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STEFANO MAGNI: “IN ITALIA TROPPI SONO AFFASCINATI DA PUTIN. LA GERMANIA HA TRADITO LA NATO”

– Tommaso Alessandro De Filippo

Stefano Magni è uno dei massimi esperti di politica estera, attento alle dinamiche geopolitiche che il mainstream non racconta. Si occupa principalmente delle vicende ucraine, argomento cardine del nostro dialogo insieme alla fascinazione verso Putin che troppi in Italia subiscono e manifestano. Attualmente, Magni è costante collaboratore de La Nuova Bussola Quotidiana, Il Giornale.it ed Atlantico Quotidiano. L’ascolto delle sue analisi e prospettive rappresenta per noi una preziosa fonte di ascolto e formazione.

Può esprimerci una sua considerazione sui venti di guerra attuali tra Ucraina e Russia?

La Russia non ha mai digerito la separazione ucraina, ieri dall’URSS ed oggi dalla Russia stessa. Ha tollerato la distanza fino al 2014, perchè poteva permettersi di controllare per motivazioni economiche e politiche il governo ucraino, attraverso l’utilizzo di presidenti fantoccio, ultimo in ordine cronologico Viktor Fedorovyč Janukovyč. Tuttavia, con la ribellione popolare del 2014 la Russia ha compreso di dover iniziare ad utilizzare le maniere dure nel territorio. In primis, ha occupato la Crimea a mano militare, per poi manovrare ad hoc il referendum nella zona, vinto non a caso con il 95%. Inoltre, ha alimentato la guerriglia nel Donbass, dove ci sarà pure una popolazione russofona affine a Mosca, che non avrebbe potuto però innescare una guerriglia senza l’appoggio di forze speciali del Cremlino, che hanno addestrato l’esercito locale. Ciò a cui stiamo assistendo ora è un semplice proseguo ed aggiornamento di un conflitto già esistente da 8 anni, che ha già causato oltre 16mila morti ed un milione di sfollati e profughi interni. Tuttavia, le motivazioni del conflitto attuale sono solo nella mente di Putin: non è cambiato il governo ucraino rispetto agli anni scorsi, il presidente Volodymyr Zelens’kyj è stato eletto dai 2/3 del popolo (compresi i russofoni). Pertanto, ciò lo rende uno dei presidenti maggiormente ben disposti al dialogo con Mosca. Dal novembre del 2021 Putin ha iniziato a schierare al confine 150mila uomini armati senza alcuna ragione plausibile, che rappresentano una chiara intimidazione. Dal mio punto di vista l’autocrate sta provando a mettere a dura prova l’Ucraina ed il livello di reattività dell’Occidente, in un momento in cui esso è diviso e debole.

Crede che USA e NATO non stiano attuando una strategia efficace nella trattativa con Mosca e si stiano rilevando deboli?

La NATO sta dimostrando di essere disunita, dato che due nazioni chiave come Germania e Francia stanno conducendo una diplomazia autonoma. I tedeschi dimostrano la veridicità di quanto denunciato qualche anno fa da Donald Trump, cioè la propria dipendenza dal gas russo. La politica tedesca è dettata primariamente dai propri interessi economici, che attraverso i due nuovi gasdotti NordStream la legano a Mosca. Tutto questo la rende anello debole della NATO e finta alleata dell’Ucraina: non invia armi a Kiev ed ha impedito ad altri paesi come la Lettonia l’invio di armi di fabbricazione tedesca, volto a sostenere il governo e l’esercito ucraino. Una politica di sabotaggio interna all’alleanza a cui si aggiunge la Francia che sotto traccia cerca di condurre trattative a nome della UE, senza alcun fine chiaro ed annunciato pubblicamente. La politica francese ha sempre dimostrato il proprio egoismo e disinteresse verso la NATO. A tali problematiche si aggiungono quelle comportate da paesi minori come l’Ungheria, stato nazionalista indipendente che ha più vicinanza alla Russia piuttosto che all’Ucraina, con cui ha uno storico contenzioso territoriale in atto. Infatti, alcune regioni all’estremo occidente ucraino sono rivendicate da Bupadest. Tuttavia, anche la nostra nazione dimostra la propria vicinanza ideologica al Cremlino, dato che soluzioni alternative al rifornimento del gas proveniente da Mosca non si stanno trovando in fretta, la vicenda TAP ne è un esempio.

Sarà possibile contrastare l’ambiguità di alcune nazioni UE nei riguardi di Russia e Cina? Se si, come?

Cina e Russia sono di fatto alleate e rappresentano una problematica comune da affrontare a viso aperto. Come si riusciranno a contrastare le ambiguità europee dipende dagli USA: dovrebbero giocare a carte scoperte come avvenuto con Trump, che ha denunciato il doppio gioco della Germania. Anche in ragione di ciò, non dovrebbero permettere che la UE si difenda da Cina e Russia grazie alla NATO ed agli Stati Uniti stessi e poi vada a fare accordi commerciali non necessari con Mosca e Pechino.

A cosa è dovuta la fascinazione di alcuni occidentali verso Vladimir Putin?

In Italia soprattutto la si vede tanto. Pur non avendo affinità storiche o culturali con la Russia assistiamo ad una grande fascinazione di intellettuali ed opinionisti verso il Cremlino e la sua propaganda. In passato avevamo il PCI che era alle dipendenze dell’URSS. Oggi non c’è più ma abbiamo ancora esponenti che credono il male sia l’Occidente, sia a sinistra che a destra. Questa cultura antiamericana ha visto aggiungersi una campagna di successo di Soft Power russo, che affonda le proprie origini nel 2004, in seguito alle rivoluzioni colorate della Georgia e dell’Ucraina, che hanno fatto temere a Putin che una rivoluzione potesse scoppiare anche con l’appoggio dell’Occidente. Pertanto, da lì ha iniziato ad incrementare la propaganda televisiva e creare strutture che finanziassero e contattassero Think Thank italiani, università, redazioni dei quotidiani e grandi aziende, in particolar modo del settore bancario ed energetico. Anche all’interno della Chiesa cattolica si è strutturata una influenza dovuta ai rapporti con il mondo ortodosso. Questo lavoro ha proseguito il progetto dell’URSS, creando un senso comune filo-russo a cui assistiamo ogni volta che la Russia affronta problematiche geopolitiche.

Come valuta le attuali restrizioni della libertà personale decise dall’esecutivo italiano?

Purtroppo siamo un caso quasi unico nel mondo. La pandemia sta finendo ma nonostante ciò si persiste nelle chiusure e nelle limitazioni delle libertà individuali. Ultimo oggetto di propaganda sono stati i non vaccinati, a cui è stata attribuita la colpa del proseguo dell’emergenza sanitaria. È questa una politica superflua ed antiscientifica che opprime chi vorrebbe esercitare dei semplici diritti costituzionali, come quello di andare a lavorare e percepire poi uno stipendio. Una violazione dei diritti che richiederebbe una vera opposizione politica, sociale e nazionale che al momento però non si vede.

In chiusura, le chiedo se ritiene che i referendum sulla giustizia previsti in primavera possano dare realmente il via ad una riforma di tipo garantista in Italia.

Sono scettico perchè tutti i referendum del passato o quasi sono stati poi facilmente aggirati dal Parlamento italiano. Ad esempio, quello sulla privatizzazione RAI del 1995 che non ha visto alcun seguito politico ed istituzionale. Inoltre, bocciando le proposte referendarie su Cannabis ed Eutanasia legale si è di fatto ridotta e di parecchio la fetta di cittadini che si recheranno alle urne. Molti non capiranno le ragioni e le proposte reali di questi 5 quesiti da votare e resteranno a casa. Infine, ritengo che la magistratura sia ormai un potere troppo forte per essere trasformato attraverso un semplice referendum popolare. Servirebbe anche una lotta di sistema interna ai palazzi del potere, con la reale volontà della politica di rischiare per imprimere una svolta garantista ed il proprio primato.