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TRA EMERGENZA SANITARIA E POLITICAMENTE CORRETTO: DIALOGO CON MICHEL DESSÌ

Abbiamo intervistato Michel Dessì, affermato giornalista di Mediaset, impegnato nel racconto del paese sin dal principio dell’emergenza sanitaria. A quasi due anni dall’arrivo in Italia del Coronavirus, afferma di osservare situazioni simili a quelle dell’inizio della pandemia. Gli interi comuni desolati, i cittadini poco informati sulle disposizioni governative ed il clima di ansia sociale che stiamo nuovamente vivendo sono dimostrazione lampante di come la vera ripresa debba ancora cominciare. Pertanto, l’ascolto di analisi, esperienze e prospettive di Dessì rappresenta per noi una preziosa fonte d’informazione.

Sin dal principio dell’emergenza pandemica hai raccontato la situazione del paese reale, attraversando desolazione e difficoltà. Che sensazioni, emozioni e stati d’animo ricordi maggiormente di questo periodo professionale?

È difficile raccontare un momento preciso. Ho vissuto delle sensazioni che erano insieme di paura, ansia ed incertezza. Quel che più mi rattrista è che oggi sembra di essere tornati al punto di partenza, dato che osserviamo nuovamente molte città vuote ed attivita lavorative chiuse. Per raccontare l’emozione più forte di questo percorso menzionerei l’entrata nelle terapie intensive: all’interno di quei luoghi si è materializzato il covid. Mi ha impressionato vedere gente sofferente, con gravi difficoltà respiratorie, che poi purtroppo è morta.

Ritieni che la categoria giornalistica nel suo complesso abbia svolto un buon lavoro comunicativo ed informativo durante l’emergenza?

I giornalisti raccontano quel che avviene nel paese, non è affatto vero che siano dei terroristi. Ad esempio, se il CTS o qualche autorità governativa utilizza messaggi e prende decisioni confusionarie, che vengono poi riportate dai giornalisti, non è certo colpa della categoria il caos in questione. Essa non fa altro che rendere pubblico ciò che viene deciso ed introdotto da altri, raccontando anche le difficoltà di alcuni ambienti nazionali, come quello sanitario.

In che modo e quanto tempo fa hai deciso di intraprendere la carriera da giornalista?

Avevo circa 18 anni e già nell’ambiente scolastico mi appassionai ai progetti giornalistici dell’ambiente, attraverso le consuete riviste liceali. Tuttavia, con gli anni la mia passione si è ampliata ed evoluta, dandomi possibilità di acquisire esperienza lavorativa in redazioni di giornali e studi televisivi locali, fino ad arrivare a Mediaset di cui sono attualmente collaboratore.

Da narratore ed osservatore quotidiano di politica ed istituzioni che considerazioni hai maturato riguardo l’ambiente?

Credo che la politica sia cambiata molto nel corso degli anni. Ad esempio, in occasione dell’ormai consueto dibattito relativo alla partita del Quirinale mi è capitato di intervistare anche esponenti della Prima Repubblica. Ho riscontrato tra essi ed i rappresentanti attuali delle istituzioni una differenza abissale. Molti esponenti odierni sembrano impreparati ed avulsi dal mondo di cui fanno parte, non avendo nulla a che vedere con la vecchia politica. Pertanto, abbiamo assistito alla trasformazione di tali personaggi che da fermi oppositori della casta ne sono entrati pienamente a far parte. Come dimenticare Roberto Fico che il primo giorno da Presidente della Camera arrivò in autobus a Montecitorio, mentre ora è circondato da due auto di scorta, cosa per di più giusta perchè testimonianza dell’istuzione che rappresenta. È quì che si concentra la stortura: c’e un odio anche verso la forma che certi incarichi dovrebbero mostrare, venuto poi meno in maniera ipocrita dinanzi all’opportunità personale.

Come giudichi il politicamente corretto? Credi che sia diventato uno strumento limitativo della libertà d’espressione anche per la vostra professione?

Per me il politamente corretto è letteralmente una puttanata! Non capisco dove sia l’offesa in espressioni ed intercalari che hanno sempre fatto parte delle tradizioni di un territorio. Ritengo che sia ingiusto impedire determinate terminologie, andando di fatto a censurare dei comportamenti che non dovrebbero far risentire nessuno. Io continuo a comportarmi come sempre, non condivido tale condizionamento che è diventato ideologico. Tuttavia, in ambito lavorativo si è costretti a prestare maggiore attenzione per non rischiare delle problematiche, dato che parte del pubblico potrebbe offendersi dinanzi a determinati utilizzi del linguaggio.

Come prospetti il futuro della coalizione di centrodestra? Riuscirà a mantenere e magari ad ampliare la propria unità politica?

Penso che dipenderà tutto dalla partita politica del Quirinale. Il centrodestra ha convenienza ad essere unito anche in futuro per ottenere maggiore peso politico. Per l’elezione del Capo dello Stato servirà trovare compattezza attorno ad un nome, dato che sarà fondamentale non dividere i partiti.

In chiusura, quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Da cristiano, cattolico e praticante non ritengo di poter sapere o programmare pienamente il mio futuro, lo scoprirò vivendo. Nel frattempo mi concentro sul mio lavoro attuale che mi rende felice e che spero di portare avanti con buoni risultati.

SEN. FIAMMETTA MODENA: “CENTRODESTRA VINCENTE SOLO SE UNITO. SUL QUIRINALE POSSIAMO INCIDERE”

Abbiamo intervistato la Sen. Fiammetta Modena, storico membro di Forza Italia, da decenni impegnata nella formazione delle classi giovanili. Pertanto, l’ascolto delle sue analisi e prospettive politiche rappresenta per noi fonte di valore. La partita del Quirinale, il futuro del centrodestra e la necessità di tagliare le tasse sono state le principali tematiche affrontate durante il nostro dialogo con lei.

Ritiene che il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 marzo sia uno strumento utile per contrastare la problematica sanitaria?

Sì perché allo Stato di emergenza si sono collegate una serie di strutture e procedure, a cominciare da quelle del Commissario Figliuolo. Con le varianti imprevedibili e la necessità dei richiami delle vaccinazioni il prolungamento dello stato di emergenza è inevitabile.

In che modo prospetta la partita politica dell’elezione del Capo dello Stato?

Un banco di prova per le forze politiche, ad iniziare dal Centro destra che ha grandi possibilità di incidere, come mai avvenuto in passato, se rimane unito.

Di che misure economiche e sociali avrebbe bisogno l’Italia, al fine di ottenere una piena ripartenza?

Le misure sono in atto: la manovra economica è espansiva, rivede le aliquote, elimina l’Irap. Grazie al Pnrr abbiamo una serie di Fondi che vanno dal sostegno sociale alla innovazione. Non servono “nuove” misure. Bisogna far funzionare tutto ciò che è già in campo.

Sarebbe favorevole ad una maggiore unità delle tre forze di centrodestra, nell’ottica della creazione futura di un partito unico?

Teoricamente questo è il nostro obiettivo. La stagione passata è stata complessa, sia per il Governo Giallo Verde che per la formazione del Governo Draghi. Il dato di fatto è che il Centro destra vince solo se unito, le elezioni regionali più recenti lo insegnano. Ciò non toglie che sia una coalizione ove il ruolo dell’area moderata, rappresentata da Forza Italia, deve essere centrale e determinate a partire dai contenuti.

In che modo sarebbe per lei possibile avvicinare le nuove generazioni alla politica?

Chi dice che sono distanti? Hanno modelli di partecipazione diversi, non comprensibili per motivi generazionali. Sono attenti, elaborano e costruiscono un futuro. Quindi si occupano di politica.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Nessuno. Vivo questa esperienza parlamentare intensamente, giorno per giorno.

DA ATREJU AI CONSERVATORI EUROPEI: L’ON. PAOLA FRASSINETTI RACCONTA CRESCITA E FUTURO DI FRATELLI D’ITALIA

Fratelli d’Italia rappresenta una realtà politica nazionale ben assodata.           Dopo anni di opposizione, il partito ha subito una crescita esponenziale che ne ha ampliato sempre maggiormente credibilità, fiducia da parte degli elettori e reti di rapporti internazionali.
Infatti, Giorgia Meloni ricopre attualmente il ruolo di Presidente dei Conservatori e Riformisti Europei, principale contenitore delle forze mondiali che si riconoscono nel conservatorismo.
Al fine di ascoltare prospettive ed analisi riguardanti Fratelli d’Italia ed il suo futuro abbiamo intervistato l’On. Paola Frassinetti, esponente storico e di spicco della forza politica. La recente edizione di Atreju, il prolungamento dello stato d’emergenza ed il futuro del centrodestra sono stati i principali argomenti trattati.

Si è da poco conclusa la vostra festa annuale. Ritiene che Atreju sia diventata occasione di dibattito e confronto per tutte le forze politiche nazionali?

Questa edizione di Atreju è stata per una settimana il centro della politica italiana. Va riconosciuta a Giorgia Meloni la capacità di aver organizzato dibattiti di grande attualità, su argomenti che interessano gli italiani. Tutti i maggiori protagonisti della politica sono intervenuti ad Atreju dimostrando ancora una  volta come FdI sia un partito fondamentale ed imprescindibile nel nostro panorama politico.

Quali sono le vostre prospettive per la partita politica dell’elezione del Capo dello Stato?

Siamo consapevoli che questa volta il centrodestra sarà determinante per l’elezione del Capo dello Stato.
Riteniamo importante la coesione della coalizione per gestire bene questo  fondamentale e delicato passaggio. L’obiettivo è quello di eleggere un Presidente che sia un vero Patriota e che garantisca il più possibile, in modo imparziale, l’equilibrio politico.

Come valuta il prolungamento dello stato d’emergenza da parte dell’esecutivo?

Non ha senso prorogare l’emergenza, basterebbe usare le normali regole usate fino ad ora per gestire la pandemia.
Non si può dichiarare di aver raggiunto gli obiettivi con i vaccini, il green pass ed il super green pass, avete le terapie intensive e le ospedalizzazioni sotto controllo e poi ritenere ancora che sia necessario il prolungamento dello stato di emergenza.
Il Governo dovrebbe ammettere il proprio fallimento.

Quali sono le proposte di Fratelli d’Italia per ottenere una piena ripartenza economica nazionale?

Per rilanciare la nostra economia innanzitutto crediamo sia necessario effettuare investimenti produttivi fondamentali, ci vuole una manovra espansiva piuttosto che delle misure assistenzialiste come il reddito di cittadinanza.
Sarebbe inoltre necessaria  la riduzione del cuneo fiscale per aumentare il potere d’acquisto degli italiani.
Va inoltre varata una riforma fiscale incisiva per alleggerire la tassazione alle imprese, al fine di creare nuova occupazione.

Sareste favorevoli ad un maggiore avvicinamento dei gruppi politici di destra al Parlamento Europeo?

Giorgia Meloni è Presidente dei Conservatori Europei ed ha subito indicato  nell’ECR il ponte naturale tra quella parte di PPE che soffre l’eccessivo schiacciamento sulle posizioni della sinistra e i gruppi sovranisti che rischiano di rimanere isolati. Continuiamo a lavorare su questa prospettiva, senza fusioni a freddo tra gruppi parlamentari ma con l’idea costante di rafforzare l’alternativa di destra nelle istituzioni europee.

L’ex sindaco di New York, Rudy Giuliani, ha parlato di “tempo per i conservatori al governo italiano” durante il suo intervento ad Atreju.
Sarà possibile costruire, da quì alle elezioni, una proposta conservatrice compatta ed in grado di governare?

Certamente! FdI ha sempre in questa legislatura avuto il ruolo di opposizione, questo non gli ha impedito però di farsi promotrice di proposte per migliorare le condizioni di vita degli italiani in campo economico, sociale, culturale. Per questo siamo consapevoli di avere tutte le carte in regola per governare l’Italia.