– Francesco Subiaco
Ripreso da “Il Borghese Giovani”
Ivan Il’in è il compagno segreto della Russia post-sovietica, l’ideologo postumo dell’era neozarista che incarna e anticipa le idee e le strategie di una delle più importanti autocrazie del 21°secolo. Ma chi è Il’in e perché viene considerato dai media il maestro oscuro di Putin? Per rispondere a questa domanda occorre leggere e rileggere più volte il saggio dello storico americano Timothy Snyder: “Ivan Il’in. Il filosofo del neozarismo di Putin”. Un testo breve, ma denso di spunti, di illuminazioni sul presente e sull’eresia controrivoluzionaria di questo filosofo irregolare del Novecento che oggi sta diventando la verità di una nuova Russia, autocratica ed imperiale, che sta riscrivendo il nostro presente. Il testo, portato per la prima volta in Italia grazie ad Andrea Lombardi ed alla sua ITALIA STORICA, è un’analisi delle idee del pensatore moscovita e della sua influenza, certificata e dichiarata più volte, nella dottrina dell’amministrazione Putin. Snyder analizza il pensiero iliniano mostrandone l’evoluzione e i riferimenti, ricostruendo una genealogia della nuova morale russa. Il’in, infatti, non è un filosofo riassumibile in facili etichette, ma è il frutto più anomalo dell’idealismo tedesco, della teologia ortodossa e delle idee dei maestri del sospetto, Freud soprattutto, che si combinano in una visione che si prefigura come il massimo compimento dello spirito delle truppe Bianche, controrivoluzionarie e reazionarie, che hanno animato la guerra civile russa. Mettendo Dio sul lettino della psicanalisi elabora una filosofia della storia apocalittica, dove il vero peccato originale è la creazione del mondo da parte del divino, trasformando la dialettica hegeliana e l’autocoscienza dello Spirito in un cammino di redenzione degli uomini per salvare il proprio creatore. Un cammino riservato solo a pochi data la natura oscura e debole dell’umanità, che sceglie solo pochi uomini eccezionali capaci di guidare un popolo eletto, quello russo, dotato di una santa ingenuità che fornisce la grazia dal peccato originale della creazione. Il mondo per Il’in è una sciagura, un vizio assurdo, creato da un Dio ancora ingenuo, che ha condannato l’uomo ad una esistenza insensata tramite una vita sedotta dal peccato, che più viene conosciuta dall’individuo più lo corrompe. Una visione teologica politica che affida agli eroi il compito di condurre le masse verso un eden terreno, come è stato con il fascismo di Mussolini in Italia secondo il filosofo russo, che attraverso una visione decisionista può superare il baratro della dannazione, portato dalle ideologie moderne e dalla borghesia, riconducendo la società non ad un insieme di classi, o ad una comunità, bensì ad una totalità organica, un organismo spirituale in lotta contro la corruzione delle ideologie sataniche della modernità e le illusioni di un materialismo, soprattutto comunista che ha cacciato Dio dal mondo. Una visione messianica e spiritualista, nettamente autocratica ed antioccidentale, che ha trionfato nella Russia post eltsiniana, diventando l’ideologia russa per eccellenza, avendo influenzato filosofi come Dugin, scrittori come Solzenicyn, politici come Medved e Putin. Questi ultimi che oltre a citare spesso Il’in ne hanno diffuso il pensiero nelle istituzioni della Federazione Russa e nella società civile, trasformandolo in un precursore del putinismo e delle campagne panslaviste che hanno portato alla guerra in Ucraina. Un’influenza che rende necessaria la lettura e la conoscenza di questo filosofo che ha plasmato per sempre le sorti di una Russia che si sente ancora erede di quello spirito Bianco che non si è estinto dopo la nascita dei soviet ed anzi gli è sopravvissuto.