Intervista a Claudia Majolo

Abbiamo intervistato Claudia Majolo, presidente nazionale dell’Unione Praticanti Avvocati. La sua storia e le sue prospettive sono per noi importanti, al fine di comprendere le evoluzioni future di un settore che è strettamente necessario per la rinascita della nostra nazione.

MAJOLO: “ANCHE DA NOI GIOVANI GIURISTI PASSA IL FUTURO DI QUESTO PAESE”

Quando e come nasce U.P.A.?

L’Unione Praticanti Avvocati nasce su mia iniziativa, spinta dall’amore per la professione forense e per la politica che mi ha trasmetto il mio defunto nonno – l’Avv. Franco Majolo – a cui ero estremamente legato e che per me è stata una continua fonte di ispirazione. Mi sono resa conto, infatti, che dovevo fare qualcosa per riformare l’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense e per migliorare, per quanto possibile, la condizione del giovane laureato in giurisprudenza. Oggi, infatti, dal momento del conseguimento della laurea fino all’ottenimento dell’abilitazione forense passano in media almeno tre anni; tre anni in cui il giovane laureato non ha diritto ad alcuna reale forma di retribuzione. A ciò si aggiunga la nota situazione dell’inferno dell’esame di abilitazione ove fino al 70 % dei candidati viene bocciato agli scritti, i cui esiti vengono pubblicati dopo 8 mesi dallo svolgimento delle prove, senza una reale motivazione. In questo quadro, ho ritenuto doveroso intervenire e l’ho fatto fondando quest’associazione nell’anno 2019. La nostra priorità è stata, appunto, quella di chiedere una riforma dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense che, a nostro avviso, data anche l’emergenza pandemica, poteva essere svolto solo e soltanto “in forma orale”. Siamo contenti che le nostre richieste, portate avanti interloquendo con tutti gli attori coinvolti (Ministero, CNF, i COA maggiormente rappresentativi, etc.), siano state ascoltato dal Ministro Cartabia che – come segnalato – ha preso atto dell’impossibilità di svolgere le prove scritte in sicurezza, disponendo di conseguenza lo svolgimento dell’esame di abilitazione in forma orale.

Che effetto hanno avuto l’emergenza pandemica, economica e sociale sulla categoria da lei rappresentata?

L’emergenza ha avuto effetti devastanti sulla categoria dei praticanti avvocati e, in generale, dei giovani giuristi. Si è acuito ulteriormente il divario tra chi ha la fortuna di avere condizioni socio-economiche che gli consentano di avviarsi agevolmente all’esercizio della professione e chi, invece, deve costruirsi il proprio futuro contando solamente sulle sue forze. Indice di ciò è il continuo abbandono dall’esercizio della professione da parte di giovani avvocati che, per mancanza di lavoro e, dunque, di reddito, non riescono a sostenere le ingenti spese. La speranza è che il PNRR elaborato dal Governo Draghi possa, in una qualche misura, ridare dignità ai giovani neolaureati in giurisprudenza. In tal senso, U.P.A. ha voluto rendersi ancora una volta protagonista, partecipando a incontri istituzionali per la riforma del corso di laurea in giurisprudenza (i veri problemi all’avviamento al lavoro nascono da lì, ovvero da una facoltà ad oggi troppo teorica e senza un taglio pratico), per la riforma dell’accesso in magistratura, per la riforma del sistema di cassa forense, etc. In altri termini, l’associazione che presiedo vuole essere parte attiva, a 360°, dell’auspicabile cambiamento che dovremmo vivere nei prossimi anni.

All’interno dell’agorà politica e mediatica si discute molto di giustizia. Che giudizio ha dell’attuale tentativo di “Riforma Cartabia” e della battaglia per i referendum di Lega e Partito Radicale?

L’argomento è talmente complesso che discuterne in poche battute rischia di comportare una valutazione riduttiva. Ad ogni modo, ritengo che la Riforma Cartabia in ordine alla prescrizione processuale sia improntata al garantire – finalmente – il principio della ragionevole durata del processo, tanto con riguardo agli interessi dello Stato, quanto soprattutto con riguardo all’imputato. Questo è un obiettivo meritorio: avere processi più veloci, ci rende più competitivi e in linea con la media europea. Ovviamente, però, scrivere una riforma è sempre ben diversa dall’attuarla. Per fare ciò occorrerà assumere personale (giudici, cancellieri, funzionari, etc.) e investire quanto più possibile in infrastrutture tecnologiche in modo da telematizzare quanto più possibile sia il processo penale che civile. Senza questo rinnovamento dell’organico giudiziario, la riforma è destinata a fallire. Con riguardo, invece, ai referendum di Lega e Partito Radicale mi limito a dire che pongono temi per lo più giusti, ma con un metodo sbagliato. Tematiche di questa portata devono essere portati all’attenzione del Parlamento e non possono essere ridotti a dei “semplici” quesiti referendari.

Quali sono le principali decisioni politiche che potrebbero giovare al suo settore lavorativo?

Le stesse per cui abbiamo svolto incontro istituzionali negli scorsi mesi:

  • La riforma del corso di laurea in giurisprudenza
  • La riforma dell’accesso alla professione forense e alla magistratura
  • L’assunzione di più personale nel settore giustizia

L’obiettivo dovrebbe essere quello di fornire al giovane laureato in giurisprudenza gli strumenti per essere competitivo nel mondo del lavoro, eliminando la discrasia che si è venuta a creare in questi anni.

Quali sono i progetti per il futuro?

Il progetto per il futuro è continuare sulla strada che abbiamo percorso sin dalla fondazione: dialogare con tutti al fine di ottenere risultati! Noi giovani giuristi abbiamo la responsabilità del nostro futuro e del futuro del nostro paese. Non possiamo permetterci di sprecare le risorse del PNRR. In questo senso U.P.A. continuerà a battersi per la tutela dei diritti e degli interessi dei giovani giuristi, affinché le importanti riforme sopra citate possano venire finalmente attuate.

Intervista all’On. Emanuele Prisco

Abbiamo intervistato l’On. Emanuele Prisco, Deputato di Fratelli d’Italia, al fine di ascoltare la sua analisi politica sull’attuale situazione sociale. Libertà personali, giustizia e futuro del centrodestra sono stati i punti cardine della nostra conversazione.

EMANUELE PRISCO: “IN EUROPA SERVE PIÙ POLITICA E MENO BUROCRAZIA”

Come valuta Fratelli d’Italia l’introduzione del Green Pass obbligatorio per poter condurre una vita sociale effettiva?

Riteniamo sia una restrizione delle libertà personali. Siamo l’unico paese europeo insieme alla Francia che lo introdurrebbe e questo diventa un colpo per economia e turismo in una nazione che fa di questo settore un caposaldo del proprio sviluppo economico. Fermo restando che dobbiamo convincere con dati certi le persone a vaccinarsi.

Il vostro partito registra una crescita di consensi esponenziale e costante. Siete convinti di poter ambire ad essere il primo partito nazionale alle prossime elezioni?

A mio avviso l’importante è che il centrodestra si presenti unito alle elezioni e possa vincere con un progetto chiaro per l’Italia. Le maggioranze eterogenee, come abbiamo visto in questi ultimi due governi, portano solo a compromessi al ribasso e alla Nazione serve volare alto. I sondaggi confermano una crescita di Fratelli d’Italia e l’apprezzamento verso il nostro presidente Giorgia Meloni determinata dalla chiarezza delle nostre posizioni e dalla coerenza dimostrata rispetto agli impegni presi con i cittadini.

Fratelli d’Italia ritiene fondamentale un profondo cambiamento all’interno del nostro sistema giudiziario. Pensate che la strada dei referendum, tracciata da Lega e Partito Radicale, sia una soluzione efficace?

Li sosteniamo quasi tutti. A mio parere sarebbe auspicabile che fosse il Parlamento a fare le riforme ma non può essere una maggioranza con gli afflati giustizialisti del Movimento 5 Stelle e il garantismo di Forza Italia. Dopo quanto emerso sul caso Palamara una riforma soprattutto del sistema elettorale del Csm è necessario. Per questo proponiamo il sorteggio per limitare il potere delle correnti. Ma non dimentichiamo che la stragrande maggioranza dei magistrati sono fuori da queste dinamiche e sono servitori fedeli dello Stato.

Come prospetta il futuro del centrodestra al Parlamento Europeo? C’è bisogno di un avvicinamento tra i gruppi ed i partiti europei che condividono maggiormente ideologie conservatrici?

Perché no. Chi condivide l’idea dei Padri costituenti europei di una confederazione di stati sovrani e non una unione burocratica di sovrastrutture che non rispettano i cittadini e le identità delle singole nazioni è bene che si ritrovi, ma noi vogliamo salvare l’Europa e non affondarla. Più politica e meno burocrazia.

Che risultati si aspetta il suo partito dalla tornata elettorale del prossimo autunno?

Fratelli d’Italia come sempre farà la propria parte per far vincere il centrodestra con lealtà e coerenza come sempre e porteremmo il nostro contributo qualificante di idee e candidati.

All’interno dell’agorà politica e mediatica si discute molto del futuro della coalizione di centrodestra. Ritiene possibile l’avvento e la creazione di un partito unico, magari sulla scia del partito repubblicano americano?

Siamo in Italia non dobbiamo copiare gli altri. Credo che il centrodestra sia più forte se può rappresentare sensibilità varie ma compatibili. L’importante è lavorare con serietà e correttezza perché le coalizioni si reggono soprattutto sul rispetto reciproco.

Intervista all’On. Marco Osnato

Abbiamo intervistato l’On. Marco Osnato, dal 2018 è Deputato di Fratelli d’Italia e Capogruppo in Commissione Finanze, oltre ad essere membro e segretario della Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale. Aver conversato con lui ci ha permesso di scoprire dettagli importanti per il futuro del suo partito, in Italia come in Europa.

OSNATO: “PUNTIAMO SU UN FORTE PROGETTO DI CONSERVATORISMO ED UNITÀ IN EUROPA”

Come valuta Fratelli d’Italia l’introduzione del Green Pass obbligatorio per poter condurre una vita sociale effettiva?

Siamo stati tra i primi a chiedere un Green Pass nei mesi scorsi, per aumentare le libertà e favorire la ripresa del turismo. Strumento però che doveva essere strutturato in maniera completamente differente rispetto a come definito ed attuato ora. Queste modalità non ci trovano certo favorevoli.

Il vostro partito registra una crescita di consensi esponenziale e costante. Siete convinti di poter ambire ad essere il primo partito nazionale alle prossime elezioni?

Non facciamo politica per ottenere una medaglia, preferiamo lottare per mostrare i nostri valori ed ottenerne condivisione. Se ciò ci porterà a diventare il primo partito nazionale ben venga, altrimenti saremo comunque fieri del lavoro svolto.

Fratelli d’Italia ritiene fondamentale un profondo cambiamento all’interno del nostro sistema giudiziario. Pensate che la strada dei referendum, tracciata da Lega e Partito Radicale, sia una soluzione efficace?

Pensiamo che sia necessaria una profonda riforma del nostro sistema giudiziario. Approviamo la battaglia della Lega e del Partito Radicale sui referendum, appoggiandone però solo 4 dei 6. Infatti, crediamo che la Legge Severino vada cambiata ma non completamente cancellata. Anche la carcerazione preventiva non può essere completamente accantonata.

Come prospetta il futuro del centrodestra al Parlamento Europeo? C’è bisogno di un avvicinamento tra i gruppi ed i partiti europei che condividono maggiormente ideologie conservatrici?

Stiamo lavorando con la nostra presidente dell’ECR Giorgia Meloni proprio per questo. È questa la nostra prospettiva, chi si sente di seguire questo percorso con noi è ben accetto.

Che risultati si aspetta il suo partito dalla tornata elettorale del prossimo autunno?

Un grande risultato. Riprenderemo la guida di molte città italiane, soprattutto puntiamo a conquistare Napoli come centrodestra per la prima volta e ad affermarci in maniera netta a Torino.

All’interno dell’agorà politica e mediatica si discute molto del futuro della coalizione di centrodestra. Ritiene possibile l’avvento e la creazione di un partito unico, magari sulla scia del partito repubblicano americano?

Non escludo mai nessuna possibilità per il futuro. Al momento però non credo sia iniziativa prioritaria ed è comunque una strada complessa da ottenere. Penso che le diversità di partito vi stiano dando maggiore possibilità di raggiungimento di consenso e condivisione.

Intervista On. Domenico Furgiuele

Abbiamo intervistato l’On. Domenico Furgiuele, Deputato calabrese della Lega, per scoprire le prospettive del suo partito sul panorama territoriale e nazionale. L’orgoglio per le radici e per le identità, insieme alle ambizioni di costruzione di un’Europa dei Popoli, sono la base su cui innalzare i progetti politici del futuro

ON. DOMENICO FURGIUELE: “CON LA LEGA AL GOVERNO LOTTA ASSICURATA AD IMPOSIZIONI DI STAMPO SOVIETICO. GRANDE PARTITO REPUBBLICANO? BISOGNA CREDERCI, SARÀ UN CAMBIAMENTO IRREVERSIBILE A CUI TUTTI DOVRANNO ADEGUARSI

Come procede la raccolta firme per i referendum sulla giustizia?

Molte bene, i numeri sono alti, oltre le nostre aspettative, credo che l’obiettivo delle 500.000 firme per quesito sia vicino. Noto infatti una mobilitazione e un interesse che vanno oltre i confini politici dei soggetti promotori, segno che abbiamo risvegliato la coscienza civile del paese che sonnecchiava in una sorta di letargo indotto dalla cultura giustizialista e manettara degli ultimi decenni. È come se la Lega, insieme ai Radicali, avesse incoraggiato l’espressione del dissenso generalizzato, ma fino a qualche tempo fa sottotraccia, nei confronti delle tante, troppe storture giudiziarie che hanno reso la Patria del diritto una culla del rovescio. Troppi errori, tempi di durata di procedimenti e processi intollerabili per una democrazia occidentale, nessun filtro a certe pratiche che sanno di arbitrio. La giustizia va riformata con rigore e determinazione. I tempi sono maturi e il prestigio dell’ordine giudiziario è sceso a livelli imbarazzanti, basti leggere il caso Palamara che fotografa bene il degrado insito in molte istituzioni giudiziarie. La riforma che arriverà dai referendum sarà a tutela dei cittadini, del giusto processo ma anche a tutela della stragrande maggioranza dei magistrati che opera in silenzio e con sacrificio.

È possibile trasmettere ai cittadini il bisogno di una battaglia per una giustizia giusta,  che superi gli steccati ideologici e le rispettive provenienze politiche?

La partecipazione che stiamo registrando ai nostri gazebo è sintomo di una voglia trasversale dei cittadini di cambiare le tante cose che non vanno nel sistema giudiziario italiano. Le adesioni che si stanno avendo dimostrano plasticamente che quella per la giustizia è una battaglia di civiltà e sulla civiltà la convergenza non può che essere larga.

In Calabria si rinnoverà il Consiglio Regionale, nella tornata amministrativa autunnale. Cosa si aspetta la Lega da queste elezioni?

Un grande risultato a due cifre. Ce lo meritiamo dopo i sacrifici profusi In questo terribile periodo. La perdita di Jole Santelli ci ha sconvolti e gettati nello sconforto più totale facendoci sentire orfani di una figura che in pochissimo tempo ha costretto il governo nazionale a tenere nella debita considerazione la nostra terra. In questo solco si è successivamente innestata l’opera di Nino Spirlì, e quindi dell’intera Lega Calabria, che il nostro governatore ha sempre consultato e reso partecipe delle scelte più delicate, soprattutto quelle che hanno riguardato la gestione della pandemia in una terra che si trova a dover fronteggiare i disastri di un sistema sanitario da terzo mondo. La Lega ha tenuto nel momento peggiore della storia calabrese la barra del governo regionale dritta. Credo che ciò sarà riconosciuto dai cittadini cui abbiamo reso un’opera che, magari non sarà stata appariscente, ma si è distinta per maturità.

Ritiene che il Green Pass obbligatorio possa essere uno strumento lesivo delle libertà individuali dei cittadini, oltre ad essere dannoso per l’economia nazionale?

Mi chiedo che senso abbia l’obbligatorietà di un assurdo passaporto per vivere la vita sociale, perché questo è il Green Pass, senza che il tutto sia supportato dall’ obbligo vaccinale. Una follia di stampo sovietico, che mi fa rabbrividire, come tutto quello che svilisce l’impianto delle libertà costituzionali. Abbiamo sostenuto e sosteniamo il governo Draghi perché per il suo tramite vogliamo ossigenare il paese di quella libertà che il governo Conte gli aveva tolto con provvedimenti eccessivamente limitativi e depressivi soprattutto per la libera impresa. Il Green Pass è indubbiamente un ritorno al passato Contiano. Esso puzza di controllo, di illiberalità, di un passato che non vogliamo più vivere. L’Italia con la Lega al governo non sarà mai una versione aggiornata della DDR. Ci opporremo con fermezza ad ogni tentativo di ritorno al buio, questo è giusto che si sappia. A noi gli stati di polizia non piacciono, anche perché nuocciono all’economia e allo spirito della Costituzione repubblicana. Noi vogliamo che Draghi continui a fare Draghi, non l’imitatore di Erich Honecker della Germania dell’est.

Quali sono le proposte della Lega per superare la crisi economica e sociale attuale?

Iniettare le risorse comunitarie nella carne rinsecchita del sistema Paese, in maniera omogenea, evitando discriminazioni. Il Sud in questa partita decisiva per il futuro del paese  deve giocare un ruolo importante anche perché sia il nord che il resto d’Europa si sono resi conto che non potrà esserci sviluppo vero se la Calabria, la Campania, il Molise, la Basilicata, la Puglia la Sicilia non si risollevano. In questo senso, il progetto su cui bisogna fare perno, come ripeto da anni, è il ponte sullo stretto. Si tratta dell’unica vera grande epocale opera continentale, si tratta di un cantiere che da solo sarebbe capace di mettere seriamente in moto l’economia di un’intera nazione, e anche oltre. Anche in questo ambito ci sono tutte le condizioni per procedere in una direzione virtuosa  che potrebbe significare ricchezza lavoro sviluppo.

In che modo valuta e prospetta il futuro della coalizione di centrodestra? Sarà possibile la creazione di un partito unico, magari sulla scia del Partito Repubblicano Americano?

Mi piacerebbe un partito della Patria, ispirato al più sano conservatorismo di matrice continentale, capace di guardare all’Europa come la Comunità delle patrie, e non come una babele di burocrati che succhiano sangue e sovranità agli Stati identitari. Già De Gaulle immaginava un progetto simile, peccato che la tecnocrazia imperante abbia imposto una costruzione senza valori. Un grande partito repubblicano sicuramente potrebbe contribuire alla costruzione di un’Europa migliore rispettosa delle peculiarità di ogni Nazione, ma non dimentichiamo che l’Italia è un paese con tante, forse troppe sensibilità che ancora impediscono la realizzazione di un soggetto unico liberale e repubblicano. Reputo, tuttavia, il dialogo in corso tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi molto importante ai fini di un’azione politica  più coesa. Bisogna crederci, perché se questa volta andrà bene, il processo sarà irreversibile e anche gli altri dovranno adeguarsi.

Intervista all’On. Alessandro Cattaneo

Abbiamo intervistato l’On. Alessandro Cattaneo, già sindaco di Pavia ed attuale Deputato di Forza Italia. La sua esperienza e formazione politica territoriale rendono ancor più importante la conversazione  avuta con lui, in un momento storico in cui sii avrà certo bisogno di competenza e determinazione, per raggiungere il nuovo Umanesimo in cui tutti speriamo.

CATTANEO: “BASTA ASSISTENZIALISMO, SERVONO RIFORME SHOCK PER LA RINASCITA NAZIONALE”

Come valuta Forza Italia l’introduzione del Green Pass obbligatorio per poter condurre una vita sociale effettiva?

Credo che oggi più che mai sia il momento della coesione, delle idee chiare, della fiducia nella scienza, valori che devono venire prima di qualsiasi calcolo elettorale. Il vaccino è il modo che abbiamo per liberarci dalla pandemia e il Green Pass è uno strumento in più per riaprire attività oggi chiuse, per far tornare i nostri bambini nelle scuole a settembre in sicurezza e per scongiurare un altro lockdown a settembre. Apprezzo quindi la linea di Mario Draghi e trovo come sempre molto responsabile e coerente la posizione del Presidente Berlusconi

Pensa la battaglia per i referendum sulla giustizia possa realmente scardinare il marcio presente attualmente nella magistratura italiana?

Nessuno più di noi di Forza Italia, memori di quello che ha dovuto subito Silvio Berlusconi, ha a cuore una riforma radicale della giustizia italiana. Occorre una giustizia che garantisca le persone per bene, veloce ed efficiente per tutti, soprattutto per le imprese che hanno bisogno di certezze. Pensiamo che chi sbaglia debba pagare: vale in qualsiasi professione, deve valere anche per i magistrati, che inoltre devono fare carriera se sono bravi, non in virtù dell’appartenenza a questa o a quella corrente piuttosto che attraverso la tessera di un partito. Tutto questo con meccanismi veri e non autoreferenziali. Sono battaglie che portiamo avanti con grande decisione da tempo in Parlamento, il referendum è certamente uno strumento che può dare valore a questo percorso di riforma

Quali sono i punti cardine della proposta di Forza Italia per un fisco più giusto?

Siamo da sempre, con coerenza, orgogliosamente liberali e le nostre proposte vanno concretamente nella direzione di uno Stato amico di chi lavora e di chi produce reddito. Perché se non viene prodotto, è impossibile redistribuirlo. Al contrario di logiche ispirate al più becero assistenzialismo, noi vogliamo un fisco che agevoli chi lavora, chi voglia assumere. Indicative sono state le proposte migliorative che abbiamo presentato in sede di discussione parlamentare sul DL Sostegni: liquidità subito per le piccole imprese dopo questo anno e mezzo di grande difficoltà, più coraggio nella rottamazione di cartelle esattoriali frutto di tasse e burocrazia folli, strumenti per incentivare il lavoro con voucher immediatamente utilizzabili. E’ necessario un fisco che liberi la voglia di lavoro e di impresa per fare ripartire l’Italia

Cosa si aspetta il suo partito dalla tornata elettorale del prossimo autunno?

Se negli ultimi anni la politica ha subito un’evidente accelerazione in senso populista e demagogico, la pandemia ha messo in luce il valore della competenza, enormemente visibile nella differenza tra i governi Conte e il governo Draghi. Forza Italia crede fortemente in questo modo di fare politica, basato sullo studio, sulla competenza e sul senso di responsabilità che devono sempre venire prima dei like sui social network. Credo che i cittadini in questi mesi e oggi possano vedere quanto sia importante il valore della buona politica e Forza Italia si presenterà alla tornata elettorale nel prossimo autunno con candidati preparati e programmi coerenti con la nostra tradizione politica e più che mai attuali


Quali sono le vostre proposte per ottenere una piena ripartenza sociale ed economica?

Così come la pandemia è stata uno shock, per ripartire è necessario un elettroshock, senza esitazioni. Non servono piccoli correttivi magari ispirati a forme diffuse di assistenzialismo, bensì un piano di riforme finalmente in grado di dare una scossa all’Italia. Fisco, Giustizia, Burocrazia: sono questi i pilastri su cui le riforme devono concentrarsi, per mettere i cittadini nelle condizioni di vivere, lavorare e realizzarsi in Italia senza l’angoscia di tasse irragionevoli, di una burocrazia sfiancante, di una giustizia troppo spesso ingiusta e lenta. Solo così l’Italia riuscirà a competere in Europa e nel panorama internazionale


Come valuta il futuro del centrodestra? Si potrà arrivare alla creazione di un partito unico, magari sulla scia del partito repubblicano americano?

“Più degli aspetti strutturali dei partiti e delle coalizioni, contano i programmi e la coerenza nel portarli avanti. La sintesi tra diverse forze politiche del centrodestra che per anni era riuscito a garantire Silvio Berlusconi è ancora attuale su tantissimi territori dove il centrodestra governa e governa molto bene. Nel momento in cui questa sintesi si basa sui contenuti, le identità politiche del centrodestra hanno dimostrato di poter coesistere in funzione del buon governo, indipendentemente dal modello aggregativo/partitico”.

Intervista all’On. Fabrizio Bertot

BERTOT: “SERVE ASSOLUTAMENTE UN’EUROPA CONFEDERALE. NOI IN UE RADICATI NELLA GRANDE FAMIGLIA POLITICA DEI CONSERVATORI INGLESI”

Abbiamo intervistato l’On. Fabrizio Bertot, già Eurodeputato e sindaco di Rivarolo Canavese, per scoprire la sua analisi e le sue prospettive riguardo l’attuale panorama politico nazionale.

Ad oggi, Bertot è esponente di Fratelli D’Italia per la Regione Piemonte, Segretario Provinciale di Torino per il partito e Responsabile regionale dell’associazione culturale “CulturaIdentità”.

 

On.Bertot, come valuta la battaglia politica per i referendum sulla giustizia? Ha già firmato?

Non ho ancora firmato. Tuttavia, la battaglia è pienamente combattuta anche da noi di Fratelli D’Italia, che stiamo raccogliendo le firme per 4 dei 6 referendum proposti dalla Lega e dal Partito Radicale.

 

Come si può far comprendere ai cittadini che una battaglia simile è da combattere al di là degli steccati ideologici e delle singole provenienze politiche e partitiche?

Penso che i cittadini siano già molto sensibilizzati, lo dimostra soprattutto l’ampia affluenza che si registra per la raccolta firme. Anzi, devo ammettere di essere sorpreso. Ho sempre interpretato la giustizia quale argomento importante all’interno della politica, ma poco interessante per i comuni cittadini ed elettori. Eppure, ho notato che negli ultimi anni l’interesse degli italiani per la tematica è stato ed è oggi parecchio notevole.

Come valuta lo strumento del Green Pass e la sua introduzione obbligatoria nella vita dei cittadini italiani? Pensa che possa ledere al nostro Stato di Diritto?

In primis dobbiamo ricordare che si tratta di un decreto legge, quindi al momento del passaggio parlamentare potrà essere oggetto di modifiche e discussioni in entrambe le Camere. Inoltre, penso sia l’ennesimo strumento da cavalcare mediaticamente dalla politica, volta a sensibilizzare l’agorà popolare e mediatica su tematiche non urgenti. Credo che il provvedimento sarà nel caso utilizzato in maniera marginale e per un periodo limitato di tempo. Mi ricorda il dibattito che si creò sull’App Immuni, poi naufragato in fretta. Sono comunque contrario al Green Pass per la quotidianità, accettandolo invece per i grandi eventi che possono produrre grandi assembramenti.

 

In che modo prospetta il futuro del centrodestra? Sia sul piano nazionale che territoriale.

Sul piano territoriale sono molto fiducioso e positivo. Mi esprimo ovviamente per la provincia di Torino (dove sono Segretario Provinciale di Fdi) e la regione Piemonte. In tutti i comuni regionali sopra i 15mila abitanti saremo uniti come coalizione, in molti casi anche allargati a liste civiche. Sul piano nazionale capisco imbarazzo e difficoltà di Lega e Forza Italia a dover fronteggiare problematiche derivanti da una maggioranza di governo così variegata e composta principalmente da PD e 5stelle. Per esigenza di fedeltà all’esecutivo si stanno ritrovando ad accettare provvedimenti errati, incomprensibili e distanti soprattutto da quelle che sono anche le loro posizioni. Tuttavia, la prospettiva di correre insieme e governare insieme alle prossime elezioni nazionali è forte, al netto delle diversità interne alla coalizione che ci differenziano.

 

Quanto sarà importante ripartire dai territori per rilanciare il nostro tessuto sociale ed economico nel post pandemia?

Sarà fondamentale l’apporto dei territori per la ripartenza. Essi sono la base dove costruire proposte politiche solide e radicare le proprie proposte tra i cittadini. Infatti, i partiti che non riescono ad insediarsi e costruire basi solide nei territori (come il M5S) finiscono poi per subire contraccolpi importanti anche sul piano nazionale, non disponendo della dovuta base.

 

Da politico con un passato al Parlamento Europeo, come valuta l’attuale struttura della UE? È necessario un profondo cambiamento di essa?

Assolutamente si. La UE deve trasformarsi in una confederazione di stati che delegano una struttura sovranazionale esclusivamente su determinate materie di interesse comune. È utile che ci sia una casa comune delle diverse famiglie europee, con una struttura però completamente differente rispetto a quella attuale, che nel passato ha dimostrato il proprio fallimento. Noi siamo orgogliosi della nostra collocazione nell’Unione, che ci vede a capo dell’ECR con la presidente Giorgia Meloni e dunque ancorati alla grande famiglia politica fondata dai conservatori inglesi.

 

 

 

 

Intervista On. Erik Umberto Pretto

Abbiamo intervistato l’On. Erik Pretto, Deputato della Lega, al fine di
comprendere la sua prospettiva ed ottenere una sua analisi sulle tematiche
principali per il futuro della nostra nazione

PRETTO: “SULLA NECESSITÀ DI UNA GIUSTIZIA EQUA NON POSSONO ESSERCI DIVISIONi POLITICHE”

Come procede la raccolta firme per i referendum sulla giustizia?
La raccolta firme procede a gonfie vele e finalmente dopo più di un anno si torna
fare attività sul territorio. La politica è fatta soprattutto di confronto e dibattito, l’ascolto continuo dei cittadini e il lavoro per dare risposte concrete sono proprio i punti di forza di un grande movimento politico come la Lega, che da sempre è un partito vicino ai territori e alle piccole realtà, spesso dimenticate da altri. I referendum sono una grande opportunità per tutti, avere una giustizia più veloce, equa e soprattutto imparziale è interesse di ogni cittadino italiano. Le oltre 300.000 firme raccolte finora lo dimostrano.

È possibile trasmettere ai cittadini il bisogno di una battaglia per una giustizia
giusta, che superi gli steccati ideologici e le rispettive provenienze politiche?

Ci sono temi sui quali lo scontro politico diventa inevitabile ma una giustizia equa e
imparziale non è tra questi.
Sono molte ad oggi le sottoscrizioni di politici, personaggi della televisione e
giornalisti che spesso si sono scontrati con la Lega, a testimoniare la necessità di una
battaglia per una giustizia che sia degna di questo nome, incolore e slegata da ogni
appartenenza politica e impostazione ideologica.
Questa necessità è stata più volte dimostrata anche dalla grande partecipazione da
parte di persone di tutte le fasce d’età ai gazebo organizzati nelle ultime settimane.

In autunno sono in programma elezioni in più di 1000 comuni italiani e si
rinnoverà il consiglio regionale in Calabria. Cosa si aspetta la Lega da questa
tornata elettorale?

Penso che la scelta della Lega di entrare in questo Governo sia una chiara
dimostrazione di responsabilità nei confronti dei cittadini, i quali da tempo
chiedevano delle risposte concrete e puntuali su tematiche sottovalutate e tralasciate
dall’esecutivo precedente.
Essere poi tornati a fare politica nelle piazze e tra la gente, dimostrando continua
vicinanza ai cittadini ci darà sicuramente la forza per affrontare una campagna
elettorale intensa, con la quale auspichiamo di acquisire molti nuovi amministratori
che possano contribuire al radicamento sul territorio del nostro movimento.


Ritiene che il Green Pass obbligatorio possa essere uno strumento lesivo delle
libertà individuali dei cittadini, oltre ad essere dannoso per l’economia
nazionale?


La Lega al Governo lavorerà sempre per garantire salute, lavoro e libertà a tutti i
cittadini senza imporre obblighi, multe o divieti.
Siamo infatti già al lavoro per preparare gli emendamenti necessari da presentare in
Parlamento sul Green Pass. Vaccinarsi deve rimanere una scelta libera di ogni
cittadino e non può essere imposto come obbligo, è inoltre impensabile chiedere alle
persone di fare un tampone ogni 48 ore a spese proprie per tornare a vivere
normalmente.
Bisogna anche permettere alle attività economiche, che stanno iniziando la ripresa
dopo un periodo di chiusura forzata, di lavorare senza dover fare investimenti
aggiuntivi: penso a bar e locali, ad esempio, che hanno posti a sedere solo all’interno
e che si troveranno a non poter ricevere clienti se sprovvisti di Green Pass.

Quali sono le proposte della Lega per superare la crisi economica e sociale
attuale?

Le principali proposte della Lega sono il taglio delle Aliquote IVA e l’azzeramento
dei prelievi sui i beni di prima necessità, con un programma per arrivare
gradualmente ad una Flat Tax, oltre all’alleggerimento della pressione fiscale sui
lavoratori autonomi e sulle Partite IVA, che contribuiscono a buona parte del nostro
PIL e che hanno sofferto maggiormente i periodi di chiusura.
Dobbiamo però prestare attenzione anche ai bisogni delle famiglie e al sostegno della
natalità: per questo motivo abbiamo promosso l’introduzione dell’assegno unico per
i figli minorenni.

In che modo valuta e prospetta il futuro della coalizione di centrodestra? Sarà
possibile la creazione di un partito unico, magari sulla scia del Partito
Repubblicano Americano?


Il panorama politico americano e la struttura federale degli Stati Uniti sono molto
diversi da quelli italiani, due storie e due tradizioni culturali ben distinte, per questo
il paragone risulta difficile ed improbabile.
I movimenti italiani di centrodestra hanno identità e strutture differenti, difficilmente
sintetizzabili quindi in un partito unico. Ciò non ci impedirà di trovare molteplici
punti di incontro che saranno la base e la forza di una grande coalizione con Forza
Italia, Fratelli d’Italia ed altri movimenti civici che condividano l’esigenza di
modernizzare il nostro paese. L’obiettivo rimane dunque arrivare uniti e compatti
alle prossime elezioni

Intervista all’On. Gianluca Cantalamessa

ON. GIANLUCA CANTALAMESSA: LA BATTAGLIA PER LA GIUSTIZIA GIUSTA PROCEDE SOPRA LE ASPETTATIVE. IL CENTRODESTRA SARÀ UNITO E COMPATTO PER LA VERA RINASCITA NAZIONALE

Come procede la raccolta firme per i referendum sulla giustizia?

Sarò sincero, al di là di ogni aspettativa. Aver superato già le 300mila firme raccolte in pochi fine settimana testimonia la voglia di cambiamento dei cittadini. Una giustizia più giusta, senza il correntismo interno ed il marcio che viene sempre maggiormente denunciato è qualcosa che gli italiani meritano realmente.

Si riesce a trasmettere ai cittadini il bisogno di una giustizia vera, invitandoli ad aderire a questa battaglia politica, al di là delle visioni ideologiche personali?

Penso non ce ne sia bisogno. Gli italiani hanno subito sulle proprie spalle le conseguenze della malagiustizia. Ad esempio, la durata dei processi penali e civili è l’emblema del lavoro che va migliorato e svolto. Non è pensabile che un cittadino debba vivere con la spada di Damocle di un processo pendente per anni e decenni, soggetto per di più a diffidenza e giudizio altrui.
Cambiare è necessario ed il popolo lo ha compreso, infatti sta autonomamente accorrendo a sostenere la nostra battaglia.

Che considerazione ha del Green Pass come strumento obbligatorio per accedere ai locali pubblici? È a rischio la tutela dello Stato di Diritto?

Sono favorevole a dei controlli limitati e realmente utili nella vita sociale. In occasione di grandi manifestazioni come concerti e partite negli stadi può essere utile applicare delle soluzioni simili al Green Pass. Tuttavia, nella vita comune sono certamente contrario a strumenti limitatori della vita degli italiani, che nulla producono se non ulteriore diffidenza, terrore sociale e danni notevoli per la nostra economia già lacerata.

Sul territorio napoletano e campano appare esserci sempre maggiore disagio, derivante da anni di amministrazione comunale insufficiente.
Che proposta avete per il rilancio del territorio e della sua politica?

Napoli è la mia città e sono ancor più triste quindi nel dover constatare l’abbandono subito da essa nel corso di decenni di cattiva amministrazione comunale. La sinistra ha comportato scelte sociali inadatte e controproducenti: ad esempio, l’ immigrazione incontrollata ha prodotto dei veri e proprio ghetti sociali. Abusivismo e mancanza di sicurezza sono disagi reali che molta gente onesta riscontra quotidianamente. Tuttavia, non mi rassegno. Le prossime elezioni comunali ci vedranno pienamente competitivi. Attorno a Catello Maresca è nato un progetto di ascolto delle istanze dei napoletani, sono convinto che riusciremo a far rinascere la città.

Dopo anni di militanza ed esperienza politica, che consiglio si sente di trasmettere ai giovani che approcciano a questa vita?

La militanza e l’aggregazione sono impegni duri ma profondamente gratificanti.
Essere parte di una comunità sociale e politica permette la creazione di veri rapporti umani, indirizzati verso un fine ed un percorso comune.
Inoltre, poter essere un insieme al servizio della propria terra, delle proprie radici e della propria patria è formativo per le singole individualità ed ovviamente per il tragitto da seguire.

Sia sul piano nazionale che su quello territoriale, come prospetta il futuro del Centrodestra?

Il centrodestra è maggioranza nel paese. Gli italiani attendono un governo forte e rappresentativo della volontà popolare. Quando saremo al governo uniti e compatti potremo dar luogo alle battaglie comuni che riteniamo indispensabili per la rinascita nazionale: un fisco giusto e limitato, una giustizia da riformare e rendere maggiormente equa, sicurezza ai confini e nelle nostre strade sono bisogni reali che gli italiani attendono da troppo.

Infuria contro il morire della luce (D. Thomas)