Roma, 29 apr – (Nova) – Ieri nel corso del Direttivo Capitolino di Forza Italia Giovani e’ stata annunciata la nomina di Rina Grasso quale nuova vice coordinatrice di Roma. Una nomina che si inserisce in un complessivo riassetto del movimento volto ad affrontare al meglio le prossime sfide. Cosi’ una nota stampa del Coordinamento Capitolino di Forza Italia Giovani. “Ringrazio il Coordinatore Regionale Simone Leoni e il Coordinatore Capitolino Riccardo Serino per l’incarico che hanno deciso di affidarmi – dichiara Grasso – dimostrandomi una fiducia che ripaghero’ con impegno e dedizione verso il nostro movimento giovanile”. (Com) NNNN
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ED È SUBITO 1994: BERLUSCONI SI RIPRENDE LA SCENA POLITICA DEL CENTRO DESTRA
Pubblichiamo di seguito l’articolo di RINA GRASSO, originariamente caricato su Lalanternaweb.it e dedicato al ritorno di Silvio Berlusconi nella scena politica del centrodestra.

“In questi 28 anni abbiamo scritto la storia politica dell’Italia abbiamo reso possibile l’esistenza di un centrodestra di governo, un centrodestra che senza di noi non sarebbe mai esistito, non esisterebbe oggi e non potrebbe esistere neppure per il futuro. Siamo consapevoli che tutto questo è indispensabile e insostituibile per il futuro dell’Italia”. Così Silvio Berlusconi ha aperto il suo intervento alla “due giorni di lavori ed incontri” di Forza Italia, che si è tenuto in presenza dopo la pandemia con una risposta fortissima in termini di partecipazione.
Molti gli argomenti affrontati durante l’intervento del Presidente Berlusconi, dalla nascita del partito a quella del bipolarismo in Italia, ribadendo la centralità del nostro Paese nel mondo. Berlusconi ha rimarcato come la sua politica internazionale sia stata fondamentale “al noto accordo Nato-Russia, di Pratica di Mare nel 2002”, che cercava di “includere anche la Russia in un nuovo progetto di sicurezza europea raccogliendo consensi anche dagli americani”. Il Cavaliere si dice fortemente deluso dal comportamento dell’ormai ex amico Putin, confermando la sua posizione europeista e disapprovando l’invasione dell’Ucraina.
Il Grande leader italiano nei suoi quasi 60 minuti di intervento ha ribadito l’unità e la lealtà che lega gli azzurri agli alleati di centro destra rimarcando però una diversità infatti Berlusconi conferma che “Forza Italia è l’alternativa alla sinistra ma anche distinta dalla destra”.
Diversi sono stati gli ospiti, rappresentanti di varie categorie, che sono intervenuti con contributi molto seguiti, in particolare risonante la partecipazione di Bonomi, Presidente di Confindustria, che ha lanciato un appello poiché, dopo i governi Berlusconi, la politica non ha più parlato alle imprese.
E così Berlusconi ribadisce la centralità delle imprese nella visione politica di FI, promuove il Premier Draghi e mette in guardia l’esecutivo sulla questione casa, contestando la riforma del catasto e opponendosi alla prospettiva di nuove tasse ,ribadendo che gli azzurri non permetteranno “mai a nessun governo di mettere le mani nelle tasche degli italiani”.
Ancora una volta il Presidente Berlusconi ha indicato la linea che riporterà il centro destra al governo, e come disse una volta Giulio Andreotti: “So di essere di media statura, ma non vedo giganti intorno a me.”
Intervista a DAVIDE CAPEZZERA
Ventuno anni appena ma con un curriculum già grande. Sei stato rappresentate di istituto alle scuole
superiori, Coordinatore Cittadino di Sassuolo per il settore giovanile di FI, oggi ricopri il ruolo di Vice
Coordinatore Provinciale di Modena, sempre per Forza Italia Giovani, fermiamoci qua per ora. Quanto
questi ruoli la impegnano?
Ogni volta che ho deciso di assumere un incarico sia a livello di rappresentanza scolastica , sia a livello politico ho valutato i pro e i contro. Gli elementi da considerare sono non solo il tempo da dedicare alle varie attività , ma la qualità con cui si svolge un impegno. Ora mi sono concentrato sull’impegno come consigliere comunale , mantenendo anche un ruolo all’interno del partito giovanile e da qualche mese anche a livello regionale come responsabile per le politiche sociali; tutto questo va di pari passo con gli studi universitari , che svolgo a Milano. È importante acquisire delle competenze nell’ambito che più ci interessa , solo cosi abbiamo qualcosa da donare nelle nostre attività politica e non solo ricevere.
Prima di proseguire nel suo curriculum, quando e com’è nata la passione per la politica?
Fin da piccolo sono sempre stato interessato ad approfondire le tematiche di attualità sia nazionali , che internazionali. Mano a mano che sono cresciuto ho deciso che questo interesse dovesse concretizzarsi in attività al servizio della mia comunità ,prima come rappresentante d’istituto dove per la prima volta ho dovuto affrontare la quotidianità dei problemi di una comunità quella scolastica. Di quell’esperienza porto con me le tante assemblee tematiche organizzate ,come quella sulle foibe ,l’infiltrazione mafiosa sul nostro territorio, contro il cyber-bullismo e molte altre. I contemporanea portavo avanti il percorso politico iniziato a 16 anni e che nel giro di 2 anni mi ha portare ad assumere un poste di rilievo nell’amministrazione di Sassuolo.
Ritorniamo all’inizio, elezioni amministrative 2019 nel suo comune, Sassuolo, si candida avendo 18 anni appena, lista di Forza Italia, Il CDX esce vincente e lei si ritrova in maggioranza con un bottino di 174 preferenze e viene scelto come Capogruppo di FI, ci racconta questa avventura?
Le elezioni amministrative del 2019 , avendo 18 anni , sono state le prime in cui mi sono candidato per il consiglio comunale. Sassuolo si trova in provincia di Modena ,un territorio dove l’egemonia della sinistra sembra imbattibile e dove fare politica per uno schieramento diverso richiede coraggio ed intraprendenza. La campagna elettorale è stata molto avvincente ed impegnativa , perché in contemporanea si votava anche per le europee. Il mio obbiettivo era quello di avvicinare i ragazzi alla politica territoriale ed allo stesso tempo far capire agli adulti , che anche i giovani hanno idee valide da portare avanti. Alla fine l’impegno è stato premiato con una vittoria al primo turno , che ha permesso alla coalizione di raggiungere un risultato straordinario. Forza Italia è riuscita ad ottenere uno dei risultati più alti a livello regionale ed io con 174 preferenze sono stato il candidato uomo più votato in provincia per Forza Italia. Ormai abbiamo scavallato la metà del mandato , molto del programma elettorale è stato completato , ma rimane una parte consistente di investimenti che dovremo completare in tempo , per arrivare pronti alla prossima campagna elettorale.
Quasi dimenticavo, in tutto questo lei è studente all’università Bocconi di Milano. Obiettivi nella vita
professionale?
Dal 2019 frequento la facoltà di giurisprudenza presso l’università Bocconi a Milano, ho scelto questa
università perché ha un approccio internazionale ed economico verso il diritto , inoltre una buona
percentuale di studenti è straniera e questo mi permette di avere un continuo scambio culturale. Lo sbocco professionale che seguirò riguarderà l’ambito legale , probabilmente nell’ambito del diritto
societario e d’impresa
Intervista ad ALBERTO ROSSI
Alberto Rossi, piacentino, Coordinatore Provinciale del settore giovanile di Forza Italia e neo eletto nel suo comune, Gropparello. Ci racconta com’è nata la volontà di candidarsi e l’esperienza di questa tornata elettorale?
La volontà di candidarmi nel mio comune è nata per senso di appartenenza verso il posto in cui sono nato,cresciuto, rilanciando questo comune sfruttando tutte le sue potenzialità e peculiarità troppo spesso dimenticate. E’ stata davvero un’esperienza fantastica, ho avuto modo di conoscere tanti miei giovaniconcittadini che fino ad allora la vecchia amministrazione si era dimenticata dando loro lo spazio necessario per poter sviluppare idee.
Consigliere comunale di maggioranza, ma con diverse deleghe, cosa insolita, quali sono? e la sfida l’haspaventa oppure no?
Gropparello essendo un comune con popolazione inferiore ai 3000 abitanti dispone al massimo di 2
assessori, il lavoro da fare però è veramente tanto ed è per questo che il sindaco assegna deleghe anche ai consiglieri per poter dare maggior supporto sia a lui che agli assessori. In particolare le mie deleghe sono: Attività produttive, Commercio, Artigianato, Sviluppo economico, Politiche giovanili, Rapporti con le frazioni. Sarà davvero una grande sfida, non nascondo naturalmente un po’ di paura ma, sono certo che le cose volgeranno per il meglio.
Studente di Scienze politiche e relazioni internazionali a Parma, questo percorso di studi l’aiuta nella sua attività politica?
E’ un percorso di studi che mi aiuta davvero tanto nell’ attività politica perché studiando materie
economiche, giuridiche e politologiche la mia attività amministrativa riesce davvero a stare aggiornata in modo costante.
Non solo studente e politicamente impegnato, ma svolge un ruolo attivo dentro l’azienda di famiglia, che ruolo ricopre?
Si certo, tra i miei innumerevoli impegni universitari e politici riesco a dare una mano nell’azienda di
famiglia che è impegnata nel settore edile. Attualmente collaboro con l’ufficio amministrativo.
Abbiamo detto tanto della sua vita, ma credo sia importante ricordare la sua giovane età, solo 21 anni. Come riesce a conciliare tutti gli impegni?
Nonostante la mia giovane età riesco a conciliare tutti i miei impegni perché al mio fianco ho una famiglia e una fidanzata che mi seguono in tutti i miei impegni sia amministrativi che lavorativi, riuscendo quindi a incastrare tutto nel pochissimo tempo che ho a disposizione.
Ha scelto Forza Italia, come mai questa scelta in un momento in cui il partito non brilla di consensi?
Ho scelto Forza Italia, di cui come si è detto sopra sono coordinatore provinciale del settore giovanile, perché reputo Silvio Berlusconi un leader mondiale indiscusso con ideali liberali, cristiani ed europeisti in cui io mi rispecchio totalmente. Anche se il partito non brilla di consensi è comunque una grande casa per tutte quelle persone che non vogliono abbandonarsi all’idea che l’Italia sia uno stato di serie b, non è la quantità che conta ma la qualità.
Qualche ringraziamento a qualcuno per il suo percorso politico?
In questo mio percorso polito non posso non ringraziare la mia famiglia per essermi sempre stata accanto anche nei momenti più difficili di questo mio percorso, alla mia fidanzata che riesce sempre a sopportare il peso di avere accanto un uomo politico e soprattutto a mio zio, venuto a mancare poco tempo fa, colui che mi fece appassionare veramente alla politica attiva, alla cura della cosa pubblica, essendo egli stesso stato un amministratore pubblico: sindaco dal 1995 al 2004, vicepresidente e assessore all’ambiente della Provincia di Piacenza nel quinquennio 2004-2009. Un ringraziamento particolare al mio sindaco di Gropparello Armando Piazza e al commissario provinciale di Forza Italia Gabriele Girometta per il grande spazio che mi stanno lasciando sia in comune che nel partito per poter imparare meglio il “mestiere” di politico. Ultimo ma non per importanza un ringraziamento anche all’avvocato Corrado Sforza Fogliani mio mentore politico, leader indiscusso di noi liberali piacentini e punto di riferimento nella mia azione amministrativa.
Dove si vede fra cinque anni?
Bella domanda… tra 5 anni mi vedo sicuramente ancora nel mio comune a servire i miei concittadini e poi chi lo sa il futuro è imprevedibile…
Un saluto a Generazione Liberale?
Assolutamente si auspicando che la mia generazione riesca a riportare in Italia gli autentici valori liberali che si stanno piano piano perdendo.
SEN. FIAMMETTA MODENA: “CENTRODESTRA VINCENTE SOLO SE UNITO. SUL QUIRINALE POSSIAMO INCIDERE”
Abbiamo intervistato la Sen. Fiammetta Modena, storico membro di Forza Italia, da decenni impegnata nella formazione delle classi giovanili. Pertanto, l’ascolto delle sue analisi e prospettive politiche rappresenta per noi fonte di valore. La partita del Quirinale, il futuro del centrodestra e la necessità di tagliare le tasse sono state le principali tematiche affrontate durante il nostro dialogo con lei.
Ritiene che il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 marzo sia uno strumento utile per contrastare la problematica sanitaria?
Sì perché allo Stato di emergenza si sono collegate una serie di strutture e procedure, a cominciare da quelle del Commissario Figliuolo. Con le varianti imprevedibili e la necessità dei richiami delle vaccinazioni il prolungamento dello stato di emergenza è inevitabile.
In che modo prospetta la partita politica dell’elezione del Capo dello Stato?
Un banco di prova per le forze politiche, ad iniziare dal Centro destra che ha grandi possibilità di incidere, come mai avvenuto in passato, se rimane unito.
Di che misure economiche e sociali avrebbe bisogno l’Italia, al fine di ottenere una piena ripartenza?
Le misure sono in atto: la manovra economica è espansiva, rivede le aliquote, elimina l’Irap. Grazie al Pnrr abbiamo una serie di Fondi che vanno dal sostegno sociale alla innovazione. Non servono “nuove” misure. Bisogna far funzionare tutto ciò che è già in campo.
Sarebbe favorevole ad una maggiore unità delle tre forze di centrodestra, nell’ottica della creazione futura di un partito unico?
Teoricamente questo è il nostro obiettivo. La stagione passata è stata complessa, sia per il Governo Giallo Verde che per la formazione del Governo Draghi. Il dato di fatto è che il Centro destra vince solo se unito, le elezioni regionali più recenti lo insegnano. Ciò non toglie che sia una coalizione ove il ruolo dell’area moderata, rappresentata da Forza Italia, deve essere centrale e determinate a partire dai contenuti.
In che modo sarebbe per lei possibile avvicinare le nuove generazioni alla politica?
Chi dice che sono distanti? Hanno modelli di partecipazione diversi, non comprensibili per motivi generazionali. Sono attenti, elaborano e costruiscono un futuro. Quindi si occupano di politica.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Nessuno. Vivo questa esperienza parlamentare intensamente, giorno per giorno.
SEN. DARIO DAMIANI : “LA RIPARTENZA PASSA PER MENO TASSE E LIBERTÀ D’IMPRESA”
Abbiamo intervistato il Sen. Dario Damiani, esponente parlamentare di Forza Italia, impegnato nella difesa di territori e comunità, in cui vede ancora oggi la strada per la rinascita nazionale. La necessità di ottenere un netto taglio delle tasse, maggiore libertà d’impresa e la partita politica del Quirinale sono state le principali tematiche trattate durante il dialogo con lui.
Ritiene che il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 marzo sia uno strumento utile per contrastare la problematica sanitaria?
È evidente che tutti noi vorremmo lasciarci prima possibile alle spalle questa situazione che ci obbliga a ricorrere a strumenti straordinari come lo stato di emergenza, ma purtroppo anche le incognite legate alla variante Omicron, altamente contagiosa, per il momento ci costringono a tenere molto alta la guardia, per non perdere gli eccellenti risultati raggiunti finora dal nostro Paese nella lotta al virus grazie a una campagna vaccinale considerata un modello nel mondo.
In che modo prospetta la partita politica dell’elezione del Capo dello Stato?
Finalmente stavolta il centrodestra, a differenza delle precedenti elezioni, ha i numeri in Parlamento per poter dare la sua indicazione di rilievo nella partita per il Quirinale. Sono certo che sapremo aggregare intorno alla nostra proposta anche altri importanti apporti.
Di che misure economiche e sociali avrebbe bisogno l’Italia, al fine di ottenere una piena ripartenza?
Le misure per la ripartenza sono quelle che Forza Italia propone fin dall’inizio di questa drammatica crisi sanitaria ed economica. Rivendichiamo, infatti, la nostra coerenza nelle proposte, le stesse sia dall’opposizione che adesso in maggioranza. Tra queste, in primis il taglio delle tasse, e finalmente dopo quasi 50 anni abbiamo ottenuto la revisione delle aliquote IRPEF. La strada maestra per la ripresa è liberare risorse che diano a famiglie e imprese maggiori opportunità di spesa e investimenti.
Sarebbe favorevole ad una maggiore unità delle tre forze di centrodestra, nell’ottica della creazione futura di un partito unico?
Il centrodestra è nato 27 anni fa grazie alla straordinaria intuizione e lungimiranza politica del nostro Presidente Silvio Berlusconi, per cui sono favorevole ad una ulteriore modalità di unità, anche nella prospettiva di un partito unico, magari attraverso lo step intermedio della federazione.
In che modo sarebbe per lei possibile avvicinare le nuove generazioni alla politica?
La mia generazione è stata purtroppo l’ultima a formarsi politicamente nelle sedi di partito, attraverso il confronto diretto fra opinioni ed esperienze. Oggi questo non accade quasi più e negli ultimi anni anzi è passata addirittura l’idea che si possa fare politica senza un’adeguata formazione. Al contrario, invece, ritengo che competenze specifiche e formazione “sul campo”, sui territori, siano indispensabili. Con l’avvento del web, dei social, tutto il mondo della comunicazione, compresa quella politica, è cambiato. Si tratta di strumenti che possono rappresentare un’opportunità, un canale per intercettare l’interesse dei giovani e avvicinarli alla politica.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Mi auguro di continuare a occuparmi di politica in ambito nazionale, come ho l’onore di fare da quasi quattro anni, mantenendo sempre ben saldo il rapporto con il mio territorio a beneficio della crescita e dello sviluppo delle nostre comunità.
Intervista ad ALDO MARCHESE
Partiamo subito! Capo staff della comunicazione del Presidente Anna Maria Bernini, e dal 2020 Vice Coordinatore Forza Italia per l’Emilia Romagna, quale dei due ruoli lo trova più appassionante?
La politica in ogni sua declinazione è passione. Lo era anche quando, da giovane studente di Scienze Politiche a Bologna, venivo coperto di insulti (e non solo) durante i volantinaggi. Inutile negare che l’esperienza con il Presidente Bernini mi stia arricchendo sotto tanti punti di vista e mi sta permettendo di imparare cose che i libri non avrebbero mai potuto insegnarmi. Le devo molto.
Molto del suo tempo è speso nelle sale del Senato, davvero è quell’ apparato statale lento, macchinoso, improduttivo e costoso, come spesso viene definito (così come la camera dei deputati)?
Assolutamente no anzi. Le istituzioni hanno però certamente tempi e meccanismi delicati quanto importanti. In Senato ho la fortuna di interfacciarmi con funzionari di Stato di altissimo livello. Donne e uomini con cultura ed esperienze invidiabili.
Pausa dalla politica, in cosa era impegnato Aldo Marchese prima della “chiamata in politica”?
La malattia per la politica ahimè ce l’ho sin dalla culla, quindi non esiste un “prima”. Dopo aver conseguito un Dottorato di ricerca e girato un po’ l’Europa per motivi di studio, ho lavorato, per diversi anni, come direttore marketing di un’azienda medicale del bolognese. Nel tempo libero, essendo scarsissimo con i piedi, ho fatto l’arbitro di calcio riuscendo a fare una discreta carriera nazionale.
Torniamo a noi, capo della comunicazione. Oggi Forza Italia ha un calo di consensi, e nonostante sia stato, grazie al Presidente Berlusconi, il partito che ha inventato una nuova comunicazione, oggi è indietro rispetto ai suoi alleati. Come è cosa deve cambiare?
A Forza Italia va il grande merito di aver completamente rivoluzionato, nel 1994, la comunicazione politica in Italia. Oggi Forza Italia soffre della stessa crisi di tutti i grandi partiti moderati e conservatori delle democrazie occidentali. I social network hanno stravolto il modo di fare comunicazione politica in pochissimi anni e personalmente ritengo non in meglio. I contenuti, spesso anche di bassa qualità, che invadono i social, producono meccanismi distorti nella comunicazione: riescono nell’intento temporaneo di intercettare masse di voti che, però, risultano molto ‘fluidi’, spostandosi facilmente verso quei partiti che sanno, in quel momento, meglio interpretare il sentimento di protesta e il “malpancismo”. Ma non credo che questo sia un vero consenso. La coerenza dei partiti moderati paga sul lungo termine, quando scompare l’illusione del finto cambiamento e le persone si rendono conto che governare è una cosa seria. La tragedia della pandemia, nonostante tutto, credo abbia saputo risvegliare le coscienze delle persone dalla pericolosa fascinazione del populismo/qualunquismo. Uno non vale uno e le soluzioni alle enormi sfide della contemporaneità non possono essere contenute in un tweet o in una grafica su Facebook. C’è un disperato bisogno di esperienza e competenza. In questo senso Forza Italia, con la sua classe dirigente, può, anzi deve tornare assoluta protagonista.
Domanda scomoda, ma necessaria. DDL Zan. Affossato proprio in Senato, più per demeriti della sinistra che per meriti del CDX (parere personale); come mai un tema così importante, la coalizione di cui fa parte FI o la stessa FI, fatica a fare proprio ?
L’Italia ha estrema urgenza di dotarsi di una normativa che punisca i reati a sfondo omotransfobico: siamo, infatti, l’ultima grande democrazia occidentale ad essere scoperta in tal senso. Il suo significato simbolico, più che operativo, sarebbe molto importante per tutta la nostra società. Poi è chiaro a tutti che non si può impedire alle persone di odiare con una legge, magari fosse così semplice. Il Partito Democratico è il vero mandante dell’affossamento del DDL Zan. Lo dicono i numeri del voto e lo dice l’atteggiamento “dispotico” con cui hanno provato ad imporre un testo così mal scritto all’Aula del Senato. Tutti gli addetti ai lavori sapevano che i numeri non c’erano ma forse era proprio questo l’obiettivo di Letta. Posso testimoniare l’impegno che il Presidente Bernini ha messo nel cercare di trovare una sintesi e portare a casa un risultato coerente. Forza Italia, nella sua componente più autenticamente liberale, era pronta a fare la sua parte, bastava davvero poco e le espressioni del volto di Bernini e di molti altri Senatori di Forza Italia impietriti al momento della comunicazione del voto parlano da sole. I giallorossi hanno preferito la conta e hanno perso. Una parte del Centrodestra ne è uscita malissimo, quell’esultanza è stata davvero una brutta, bruttissima scena. Capisco l’enfasi politica data la tensione creata ma non c’era da festeggiare; quando in Parlamento accadono queste cose è sempre una sconfitta. Tuttavia credo sia sbagliato pensare che i diritti civili siano una esclusiva delle sinistre. Nel resto del mondo i grandi partiti liberal-conservatori sono protagonisti su questi temi. I matrimoni per le persone dello stesso sesso, per esempio, sono stati istituiti dai Conservatori in Inghilterra o grazie ai voti determinati di CDU/CSU in Germania. Stesso copione in Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia etc. Anche in Italia il centrodestra deve cominciare seriamente a occuparsi di questi temi: penso sia un errore lasciare il campo solo alle sinistre.
Rilassiamoci… progetti per il 2022 ?
Rilassarmi è spesso difficile, ma ho scelto la vita che faccio (anche se non è sempre facile). Il 2022 sarà un anno pieno di nuovi progetti con il Presidente Bernini, con Forza Italia e soprattutto con la mia Bologna! Dobbiamo assolutamente lavorare sulla formazione delle nuove generazioni di politici di ispirazione liberale. Mi prenoto per un po’ di relax nel 2023… Ah no si andrà al voto, niente.
Grazie del suo tempo, e prima di chiudere, fa un saluto a Generazione Liberale ?
Assolutamente si auspicando che la nostra generazione riesca nell’impresa di rendere l’Italia una democrazia sempre più autenticamente liberale.
Pil in aumento, debito in calo: l’Italia torna a correre?
A FIRMA DI GIACOMO BONINI
Il debito pubblico inverte la rotta, nel 2020 schizzava a 155,8% e le stime del Def di aprile parlavano di leggero aumento per il 2021, per il governo il debito avrebbe raggiunto quota 159,8%. La Nadef (nota di aggiornamento al Def) segna invece 154%. Non solo quindi il deficit non è aumentato come previsto, ma non cresce più, si riduce. Nel frattempo il Pil continua a registrare numeri positivi, +6% (contro un obiettivo del 4,5%) e conferma quanto di buono a livello economico sia stato fatto dall’Italia sotto la guida di Mario Draghi.
È vero quindi che si è fatto meglio di quanto fosse prevedibile, che la politica economica portara avanti dal ministro dell’Economia Franco (indipendente), dal ministro dello Sviluppo economico Giorgetti (Lega) e dal ministro della Pubblica amministrazione Brunetta (Forza Italia) sta portando i suoi frutti. Ma quanto durerà e come dobbiamo prendere questi dati? Ma soprattutto, l’Italia sta davvero tornando a correre?
I numeri sono corretti, ma non dicono tutto. Non dicono, ad esempio, che per il miglioramento del debito sul Pil ha giocato un ruolo importante la ripresa dell’inflazione (per ora moderata) che la Nadef traduce in una crescita dei prezzi del 1,5%. I dati non raccontano che, pur essendo molto positivo e sopra le aspettative il confronto con i numeri dello scorso anno, il paragone non dispone di un lasso temporale sufficiente per cantare vittoria. L’alta instabilità dovuta dalla pandemia rende questi numeri suscettibili a rapidi cambiamenti. Ad oggi la reputazione del governo, la credibilità internazionale e i bassi tassi d’interesse giocano a nostro favore, ma le ipotesi avanzate dalla Nadef sono particolarmente rosee, non irrealistiche, ma estremamente ottimiste. Chi scrive coltiva la speranza di vedere le misure di contenimento del Covid-19 farsi sempre meno stringenti e sempre più efficaci, ma non esclude a priori un possibile peggioramento. Il suggerimento è quindi quello di non gonfiare eccessivamente il petto per i buoni risultati finora ottenuti e di continuare a lavorare per rendere la reputazione dell’Italia ancora più credibile nel medio-lungo termine. Un motivo di fiducia è sicuramente rappresentato dalle intenzioni circa la prossima Legge di Bilancio (2022-2024). Si legge infatti nella bozza della Nadef che “sarà rafforzato il sistema sanitario nazionale, al fine di migliorare l’accesso alle cure e incoraggiare la prevenzione” e che “risorse aggiuntive saranno destinate ai rinnovi dei contratti pubblici e al rifinanziamento delle politiche invariate non coperte dalla legislazione vigente, tra cui missioni di pace e fondi di investimento”.
Questo secondo me è un buon punto di partenza per tornare a correre: responsabilità e pianificazione per non sprecare quanto fatto, per dimostrare che davvero si è invertita la rotta e che non si è trattato di un miraggio. Fondamentale è quindi non perdere la fiducia, continuare a guardare con ottimismo all’evoluzione del mercato, ma allo stesso tempo analizzare i dati in maniera oggettiva, lontana dalle fanfare che accompagnano spesso le mosse governative da parte della stampa e con un occhio di riguardo alla riforma fiscale, vero banco di prova della politica economica dell’esecutivo targato Draghi.