Il 2 giugno è una data storica per la tradizione mazziniana, poiché non segna solo il passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, come sancito a seguito del referendum del 1946, ma rappresenta, soprattutto, l’inizio di una educazione nazionale, di una pedagogia morale basata sulla democrazia e sui valori della Costituzione, l’inizio di un cammino democratico e popolare che è il cuore pulsante del repubblicanesimo. Una ricorrenza che i repubblicani romani hanno voluto celebrare sulla terrazza del Gianicolo di fronte al muro della Costituzione della Repubblica Romana. All’evento, organizzato dall’unione Romana del Partito Repubblicano Italiano e dal segretario Michele Polini, erano presenti, Andrea d’Angelo (Responsabile relazioni Esterne PRI Roma), Marco Cappa (Coordinatore Romano Italia Viva), Francesca Leoncini (Consigliere Comunale Italia Viva), l’Ambasciatore Bulgaro in Italia Todor Stoyanov ed una delegazione dei repubblicani romani e dell’ambasciata bulgara. Durante la celebrazione della festa della Repubblica il segretario Polini ha ribadito l’importanza dei valori costituzionali e la centralità del ruolo dei principi repubblicani per lo sviluppo democratico del paese. Il segretario ha poi aggiunto che: “L’iniziativa di oggi sancisce ancora una volta la volontà e l’impegno del popolo italiano nel perseguire e mantenere vivi i valori della Costituzione e della Repubblica, che affondano i loro principi nelle idee della Repubblica Romana. Celebrando il 2 giugno gli italiani mostrano di voler onorare quei principi sui cui si fonda la nostra Costituzione e che sono il cardine della Repubblica”. Dopo la celebrazione dei valori patriottici costituzionali la delegazione repubblicana in collaborazione con l’ambasciatore bulgaro Todor Stoyanov, hanno ricordato, di fronte alla statua del rivoluzionario laico bulgaro Petko Kirjakov Vojvoda, i combattenti garibaldini per l’indipendenza dei popoli, unendosi nella comune vicinanza negli ideali fondati su democrazia e libertà, che hanno una comune radice nelle visioni del risorgimento. Ideali universali che a distanza di anni da quel fatidico 1849, fanno ancora sventolare la bandiera dell’edera u un’Italia unitamente repubblicana
Abbiamo intervistato Michele Polini, Presidente dell’Unione Romana del PRI, editore con Mauro Cascio dell’Almanacco Repubblicano, che dal 2019 è tornato ad essere fonte di dibattito nel panorama culturale nazionale. La capacità di innovarsi ed adattare in chiave moderna temi e valori storici ha permesso alla rivista di accrescere la propria fama, rivelandosi contenitore di visioni politiche, ideologiche e culturali spesso differenti tra loro. Siamo certi che il nuovo numero, prossimamente in uscita ed interamente dedicato alla Massoneria, si rivelerà opera interessante e formativa per i lettori.
Da quanti anni esiste L’Almanacco Repubblicano e come è nata l’idea di fondarlo?
L’Almanacco Repubblicano è la nuova riedizione, a cura mia e Mauro Cascio, nata nel 2019. Infatti, pensammo di rieditare la pubblicazione storica con le sue forme ed evoluzioni avute nel corso del tempo. L’idea originale fu di Giovanni Conti ed averla attualizzata ai giorni nostri riteniamo sia occasione di dibattito e confronto anche tra sensibilità differenti.
La rivista rappresenta e si basa su di una realtà storica come quella Repubblicana. Tuttavia, ha da subito dimostrato notevole capacità d’innovazione grafica e comunicativa. Quanto è importante saper adattare un contesto ai gusti attuali della popolazione, pur non smarrendo i principi ideologici di fondo?
È importante essere attuali, sapendo cogliere ed alcune volte anche anticipare le esigenze della popolazione. Pensammo alla prima edizione dell’Almanacco Repubblicano in un momento in cui si parlava di Europa, senza però che venisse trattato il tema con la dovuta attenzione. Pertanto, con l’emergenza pandemica l’argomento si è rivelato cardine per l’opinione pubblica, grazie anche agli interventi di sostegno messi in campo dalla UE. Anche in ragione di ciò, rispondere alle esigenze significa saper cogliere le sensazioni dell’economia, della socialità e del paese, attraverso una chiave di lettura che può essere di matrice repubblicana o meno, come dimostra la presenza di numerose firme provenienti da differenti fazioni ideologiche.
In che modo è nata l’idea di dedicare il numero del 2021 alla Massoneria?
È nata per dare un valore storico, culturale e politico al contributo che la Massoneria ha saputo dare alla nostra repubblica, in particolare al Partito Repubblicano. Infatti, molti degli appartenenti all’istituzione massonica erano repubblicani e molti esponenti del PRI erano massoni. Ricollocare nel giusto alveo culturale, valoriale e storico quello che è stato l’apporto massonico è stato da noi ritenuto passaggio importante. Attualmente i valori della repubblica sono molto sentiti, come dimostrano i riferimenti del premier Mario Draghi all’Italia Repubblicana. È dunque doveroso ricordare quello che è stato l’apporto massonico per ottenere l’unità dell’Italia ed ampliare i valori di uguaglianza che noi riteniamo fondamentali.
Come è possibile far trasparire la bontà di idee ed intenzioni della Massoneria al resto della popolazione, ben differenti da quelle riportate dall’opinione pubblica?
Sicuramente questo è un passaggio focale. Abbiamo dato parola a tanti esponenti, presenti nel nuovo numero, che non appartengono alla Massoneria. Pertanto, ne viene riconosciuto il contributo valoriale dato alla democrazia anche da chi non ne fa parte. Tuttavia, il racconto negativo di essa, incentrato su cospirazioni e manipolazioni è cosa da lasciare alle cronache.
Quali sono i principi cardine e storici della Massoneria italiana?
I principi cardine non possono che essere quelli della centralità dell’uomo e dell’individuo all’interno delle scelte politiche e democratiche. L’uguaglianza tra popoli e culture differenti, che superi discriminazioni e distinzioni tra sessi e ceto sociale è quello su cui si basa la Massoneria, attraverso universalità che si riconosca nella fraternità universale. Tali principi riversati nella politica li troviamo come parte predominante del pensiero repubblicano.
In chiusura, quali sono i futuri progetti editoriali dell’Almanacco Repubblicano?
Stiamo già ragionando sulla tematica che riguarderà l’edizione del 2022 della rivista. Trattasi di un tema di grande attualità, che richiede riflessione. Tuttavia, ancora non posso annunciare ufficialmente l’argomento, ma sono certo che si rivelerà fonte di dibattito e contenitore di spunti differenti, uniti dall’obiettivo comune di riportare al centro della riflessione politica e sociale la figura dell’essere umano.