni coalizione ed alleanza. Nella partita del Quirinale purtroppo siamo finiti per dividerci, ma sono certo che compatti ed uniti sapremo affrontare le sfide del futuro.

La riforma del catasto rischia di rivelarsi una pistola carica sul tavolo del prossimo governo, pronta ad aumentare le tasse per cittadini e proprietari d’immobili.
Come intende muoversi la Lega per scongiurare tale pericolo?

È certamente un grande rischio. Come Lega daremo battaglia per scongiurare ogni aumento delle tasse, diretto o surrettizio, per i cittadini ed i proprietari italiani, oggi come in futuro.

Il governo Draghi ha possibilità di arrivare al termine della legislatura o rischia una crisi politica anticipata, dettata dalle divergenze tra i partiti interni alla maggioranza?

Il governo ha attraversato il momento complesso dell’elezione del Capo dello Stato, era plausibile che in tale occasione potessero esserci delle divergenze. Tuttavia, credo che riuscirà a portare a termine il proprio compito, traghettando l’Italia alle elezioni politiche del 2023.

Quali sono i punti cardine della riforma fiscale che proponete da anni?

Intendiamo porre un limite massimo per le tasse in Costituzione. Il vero punto di principio parte dal Federalismo, con cui le regioni diventerebbero piccoli stati con la propria autonomia, in positiva competizione tra di loro e con compiti ben divisi da quelli dello stato federale. Ho presentato una proposta di legge intitolata “Stati Uniti d’Italia” in cui sono contenute queste idee: impostare il limite massimo del 5% delle tasse per i comuni, il 15% per le regioni ed il 10% per lo stato federale.

Con l’eventuale ritocco della legge elettorale vigente c’è il rischio di assistere a delle consistenti modifiche di tipo proporzionale.
Siete contrari ed intendete lottare per evitare tale scenario?

Trovo assurdo che ogni 5 anni si finisca a dibattere della nuova legge elettorale, in base alle percentuali dei partiti. Abbiamo bisogno di concretezza e tagli della burocrazia. Dobbiamo fare in modo che il nostro tessuto sociale possa cambiare e strutturare il futuro del nostro paese in maniera differente, altrimenti non potremo che assistere ad un lento declino di esso. Nel mio disegno di legge sono contenute 8 proposte per stravolgere l’Italia. Le più importanti sono il Federalismo, il Presidenzialismo e l’imprenditività.

In che modo prospetta il mondo dell’istruzione nel prossimo futuro?
DAD e distanziamento sociale rischiano ancora di essere all’ordine del giorno?

Queste problematiche sono state la conseguenza dell’aver burocratizzato una pandemia. Abbiamo prodotto centinaia di migliaia di norme e provvedimenti caotici che hanno lacerato anche il mondo dell’istruzione. La DAD rappresenta un serio danno anche per la socialità degli studenti, oltre che per il loro apprendimento. Sono assolutamente contrario a questo strumento deleterio.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Proseguire nella lotta per il miglioramento del paese. Ho investito tempo e lavoro nella stesura e nell’ideazione del mio disegno di legge costituzionale, pertanto voglio perseguire nel tentativo di ottenerne l’approvazione.

SEN. DARIO DAMIANI : “LA RIPARTENZA PASSA PER MENO TASSE E LIBERTÀ D’IMPRESA”

Abbiamo intervistato il Sen. Dario Damiani, esponente parlamentare di Forza Italia, impegnato nella difesa di territori e comunità, in cui vede ancora oggi la strada per la rinascita nazionale. La necessità di ottenere un netto taglio delle tasse, maggiore libertà d’impresa e la partita politica del Quirinale sono state le principali tematiche trattate durante il dialogo con lui.

Ritiene che il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 marzo sia uno strumento utile per contrastare la problematica sanitaria?

È evidente che tutti noi vorremmo lasciarci prima possibile alle spalle questa situazione che ci obbliga a ricorrere a strumenti straordinari come lo stato di emergenza, ma purtroppo anche le incognite legate alla variante Omicron, altamente contagiosa, per il momento ci costringono a tenere molto alta la guardia, per non perdere gli eccellenti risultati raggiunti finora dal nostro Paese nella lotta al virus grazie a una campagna vaccinale considerata un modello nel mondo.

In che modo prospetta la partita politica dell’elezione del Capo dello Stato?

Finalmente stavolta il centrodestra, a differenza delle precedenti elezioni, ha i numeri in Parlamento per poter dare la sua indicazione di rilievo nella partita per il Quirinale. Sono certo che sapremo aggregare intorno alla nostra proposta anche altri importanti apporti.

Di che misure economiche e sociali avrebbe bisogno l’Italia, al fine di ottenere una piena ripartenza?

Le misure per la ripartenza sono quelle che Forza Italia propone fin dall’inizio di questa drammatica crisi sanitaria ed economica. Rivendichiamo, infatti, la nostra coerenza nelle proposte, le stesse sia dall’opposizione che adesso in maggioranza. Tra queste, in primis il taglio delle tasse, e finalmente dopo quasi 50 anni abbiamo ottenuto la revisione delle aliquote IRPEF. La strada maestra per la ripresa è liberare risorse che diano a famiglie e imprese maggiori opportunità di spesa e investimenti.

Sarebbe favorevole ad una maggiore unità delle tre forze di centrodestra, nell’ottica della creazione futura di un partito unico?

Il centrodestra è nato 27 anni fa grazie alla straordinaria intuizione e lungimiranza politica del nostro Presidente Silvio Berlusconi, per cui sono favorevole ad una ulteriore modalità di unità, anche nella prospettiva di un partito unico, magari attraverso lo step intermedio della federazione.

In che modo sarebbe per lei possibile avvicinare le nuove generazioni alla politica?

La mia generazione è stata purtroppo l’ultima a formarsi politicamente nelle sedi di partito, attraverso il confronto diretto fra opinioni ed esperienze. Oggi questo non accade quasi più e negli ultimi anni anzi è passata addirittura l’idea che si possa fare politica senza un’adeguata formazione. Al contrario, invece, ritengo che competenze specifiche e formazione “sul campo”, sui territori, siano indispensabili. Con l’avvento del web, dei social, tutto il mondo della comunicazione, compresa quella politica, è cambiato. Si tratta di strumenti che possono rappresentare un’opportunità, un canale per intercettare l’interesse dei giovani e avvicinarli alla politica.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Mi auguro di continuare a occuparmi di politica in ambito nazionale, come ho l’onore di fare da quasi quattro anni, mantenendo sempre ben saldo il rapporto con il mio territorio a beneficio della crescita e dello sviluppo delle nostre comunità.