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Scontri No Green Pass a Bruxelles, Davide Quadri (Lega Giovani-Esteri): “Antagonisti, Anarchici e Antifa hanno creato tensione”


 
Davide Quadri, segretario internazionale Lega Giovani, che vive e lavora a Bruxelles, chiarisce la natura degli scontri che hanno infiammato la manifestazione No Green Pass di domenica.
 
<<Vivendo a Bruxelles per lavoro, posso dire con certezza che la manifestazione di domenica era assolutamente pacifica; ben lontana dal racconto che i media italiani stanno facendo in queste ore>>.
 
Quadri punta il dito sui gruppi antagonisti dell’estrema sinistra: <<Ero presente alla manifestazione con alcuni amici dell’area nazionalista Fiamminga e abbiamo potuto vedere coi nostri occhi che la quasi totalità dei partecipanti era lì in modo pacifico. Ad un certo punto però abbiamo notato che si erano infiltrati nel corteo alcuni personaggi a volto coperto che non erano presenti alla stazione (da dove è partito il corteo) con abbigliamento e comportamenti provocatori e con atteggiamenti da agitatori organizzati. Finché non sono saltate fuori le bandiere degli Antifa e degli Anarchici provocando gli scontri. Come fanno abitualmente d’altronde>>.
 
Il Segretario Internazionale Lega Giovani continua: <<Non mi interessa entrare nella polemica Green Pass sì, Green Pass no; quello che si percepisce in questi ultimi tempi però, da parte della maggior parte dei media è una volontà di polarizzare la situazione dividendo i cittadini in “buoni e cattivi” e generalizzare le azioni violente di gruppi organizzati e singoli che scendono in piazza con lo scopo di creare problemi>>.
 
E conclude con una battuta: <<Non so cosa ci sia di violento in una persona con un cartello per liberare i Pangolini>>.

DIALOGO CON DAVIDE QUADRI: L’ATLANTISMO È BASE PER COSTRUIRE IL FUTURO. SALVINI LEADER DI UN CENTRODESTRA VINCENTE

Abbiamo intervistato Davide Quadri, Responsabile nazionale esteri della Lega Giovani, da anni impegnato nella cura dei rapporti internazionali della giovanile, incentrati sulla vicinanza alle grandi democrazie occidentali ed ai valori della libertà individuale. Il nostro dialogo con lui ha spaziato dall’importanza della collocazione geopolitica per l’Italia, al futuro del centrodestra. Inoltre, è stato prezioso ascoltare il racconto delle esperienze che lo hanno reso uno dei giovani maggiormente promettenti del panorama politico nazionale.

Quali sono i tuoi riferimenti culturali ed ideologici?

Innanzitutto grazie mille per l’opportunità che mi avete dato. Sono abbastanza curioso di mio: spazio molto, da un pensiero conservatore cattolico classico, figlio anche della formazione tradizionale datami in famiglia, all’approcciarmi per spirito ribellistico a pensieri controcorrente come quelli del tradizionalismo di stampo euroasiatico, fino alla passione per il pensiero economico libertario di luminari come Von Hayek o Hoppe, scoperti nel mio percorso di studi in Economia. Sono abbastanza poliedrico, cerco sempre di trovare una sintesi mia e di non fermarmi agli slogan.

Come si è svolto il tuo avvicinamento alla Lega Giovani, che ti ha portato poi ricoprire il pregevole ruolo di responsabile esteri?

Mi sono avvicinato alla Lega già nel lontano 2008, all’età di 16 anni, quando con un mio caro amico andai al primo comizio del Capo, Umberto Bossi. Lì qualcosa mi ha folgorato. Ho sentito nascere uno spirito di ribellione verso un sistema che stava cancellando la nostra storia ed identità, in favore di un mondo senza radici. Da quel momento il mio percorso personale e politico è cresciuto tanto. Partendo attivista, sono poi diventato responsabile MGP Varese, sedendo nel direttivo di una sezione che vedeva figure di riferimento come Roberto Maroni, passando per sconfitte cocenti ma formative, come le elezioni comunali di Varese del 2016, fino a ricoprire il ruolo di coordinatore provinciale del Varesotto, assistendo così a tanti successi di squadra, amici e giovani militanti. Sul fronte dei rapporti internazionali, insieme a un ottimo gruppo di amici, abbiamo ereditato il lavoro già svolto prima dall’ora Vice Presidente della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, Paolo Formentini. Un lavoro cresciuto anche grazie alla visibilità che la Lega ha ottenuto con la segreteria di Matteo Salvini, vero riferimento internazionale per la galassia sovranista e conservatrice, dal Pacifico all’Atlantico.

Quanto è importante riconoscersi nei valori atlantisti e liberali delle grandi democrazie d’occidente? In che modo tali principi si possono trasmettere sempre più alle nuove generazioni?

È fondamentale per me riconoscersi nei valori cardine dell’uomo, della famiglia e delle comunità, per trasformarli in perno del proprio agire politico, soprattutto in questi tempi dove le vere libertà vengono erose tra gli applausi del mainstream. I valori che si trovano tra le due sponde dell’Atlantico sono quelli di una civiltà che ha forgiato il mondo, di cui dobbiamo essere fieri. Tuttavia, per rispetto di questa civiltà è anche doveroso non essere mai acritici, restando fermi rispetto ai fenomeni che ne minano le basi, come la Cancel Culture, le tensioni razziali immotivate e la cultura WOKE. Per dirla in breve mi riconosco molto nell’America che sventola la Bandiera di Gadsden, meno in quella di Hillary Clinton.

Da più di un anno avete instaurato una partnership con la giovanile del Grand Old Party. In che modo è nata questa collaborazione?

La collaborazione con gli Young Republican e con diverse federazioni dei College Republican United sono nate grazie a quel “America First” in cui è impossibile non ritrovarsi, lanciato da Donald Trump annunciando la sua candidatura alle Presidenziali nel 2015, scendendo le scale mobili della Trump Tower. Da lì, le interlocuzioni si sono intesificate molto grazie anche all’ampia comunità italiana che vive da tempo negli States e che rappresenta energia fortissima nella spinta propulsiva del GOP. 

Quali sono i futuri progetti in politica estera della Lega Giovani?

Il nostro sforzo principale ad oggi è quello di fare sintesi, federando le realtà giovanili patriottiche e conservatrici in Europa. Siamo stati a Helsinki, Lisbona, Varsavia e Budapest, come in ogni stato europeo che vede un movimento o un partito a noi affine. Lavoriamo per far crescere questa rete e preparare il risveglio dei popoli europei, al fine di riportare l’Europa centrale nel mondo, più vicina ai suoi cittadini. Parafrasando qualcuno: far tornare grande l’Europa!

Al di là dell’ambito partitico, che interessi e passioni curi nella tua vita?

Per tanti anni ho praticato Judo, da lì è scaturita una grande passione per le arti marziali e gli sport da combattimento. Inoltre, menziono i miei studi in economia ed il metal, da quello mainstream ai generi più hard, ma anche più profondi e particolari.

Come prospetti ed auguri il futuro della coalizione di centrodestra?

Semplicemente una coalizione a guida Salvini, che con la parola d’ordine “Prima l’Italia” continui ad essere protagonista su scala internazionale, senza però cedere alla sirena del mondialismo. Ancorati alle proprie radici ma proiettati nel domani, ripartendo dal tema del federalismo e da uno stato più giusto, sulle tasse come sui valori.