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Dopo l’elezione del capo dello Stato, quali stravolgimenti parlamentari?



La legislatura vigente ha sin dal principio abituato a stravolgimenti politici, cambi di casacca e creazione di maggioranze governative inedite. Nella storia repubblicana mai si era assistito ad una così ravvicinata serie di colpi di scena, ridefinizione delle correnti partitiche ed equilibri interni agli esecutivi.

L’elezione del Capo dello Stato e i possibili sviluppi

Pertanto, da parte di ogni analista ed osservatore non appare più esserci sorpresa dinanzi alle possibilità di assistere ad ulteriori cambiamenti interni all’agorà politica nazionale. Anche in ragione di ciò, è probabile che una nuova occasione per osservare alleanze fino ad oggi impensabili sia l’elezione del Capo dello Stato, che avrà inizio il prossimo 24 gennaio. Da parte di numerosi leader di partito è già trapelata l’intenzione di sviluppare accordi con le controparti per eleggere al Colle una figura politica ed istituzionale ritenuta di riferimento. Come accaduto durante la formazione del governo attuale, anche con la possibile elezione di Mario Draghi al Quirinale potrebbero nascere vicinanze tra partiti storicamente distanti.

Renzi nuovamente al centro della scena

L’ago della bilancia per l’elezione del Capo dello Stato appare essere nuovamente Matteo Renzi, forte di un nucleo di parlamentari utile ad entrambi gli schieramenti per provare a raggiungere la maggioranza necessaria il giorno del voto. Infatti, il senatore fiorentino ha dato prova di voler svolgere il ruolo di giostraio nel corso dell’elezione del Capo dello Stato, nel tentativo di accasarsi successivamente all’interno di una delle coalizioni principali. Occasione che non soltanto Renzi vorrà cogliere, dato che numerosi esponenti del gruppo misto saranno intenzionati a barattare il proprio voto in cambio di garanzia di un futuro politico. Infatti, con il taglio dei parlamentari saranno in diverse centinaia a non essere rieletti in nessuna delle due Camere. Ulteriore motivazione che prospetta novità una volta superata la partita del Quirinale, soprattutto se si sceglierà di proseguire sino alla scadenza naturale della legislatura.

Tommaso Alessandro De Filippo

ALBERTO CIAPPARONI: STORIA DI UN GIORNALISTA CONTROCORRENTE

Alberto Ciapparoni è tra i giornalisti con la più vasta esperienza e conoscenza dell’ambito politico, maturata nel corso della sua ventennale carriera professionale, incentrata principalmente sulle dinamiche parlamentari. Negli scorsi anni ha pubblicato “A spasso per Montecitorio” in cui racconta aneddoti, esperienze e retroscena interni ai nostri “palazzi del potere”. Ad oggi, è responsabile politico per l’emittente radiofonica RTL. Abbiamo ammirato il coraggio dimostrato nella conferenza stampa del 22 dicembre, in cui ha pungolato il premier Mario Draghi sulle proprie sviste e contraddizioni comunicative, relative nel merito alle dichiarazioni dei mesi scorsi sul Green Pass, tradite dai fatti e dalle recenti decisioni dell’esecutivo. Pertanto, aver dialogato con lui, ascoltandone analisi e prospettive è stata per noi opportunità preziosa e formativa.

La sua domanda rivolta a Mario Draghi, nel corso della conferenza stampa di fine anno, ha suscitato clamore mediatico. Ritiene che il premier abbia commesso degli errori comunicativi nel trattare la tematica del Green Pass ed, in generale, dal suo arrivo a Palazzo Chigi?

Si! Sul piano comunicativo penso siano stati commessi degli errori, perchè ritengo che l’autorevolezza di un capo di governo dipenda anche dalla capacità di riconoscere sviste ed errori, correggendosi in seguito. Pertanto, ammetto che mi sarei aspettato risposta differente dal premier, che è stato elegante nel porsi ma ha commesso un errore comunicativo.

In passato ha pubblicato il libro “A spasso per Montecitorio” dove sono raccolti aneddoti e retroscena della vita politica, frutto della sua esperienza ventennale di giornalista parlamentare. Qual è il ricordo più intenso e piacevole che ha di tale ambiente?

Potrei raccontare tanti episodi riguardanti deputati, colleghi giornalisti, esponenti di partito o addirittura commessi e funzionari parlamentari. Fare una classifica degli episodi è di fatto impossibile, sono insiemi di ricordi e vissuti che formano poi il proprio background professionale.

In che modo è nata la passione che l’ha poi condotta verso l’ambito giornalistico?

Nacque con Montanelli, leggendo i suoi articoli e libri, ricevuti in regalo dai miei genitori. La mia ambizione era di avvicinarmi alla sua caratura sul piano della competenza, anche se ciò è impossibile. Tuttavia, sono riuscito a diventare un giornalista e dunque ritengo che il mio sogno si sia realizzato.

Da navigato giornalista parlamentare, in che modo prospetta l’elezione del Capo dello Stato?

È difficile prevedere l’esito di una partita politicamente così complessa, le brutte figure potrebbero essere dietro l’angolo. Sin dal suo arrivo a Palazzo Chigi ho sempre sostenuto che il vero obiettivo di Mario Draghi fosse quello di farsi eleggere al Quirinale. Resto convinto della papabilità di tale scenario. I toni ed i modi utilizzati nella conferenza stampa di fine anno dimostrano nuovamente come questa sia la sua intenzione.

Che tipo di persona è Alberto Ciapparoni al di fuori dell’ambito lavorativo? Che interessi e passioni cura?

Sono una persona normalissima che ama il calcio e lo sport in generale. Pratico attività sportiva, che rappresenta uno sfogo rispetto agli impegni lavorativi ed alle tante difficoltà quotidiane della vita.

Come prospetta il futuro della coalizione di centrodestra? Riuscirà a mantenere e rafforzare la propria unità politica?

Credo che la coalizione sia giunta ad un momento cruciale, dove ad interpretare un ruolo fondamentale sarà nuovamente Forza Italia. Nonostante Berlusconi venga considerato “immortale” bisogna attendersi che prima o poi la sua parabola politica volga al termine. Pertanto, il futuro del cdx dipenderà dall’evoluzione degli azzurri e dalla capacità di Salvini e Meloni di instaurare un buon rapporto con l’Europa. In tal caso sarà possibile costruire un proficuo progetto futuro, in alternativa si rischia di veder sfumare anche la possibile prospettiva unitaria.

In chiusura, quali sono i suoi progetti per il futuro?

Continuare a svolgere il mio lavoro per lungo tempo, che nonostante le difficoltà resta per me passione e fonte di divertimento.

ON. SILVIA COVOLO: “PER LA PARTITA DEL QUIRINALE AUSPICO AMPIA CONVERGENZA TRA I PARTITI”

Abbiamo intervistato l’On. Silvia Covolo, membro parlamentare della Lega, impegnata in Commissione Finanze.
L’ascolto delle sue analisi e prospettive è stato prezioso e formativo, al fine di comprendere maggiormente le dinamiche istituzionali italiane.
Legge di bilancio, futuro del centrodestra e partita politica del Quirinale sono stati gli argomenti principali affrontati durante il dialogo.

Che conseguenze comporteranno le misure presenti nella Legge di Bilancio?

La manovra economica è espansiva, destina molte risorse al taglio delle tasse (8 miliardi), favorisce gli investimenti e contiene misure a sostegno della domanda, anche attraverso gli aiuti a famiglie e imprese contro i rincari del costo dell’energia. La legge di bilancio va letta in coordinamento con il piano di attuazione del PNRR e con il decreto fiscale, convertiti di recente dal Parlamento, che contengono anch’essi importanti interventi per la ripartenza di un paese provato dall’emergenza covid.

Quali sono le proposte della Lega per ottenere una piena ripartenza economica e sociale?

È anche grazie al lavoro del Gruppo Lega che gli 8 miliardi di taglio delle tasse sono stati destinati all’abolizione dell’irap e alla revisione delle aliquote iperf, ridotte da 5 a 4. Stiamo lavorando anche alla delega fiscale, che approderà alla Camera a metà gennaio. Insistiamo in particolare perché non vengano rivisti i valori catastali per aumentare l’imposizione fiscale sugli immobili. È anche grazie alla Lega che il superbonus 110% e il sismabonus sono stati prorogati senza limiti isee. Abbiamo insistito per la dilazione di 6 mesi del termine di pagamento delle cartelle esattoriali notificate nel primo trimestre 2022. Infine, tra le misure destinate al sociale, ricordo le risorse stanziate per l’autismo e i 5 miliardi di euro di indennizzi per i lavoratori fragili, rimasti in malattia perché non è stato concesso loro di lavorare in modalità smart working.

In che modo prospetta la partita politica del Quirinale?

Auspico semplicemente che ci sia la più ampia convergenza su un nome, già dalle prime votazioni. Eventuali spaccature in questa fase denoterebbero la mancanza di una maggioranza idonea a sostenere un Governo. Premesso che non si è mai parlato di nomi al nostro interno, apprezzo molto l’iniziativa di Matteo Salvini, che sta cercando di interloquire con tutti gli altri segretari di partito per individuare un candidato comune, possibilmente con l’appoggio di Fratelli d’Italia, ora all’opposizione. Se si dovesse proporre Mario Draghi, penso che i voti dovrebbero convergere su di lui dalla prima seduta, anche se io personalmente non ho colto la volontà di candidarsi per il Quirinale, nel suo discorso di fine anno del 22 dicembre scorso. Penso abbia voluto semplicemente dire che senza unità di intenti tra i partiti che sostengono il Governo non si va da nessuna parte.

Come valuta la possibilità di includere nuove restrizioni sociali, soprattutto per i cittadini non vaccinati?

Se proprio non fosse possibile introdurre un vero e proprio obbligo vaccinale, a mio avviso occorrerebbe introdurre misure più restrittive per i non vaccinati. È pur vero che – allo stato – esiste libertà vaccinale, ma è altrettanto vero che il vaccino previene forme gravi di malattia, tanto che le terapie intensive sono occupate da soggetti non immunizzati o da soggetti vaccinati fragili, che convivono con i non vaccinati. La sanità deve potersi occupare anche di altre patologie, non solo di covid…La variante omicron è molto contagiosa, soltanto 3 dosi di vaccino prevengono il rischio. La somministrazione è gratis e la campagna vaccinale ha visto migliorare la propria organizzazione nel corso degli ultimi mesi: si può richiedere la prima dose anche senza prenotazione, nella mia Ulss (la Ulss 7 Pedemontana) anche i bambini da 5 a 11 anni possono ricevere il siero semplicemente venendo accompagnati negli hub vaccinali. Penso che sia l’unica soluzione per non fermare l’economia e per evitare quarantene di lavoratori e di studenti.

Sarebbe favorevole ad una maggiore unità dei partiti del centrodestra, magari nell’ottica futura della creazione di un partito unico?

Vedo difficile formare un partito unico del centro destra, ma rimango dell’avviso che il dialogo costante tra Salvini, Berlusconi e la Meloni non possa che essere positivo e proficuo, anche se dovessimo tornare finalmente al Governo.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Dato che manca poco più di un anno alla fine naturale della legislatura, sto cercando di chiudere tutte le partite che avevo in piedi: sono molto soddisfatta perché, con il Consiglio di Giurisdizione della Camera, di cui faccio parte, abbiamo dato una risposta agli oltre 1000 ex deputati che avevano presentato ricorso contro il taglio dei vitalizi, con una soluzione equilibriata e rispettosa delle varie istanze da considerare. Sto cercando di dare risposta ai vari solleciti che provengono dal mio territorio con interrogazioni, ordini del giorno, emendamenti. Non so cos’altro mi riserverà il futuro, intanto sono concentrata sul presente e sulla fine di questo mandato.

SEN. DARIO DAMIANI : “LA RIPARTENZA PASSA PER MENO TASSE E LIBERTÀ D’IMPRESA”

Abbiamo intervistato il Sen. Dario Damiani, esponente parlamentare di Forza Italia, impegnato nella difesa di territori e comunità, in cui vede ancora oggi la strada per la rinascita nazionale. La necessità di ottenere un netto taglio delle tasse, maggiore libertà d’impresa e la partita politica del Quirinale sono state le principali tematiche trattate durante il dialogo con lui.

Ritiene che il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 marzo sia uno strumento utile per contrastare la problematica sanitaria?

È evidente che tutti noi vorremmo lasciarci prima possibile alle spalle questa situazione che ci obbliga a ricorrere a strumenti straordinari come lo stato di emergenza, ma purtroppo anche le incognite legate alla variante Omicron, altamente contagiosa, per il momento ci costringono a tenere molto alta la guardia, per non perdere gli eccellenti risultati raggiunti finora dal nostro Paese nella lotta al virus grazie a una campagna vaccinale considerata un modello nel mondo.

In che modo prospetta la partita politica dell’elezione del Capo dello Stato?

Finalmente stavolta il centrodestra, a differenza delle precedenti elezioni, ha i numeri in Parlamento per poter dare la sua indicazione di rilievo nella partita per il Quirinale. Sono certo che sapremo aggregare intorno alla nostra proposta anche altri importanti apporti.

Di che misure economiche e sociali avrebbe bisogno l’Italia, al fine di ottenere una piena ripartenza?

Le misure per la ripartenza sono quelle che Forza Italia propone fin dall’inizio di questa drammatica crisi sanitaria ed economica. Rivendichiamo, infatti, la nostra coerenza nelle proposte, le stesse sia dall’opposizione che adesso in maggioranza. Tra queste, in primis il taglio delle tasse, e finalmente dopo quasi 50 anni abbiamo ottenuto la revisione delle aliquote IRPEF. La strada maestra per la ripresa è liberare risorse che diano a famiglie e imprese maggiori opportunità di spesa e investimenti.

Sarebbe favorevole ad una maggiore unità delle tre forze di centrodestra, nell’ottica della creazione futura di un partito unico?

Il centrodestra è nato 27 anni fa grazie alla straordinaria intuizione e lungimiranza politica del nostro Presidente Silvio Berlusconi, per cui sono favorevole ad una ulteriore modalità di unità, anche nella prospettiva di un partito unico, magari attraverso lo step intermedio della federazione.

In che modo sarebbe per lei possibile avvicinare le nuove generazioni alla politica?

La mia generazione è stata purtroppo l’ultima a formarsi politicamente nelle sedi di partito, attraverso il confronto diretto fra opinioni ed esperienze. Oggi questo non accade quasi più e negli ultimi anni anzi è passata addirittura l’idea che si possa fare politica senza un’adeguata formazione. Al contrario, invece, ritengo che competenze specifiche e formazione “sul campo”, sui territori, siano indispensabili. Con l’avvento del web, dei social, tutto il mondo della comunicazione, compresa quella politica, è cambiato. Si tratta di strumenti che possono rappresentare un’opportunità, un canale per intercettare l’interesse dei giovani e avvicinarli alla politica.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Mi auguro di continuare a occuparmi di politica in ambito nazionale, come ho l’onore di fare da quasi quattro anni, mantenendo sempre ben saldo il rapporto con il mio territorio a beneficio della crescita e dello sviluppo delle nostre comunità.

Quei tre centristi che vorrebbero rifarsi al riformismo (senza successo)


Tommaso Alessandro De Filippo
26/09/2021 – Il Primato Nazionale


Roma, 26 set – Abbiamo assistito nel corso degli anni alla creazione di una nuova alleanza situata al centro del panorama politico nazionale, composta dalla triade Italia Viva, +Europa ed Azione. Formazioni compatibili per programmi e visioni della società, principalmente incentrate sulla vicinanza alle idee dell’Unione Europea ed all’ambientalismo ideologizzato. Tuttavia, è usuale ascoltare le dichiarazioni di esponenti delle tre forze che presentano il proprio programma come vicino alle posizioni del “riformismo”.

I partiti centristi che si rifanno al riformismo

Definizione ampia e storica, il riformismo affonda le proprie radici nella Prima Repubblica e si presenta alternativa allo status quo che dal dopoguerra ha contraddistinto il nostro scenario istituzionale. Appare utile analizzare le principali proposte del trittico centrista in questione, al fine di comprendere se tale definizione possa essere con esse realmente compatibile.

In primis, sono da osservare le considerazioni in merito all’Ue, che raccontano una vicinanza alle linee rigorose dell’austerità e del vincolo esterno che Bruxelles esercita. Inoltre, anche le proposte in materia di ambientalismo non presentano quasi nessuna differenza dalle ambizioni mainstream, distanti dalle logiche imprenditoriali e dalla difesa del lavoro. Pertanto, queste appaiono le prime tematiche principali in cui una forza politica riformista dovrebbe richiedere maggiori modifiche ed incentrare delle lotte.

Argomento su cui appaiono condivisibili le ragioni espresse dalla coalizione è quello della giustizia. In tale ambito ognuno dei tre partiti non stenta a definirsi garantista ed a proporre una riforma degna di questo nome. Iniziative meritevoli ed apprezzabili, che però subiscono perdita di valore se presentate da chi ha votato in Parlamento per consentire il processo a Matteo Salvini. Scelta che resterà negli annali come macchia della Repubblica Italiana e che segnerà un precedente piuttosto negativo per la nostra democrazia.

Ecco perché Italia viva, Azione e +Europa non sono veramente riformisti

Anche in ragione di ciò, la valutazione complessiva sull’effettivo riformismo di Italia Viva, Azione e +Europa non è ad oggi positiva. Pesa la mancanza di reali proposte di cambiamento e stravolgimento istituzionale, che possano apportare dei benefici nel tessuto popolare. Assenze che, se non colmate nel prossimo futuro, renderanno la coalizione sempre più debole e priva di forza politica. Anche in virtù del taglio dei parlamentari che ha reso esiguo lo spazio per ogni forza di centro, con il momento di scegliere in quale dei due schieramenti maggioritari confluire che appare sempre più vicino.

Tommaso Alessandro De Filippo

L’emergenza infinita: così il centrosinistra tiene alta la tensione per salvare la (sua) legislatura


Tommaso Alessandro De Filippo
21/11/2021 – Il Primato Nazionale


Roma, 21 nov – Avevamo previsto il possibile ritorno alle restrizioni in avvicinamento al periodo invernale, motivate da un presunto riacutizzarsi dell’emergenza pandemica. I continui appelli di esponenti della maggioranza nel corso dell’estate, in particolar modo di quelli del centrosinistra e del ministro Roberto Speranza in particolare, avevano preannunciato nuove limitazioni. Anche in ragione di ciò, non sorprende affatto che si prevedano nuove quarantene e chiusure dei locali pubblici, soprattutto nel corso delle imminenti festività natalizie.

Non esiste alcuna ragione per chiudere

Quel che appare assurdo è la mancanza di motivazione sanitaria di tali decisioni, che andrebbero comunque osteggiate e criticate in ogni caso perchè lesive della libertà dei cittadini. E’ doveroso annotare come la percentuale nazionale delle terapie intensive occupate sia stabile da settimane al 5% e che il numero dei nuovi contagi sia ampiamente inferiore a quello delle altre nazioni europee.

Questo dovrebbe rappresentare ulteriori ragioni per promuovere esclusivamente degli appelli rasserenanti attraverso la comunicazione governativa e mediatica. In particolar modo risulterebbe utile paragonare i dati attuali di contagi ed occupazioni ospedaliere con quelli dell’anno scorso: centinaia di posti letto in più risultano oggi disponibili in ogni regione, dimostrando come l’attuale allarmismo non abbia alcuna solida motivazione scientifica.

Lo stato di emergenza come unica salvezza per il centrosinistra

La vera ragione per cui l’esecutivo utilizzi la tensione e lo spettro dell’emergenza sulla popolazione è motivata nella stabilità politica che da essa deriva. Sin dal principio la pandemia ha fornito un alibi utile ai governi per evitare le crisi e, soprattutto, scongiurare il ritorno alle urne. Eventualità che comporterebbe il crollo elettorale di numerosi partiti e la non rielezione di buona parte degli attuali parlamentari. Ad essere maggiormente sfavorito risulterebbe il centrosinistra, in totale ridefinizione interna e con un possibile schieramento unico delle forze liberal-progressiste ancora in cantiere.

Inoltre, la prossima partita politica dell’elezione del Capo dello Stato risulta fondamentale per le forze parlamentari, con il centrosinistra impegnato nel cercare di mantenere lo status quo. Con la scusa dell’emergenza pandemica risulterebbe possibile impedire l’elezione di Draghi al Colle, motivata dall’impossibilità di trovare una degna figura sostitutiva. In tal modo Pd e M5S potrebbero tentare di convincere Mattarella, rieleggendolo temporaneamente al Quirinale, a rimanere in carica sino alla scadenza naturale della legislatura. L’attuale Presidente della Repubblica sembrerebbe non interessato ad una rielezione, soprattutto se limitata nel tempo e priva del prospetto di un ulteriore settennato. E’ però risaputo che le vie della politica sono infinite. E fino all’elezione del nuovo Capo dello Stato nessun nome possa realmente ritenersi fuori dai giochi. Tantomeno quello di un uomo che risulterebbe così comodo alle intenzioni politiche del centrosinistra.

Tommaso Alessandro De Filippo