Intervista a ANGELO MARIA PERRINO

ANGELO MARIA PERRINO: “CONDIZIONI NECESSARIE PER LA RIPARTENZA SONO INFRASTRUTTURE E TAGLIO DELLE TASSE. BENE LA BATTAGLIA SUI REFERENDUM PER LA GIUSTIZIA”

Abbiamo intervistato Angelo Maria Perrino, fondatore e direttore di Affari Italiani, giornale online nato nel 1996 che ha tracciato il solco di una nuova metodologia comunicativa. Infatti, innovazione tecnologica e lavorativa saranno la conditio sine qua non della ripartenza post-pandemica. Anche in ragione di ciò, la conversazione con Perrino assume una notevole importanza, dato che le sue analisi e prospettive future si riveleranno per noi formative

Direttore Perrino, si è da poco conclusa la consueta Kermesse annuale de “La Piazza”, la vostra tre giorni organizzata a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi. Può esprimerci una sua valutazione a riguardo? È soddisfatto?

Sono ampiamente soddisfatto del nostro lavoro e del risultato della nostra Kermesse, giunta oramai alla quarta edizione e consolidatasi come evento e luogo di incontro, dibattito, confronto politico innovativo. Tutto ciò grazie ai cittadini, a cui spesso chiedo di intervenire direttamente dal pubblico con domande dirette agli intervistati. È infatti questo il ruolo de “La Piazza”: creare un filo diretto tra politico e cittadino, in un momento storico in cui l’agorà la politica è purtroppo distante dai reali interessi del popolo. Inoltre, altra grande volontà è quella di dare voce al sud, parte di territorio nazionale fondamentale per la rinascita ma ancora troppo arretrato. Sto ricevendo proposte per organizzare eventi simili anche in altri periodi dell’anno ed altri luoghi d’Italia. Valuteremo.

In che modo prospetta la partita politica dell’elezione del nuovo Capo dello Stato?

La scelta maggiormente possibile appare essere quella di un “Mattarella-bis” dato che nessuna coalizione parlamentare ha i numeri per eleggere il proprio candidato al Quirinale. Inoltre, l’elezione di Draghi al Colle comporterebbe immediate elezioni, che alcuni partiti vogliono evitare. Tuttavia, è da valutare che Mattarella non sia favorevole ad un bis e ritenga da evitare una situazione politica identica a quella che avvenne con Napolitano. Staremo a vedere quali aggiornamenti politici ci saranno al momento dell’elezione.

Da giornalista, come valuta il lavoro comunicativo svolto dalla sua categoria nel corso dell’emergenza pandemica?

Non ne sono soddisfatto. Ho trovato la categoria molto appiattita alle logiche mainstream, con poco interesse a far trapelare realmente qualche notizia innovativa, qualche scoop degno di nota. Una lenta abitudine alla ripetizione, all’ovvio ed ai comunicati ufficiali. Provenendo da Panorama sono stato abituato all’inchiesta giornalistica, anche a quattro o sei mani. Oggi non vedo l’interesse di andare alla ricerca della verità, anche nell’emergenza pandemica.

Ritiene che l’estensione del Green Pass e l’eventuale introduzione dell’obbligo vaccinale possano rivelarsi strumenti efficaci, al fine di contrastare la pandemia?

Il Green Pass ha di fatto introdotto l’obbligo vaccinale, dato che sta diventando necessario per poter condurre ogni tipo di vita sociale. Tuttavia, la scelta di approvare una legge che imponga la vaccinazione non viene presa perché comporterebbe una battaglia giuridica notevole. Personalmente credo che si sarebbe dovuto preferire un approccio basato su cure domiciliari ed aumento delle terapie intensive, piuttosto che una corsa al vaccino che è stato ottenuto con grande fretta scientifica. Purtroppo però non possiamo ora tornare indietro, anzi ritengo che dovremo abituarci a queste nuove modalità sanitarie e desistere dall’opporci e dal protestare in maniera sterile.

Di che misure sociali, politiche ed economiche avrebbe bisogno la nazione italiana?

In primis un grande piano infrastrutturale. Soprattutto nel meridione persistono problemi di collegamento tra regioni e città interne ad esse. Ad esempio, nella mia regione, la Puglia, spostarsi da Bari al Salento in ambito ferroviario e/o stradale appare realmente proibitivo. Questi aggiornamenti e questi progressi sono prioritari per far ripartire poi tutto il paese. Inoltre, altra emergenza principale è la pressione fiscale. Comprendo che la spesa pubblica sia consistente, però ridurre la pressione e la detrazione sui cittadini è fondamentale. La Lega propone la Flat Tax, non so se sarebbe misura efficace. Mi son sempre ripromesso però di votare un partito che metta al centro proposte concrete di abbattimento dell’estenuante pressione fiscale. Valuterò le proposte di tutti e poi sceglierò in base ad esse.

In chiusura, valuta positivamente la battaglia per i 6 referendum sulla giustizia e crede possa essere utile per scardinare il marcio presente in parte della magistratura?

Sono favorevole ai referendum. Nel segno del dramma di Enzo Tortora, volto di cui avverto ancora la disperazione, bisogna condurre una lotta per riformare la giustizia. In Italia tanti risultati si sono ottenuti grazie ai referendum ed alla spinta popolare, mi auguro sia così anche questa volta

Intervista DANIELE CAPEZZONE

DANIELE CAPEZZONE: “PARTITO UNICO DEL CENTRODESTRA SAREBBE SOLUZIONE CORAGGIOSA ED INTELLIGENTE, ELETTORI PIÙ UNITI DI QUANTO SI PENSI. SERVE UN NETTO TAGLIO DELLE TASSE E MENO INTERVENTO STATALE”.

Abbiamo intervistato Daniele Capezzone, commentatore ed opinionista televisivo, oltre che firma del quotidiano La Verità, per cui cura la rassegna stampa “La Verità alle sette” e di Atlantico Quotidiano. La sua competenza e le sue analisi in campo comunicativo, economico e politico sono per noi fonte di grande spunto e valore, ancor più in un momento storico dove da statalismo e pensiero unico pare non esserci alcuna via di fuga. Infatti, siamo certi che la vera rinascita nazionale possa avvenire soltanto se basata sulle libertà individuali ed economiche.

Da giornalista, come valuta il lavoro svolto dalla sua categoria nel corso dell’emergenza pandemica?

Sono solo un commentatore, da liberale non sono iscritto all’ordine, né mi permetto di dare pagelle. Certo, con rare e meritorie eccezioni, mi pare che l’informazione italiana abbia purtroppo diffuso più paura che consapevolezza. Peggio: che anziché aiutare i cittadini a scrutinare l’azione dei governi, abbia aiutato i governi a colpevolizzare i cittadini…

Può esprimerci una sua considerazione sulla crisi in Afghanistan?

Gestione catastrofica da parte di Joe Biden. Non voglio discutere del ritiro in sé (tema che ci porterebbe lontano), ma delle modalità con cui è stato eseguito, e che lo hanno trasformato in un’umiliazione che (temo) incoraggerà i nemici dell’Occidente in diversi teatri di crisi. 

Di che misure sociali ed economiche avrebbe bisogno l’Italia?

Di un potente taglio di tasse, tema inspiegabilmente uscito dall’agenda politica. 

Ritiene possibile la creazione di un partito unico del centrodestra in futuro? Magari sulla scia del GOP negli USA..

Sarebbe una soluzione coraggiosa e intelligente, per quanto ad oggi ardua e politicamente improbabile. Gli elettori di centrodestra sono più uniti di quanto alcuni politici pensino. 

Il suo testo “Likecrazia” contiene numerosi consigli per arrivare ad una buona comunicazione mediatica e politica. Come valuta, sotto tale aspetto, l’attuale scenario partitico nazionale?

C’è tanto rumore, molta conflittualità di giornata, poca sostanza. E temo che i partiti sottovalutino il rischio di essere percepiti dagli elettori come luoghi di chiacchiera e di casino, anziché di costruzione di soluzioni intelligenti. 

Estensione del Green Pass ed eventuale obbligo vaccinale rischiano di lasciare il segno, quanto a prevaricazioni dello Stato sull’individuo?

Mi pare purtroppo evidente. Quando si entra in modo così penetrante nella sfera della libertà personale, poi il Leviatano difficilmente si ferma o torna indietro. 

Come superare le visioni della parte di agorà pubblica che è ancora restia ai principi di libertà economica ed individuale?

Molti sono affezionati, anche in economia, a un debordante interventismo pubblico. Occorre spiegare che alla lunga non conviene, e che anzi è in genere foriero di tasse alte, cioè di spoliazione di famiglie e imprese

In chiusura, quali sono i suoi progetti per il futuro?

Tentare, come faccio, di contribuire a seminare idee liberali. Lo faccio sulla Verità e su Atlantico (diretto da Federico Punzi), lo faccio in tv, e da qualche mese tento di farlo anche sul piano economico e fiscale attraverso le iniziative del centro studi Mercatus.

Intervista a PAOLO CIRINO POMICINO

PAOLO CIRINO POMICINO: “LA DEMOCRAZIA PARLAMENTARE È IN CRISI PROFONDA. TRENTA LUNGHI ANNI SENZA CULTURA POLITICA HANNO PRODOTTO UN DESERTO DELLA CLASSE DIRIGENTE.”

Abbiamo intervistato Paolo Cirino Pomicino, uomo di spicco della Prima Repubblica e già ministro del Bilancio e della Funzione Pubblica, oltre che Deputato ed Eurodeputato. Ad oggi, è ospite di alcuni come commentatore in alcuni Talk Show televisivi. La sua ultima pubblicazione “La Repubblica della Giovani Marmotte” risale al 2015 ed ha avuto il merito di anticipare numerosi scenari e declini politici previsti dall’ex ministro. Pertanto, aver avuto possibilità di conversare con lui è stato per noi importante e fonte di grande interesse

Come valuta l’estensione del Green Pass e l’eventuale introduzione dell’obbligo vaccinale? Possono rivelarsi soluzioni efficaci, al fine di contrastare la pandemia?

Assolutamente si. Il Green Pass è uno strumento di libertà per la stragrande maggioranza degli italiani le cui libertà non sembrano stiano a cuore ad alcune forze politiche. La libertà di non vaccinarsi non può non coesistere con la libertà di chi si è vaccinato di muoversi in sicurezza. Riterrei saggio l’obbligo vaccinale in un paese come il nostro che già oggi ha l’obbligo per dieci vaccini se la memoria non mi tradisce.

Ritiene che la battaglia per i 6 referendum sulla giustizia possa aiutare a scardinare il marcio presente in parte della magistratura?

Credo di sì vista la parzialità della buona riforma Cartabia.

Può esprimerci una sua considerazione politica sull’attuale governo e sullo scenario partitico nazionale?

Siamo nel pieno di una crisi profonda della nostra democrazia parlamentare perché da tre anni le Camere affidano il governo a personaggi, ignoti o autorevoli, non parlamentari con un’anomalia che non ha precedenti in nessuna democrazia parlamentare del mondo.

A distanza di anni dall’uscita del suo ultimo testo, “La Repubblica delle giovani marmotte”, crede si siano confermate le sue previsioni?

Confermate ed aggravate. Stiamo andando di corsa sotto una dittatura dei mercati finanziari nel mentre la ricchezza di pochi continua ad aumentare.

Da esperto conoscitore dell’ambito parlamentare ha assistito a più di un elezione del Capo dello Stato. Pertanto, che colpi di scena possiamo attenderci da quella del 2022?

Ogni scelta sarà possibile. L’unica cosa certa che il nuovo presidente sarà sempre un uomo della prima repubblica. Trent’anni trascorsi senza più alcuna cultura politica hanno prodotto un deserto della classe dirigente

Da esponente di spicco di un partito scioltosi con lo scandalo di Tangentopoli, ritiene che si debbano rivalutare figure e modalità politiche dell’epoca? Soprattutto oggi che la magistratura ha perso la sua immagine di purezza, dinanzi all’opinione pubblica?

Ho già spiegato in diversi libri il grumo di interessi che alimentò un gruppo di procuratori della repubblica che mise alla gogna i vincitori della storia lasciando il passo agli sconfitti con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Quei procuratori sono poi stati premiati con elezione a parlamentari ed a membri del governo.

Quali sono i suoi prossimi progetti lavorativi? 

Vivere sempre con passione e generosità nella speranza che il buon Dio mi conservi forza e lucidità. Primum vivere, deinde philosophari.

Intervista a GIANLUCA VENEZIANI

giornalista di libero

GIANLUCA VENEZIANI: “COSÍ IL GREEN PASS CREA CONFUSIONE. O CI SI LIMITA AL CONSIGLIO, OPPURE SI INSERISCA L’OBBLIGO VACCINALE”

Abbiamo intervistato Gianluca Veneziani, pregevole firma del giornalismo italiano, impegnato nel racconto costante della nostra attualità sociale e politica. Ad oggi, scrive per Libero Quotidiano ed è impegnato nella stesura di un romanzo e nella preparazione di un festival artistico

Da giornalista, come valuta il lavoro comunicativo svolto dalla sua categoria nel corso dell’emergenza pandemica?

In maniera critica. Siamo passati da un periodo di totale incompetenza, dovuta alla comprensibile impreparazione sulla problematica sanitaria in arrivo, ad un momento in cui si è arrivati all’iper-informazione. La comunicazione oppressiva, martellante ed eccessiva di molti miei colleghi ha prodotto purtroppo confusione e paura sociale.

Sarebbe favorevole ad un ulteriore estensione del Green Pass e, nel caso, all’introduzione dell’obbligo vaccinale? Le riterrebbe soluzioni efficaci?

Su questa tematica sono in perfetta sintonia con le idee del mio direttore, Alessandro Sallusti. Non è una modalità consona quella con cui si sta gestendo la problematica attualmente. Il green pass così come introdotto ha creato discriminazioni ed una profonda confusione sociale. L’eterno limbo non produrrà gli effetti sperati. Pertanto, una soluzione sensata sarebbe quella di scegliere tra il semplice consiglio di vaccinarsi e l’inserimento dell’obbligo per tutta la popolazione. In quel caso si tratterebbe di una scelta politica netta, per quanto criticabile, che permetterebbe comunque una gestione maggiormente lineare.

Crede che la battaglia per i 6 referendum sulla giustizia possa riuscire a scardinare il marcio presente in parte della magistratura?

Sperare in questo sarebbe troppo ambizioso. Servono però per scuotere la classe politica, invitandola a scrivere una vera riforma della giustizia. é già importnate che questo referendum avrà una valenza consultiva. Inoltre, su alcuni temi come la responsabilità civile dei magistrati o la separazione delle carriere credo si debba intervenire in maniera prioritaria.

In che modo prospetta il futuro del centrodestra? Sia sul piano elettorale che degli equilibri interni..

Non impazzisco all’idea della federazione tra Lega e Forza Italia. Credo che le diversità e le differenze tra i partiti di centrodestra siano importanti e vadano preservate. Inoltre, la fusione tra Lega ed FI non penso porterebbe alla somma dei consensi, anzi. C’è poi da calcolare la visione di Fratelli d’Italia, contraria ad iniziative simili ed attualmente all’opposizione del governo. Staremo a vedere come si evolverà la scena politica, ma ritengo non ci sia bisogno di tali fusioni.

Siamo in prossimità dell’inizio dell’anno scolastico. A suo dire, il governo sta preparando adeguatamente la riapertura delle scuole?

Di certo peggio dell’Azzolina non si potrebbe fare, questo paradossalmente mi conforta, nonostante il Ministro Bianchi non mi sembri un gigante politico. Tuttavia, anche qui è da comprendere come sarà inserito ed utilizzato il Green Pass. Si necessita di maggiore chiarezza e di una linea comunicativa stabile, che purtroppo non stiamo avendo. Anche perché la didattica a distanza ha prodotto risultati deleteri, allontanando gli alunni dal vero significato di scuola ed insegnamento, e quindi c’è bisogno di tornare in presenza.

In chiusura, quali sono i suoi progetti lavorativi per il futuro?

Al momento sono firma di Libero e continuerò ad esprimermi lì, seguendo l’attualità e criticando la classe politica quando riterrò opportuno farlo. Inoltre, sto lavorando ad un romanzo su cui vi informerò in futuro e sto preparando da direttore artistico la sesta ediazione del festival “Follemente” che si tiene a Teramo ed è incentrato sulla follia come forma d’espressione artistica. Sono fiducioso sulla buona riuscita di esso, nonostante le difficoltà derivanti dal momento di emergenza

“Ad ammirar… le stelle”: tutto esaurito per i fratelli Latilla

I fratelli Latilla tornano a far discutere di loro con un sold out ottenuto in breve tempo dall’annuncio sui canali social riguardo il loro prossimo spettacolo Ad ammirar… le stelle. Il debutto si terrà giovedì 2 settembre alle ore 20:00, sulla terrazza del Castello Baronale Caetani in quel di Fondi. Un vero e proprio recital volto ad omaggiare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, i cui protagonisti saranno lo stesso Francesco attraverso la lettura di tre canti, e Luca Maria Spagnuolo(Dante per tutti), giovane storico di fama nazionale che analizzerà i versi, introducendo gli spettatori alla visione dantesca. “L’idea è quella di rievocare il fantasmagorico universo dantesco, legato al proprio medioevo e ad una visione mistica dalla vita umana il cui viaggio conduce, esotericamente, verso la luce o addirittura alle stelle”, così Francesco e Gianmarco Latilla hanno descritto l’iniziativa durante la loro ultima conferenza stampa, precisando l’importanza dell’atmosfera data da un connubio di luce e musica. Inoltre, la profondità del microfono che eleva la voce a suono, secondo Francesco, corrisponde al mistero della parola, della voce di Dio. La lettura si avvale di importantissimi brani d’opera dei prestigiosi compositori che hanno segnato la storia della musica, partendo dall’Inferno per giungere in Paradiso, dove è possibile sostare all’ombra di Dio e passando quindi per una carovana tempestosa fatta di santi, diavoli, eroi, angeli. Inoltre i Latilla, ormai sempre più noti alla stampa nazionale, hanno definito la loro regia una porta aperta sulle ombre dell’essere umano, la stessa strada che stanno ormai percorrendo anche attraverso il cinema. L’evento, che gode del patrocinio del Comune di Fondi, è organizzato da La Cinearte Produzioni, in collaborazione con Cultura Identità, il Rotaract Club distretto 2080 Terracina-Fondi e Dante Per Tutti. Ingresso gratuito ma posti limitati.

Intervista a Maria Giovanna Maglie

MARIA GIOVANNA MAGLIE: “LA SITUAZIONE IN AFGHANISTAN È DESOLANTE. BIDEN COME CARTER. STO LAVORANDO AD UN LIBRO SUGLI AFGANI RIDOTTI AL SILENZIO. PRESTO ANCHE UN LIBRO-INTERVISTA CON MATTEO SALVINI”

Abbiamo intervistato Maria Giovanna Maglie, una delle firme maggiormente pregevoli del giornalismo italiano, esperta di politica internazionale, ostile e contraria alle logiche del pensiero unico. Segnaliamo e consigliamo il suo ultimo testo, pubblicato da da PIEMME, “I Dannati del Covid”. Un racconto di 12 storie estreme nazionali e globali derivanti dal virus cinese.     All’interno della conversazione abbiamo spaziato fra numerose tematiche: dalla crisi in Afghanistan al pericolo cinese, dall’informazione durante la pandemia al futuro del centrodestra. Pertanto, ascoltare le prospettive e le analisi della Maglie è stato per noi importante, anche al fine di comprendere ed ottenere dei punti di vista sul futuro dell’Occidente

Da giornalista, come valuta il lavoro comunicativo svolto dalla sua categoria nel corso dell’emergenza pandemica? 

Mediamente molto male. Incoraggiata e forse persino obbligata dagli editori e dalle spinte della politica, l’informazione ha seguito una linea di pensiero unico detestabile. Nessuna inchiesta coraggiosa sulla sperimentazione dei vaccini, nessun approfondimento sulla terapia domiciliare negata, sui farmaci non presi in considerazione. E non è ancora finita: ora siamo alla demonizzazione di chiunque non sia fideisticamente pro vaccino, non importa a quante dosi; Siamo alla costruzione di criminali no vax, quando invece si tratta soltanto di pochi episodi di violenza, naturalmente da condannare. Se da questa storia infinita usciremo con meno libertà personali e civili, una parte della responsabilità sarà dell’informazione.

Ritiene che l’estensione del Green Pass ed eventuali obblighi vaccinali possano rivelarsi strumenti efficaci? Oppure si rischia di compromettere libertà individuali senza neanche produrre dei benefici? 

Penso esattamente questo: non si può obbligare a un vaccino con così poca storia degli effetti a breve medio è lungo termine, anzi con una storia già provata di effetti anche gravi, anche mortali, a breve termine. Come ormai dimostrato, il vaccino anche dopo due dosi non evita di contagiarsi e di contagiare, ma solo di arrivare oltre una certa gravità della infezione. Le persone sotto i 40 anni che non abbiano malattie o fragilità già esistenti si ammalano solo in modo lieve. Dove sta la necessità dell’obbligo, dove sta l’articolo della Costituzione Italiana che lo consente, perché questa volta non si ascolta ciecamente quel che dice l’Unione Europea, che vieta qualunque discriminazione tra chi si vaccina e chi sceglie di non farlo?

Crede che la battaglia per i 6 quesiti referendari sulla giustizia possa riuscire a scardinare il marcio presente in parte della magistratura? 

Sì, ci credo, perlomeno lo spero. La riforma Cartabia è di una leggerezza e inconsistenza inquietante, eppure ha avuto tra i forcaioli e manettari del Parlamento vita difficile. Una riforma della Giustizia davvero profonda, che ripristini il diritto e la legalità, ha bisogno della forza della spinta popolare.

In che modo prospetta il futuro della coalizione di centrodestra? Sarebbe favorevole alla creazione di un partito unico? Magari sulla scia del Partito Repubblicano Americano.. 

Oggi Il Partito Unico non lo vedo, troppe differenze e, soprattutto in Forza Italia, troppe voci in anarchia. Vedo invece con favore una federazione dei partiti di centro-destra nella maggioranza in modo da renderne più forte la presenza nel governo.

Può esprimerci una sua considerazione sull’attuale crisi in Afghanistan? 

Una grande desolazione. Fin dal 2008, dalla elezione di Obama, gli Stati Uniti si erano progressivamente disimpegnati da una guerra che si erano trovati a combattere da soli visto che le nazioni europee si limitavano a fornire assistenza civile. Ripristinare la democrazia in Afghanistan richiede decenni. Gli accordi di Doha prevedevano che l’esercito regolare afgano venisse, prima del ritiro dei militari americani, addestrato da 23000 contractors, soldati mercenari. Così non è stato perché Biden ha tagliato quei fondi, e un accordo di ritirata progressiva che avrebbe dovuto essere accompagnato dalla difesa del Governo è diventata una fuga vergognosa che ha fatto precipitare la situazione a favore dei talebani.

All’interno del suo testo “Puttane” racconta della necessità di arrivare ad una legalizzazione del fenomeno della prostituzione in Italia. Crede sia fattibile giungere a tale svolta, in una nazione dove certe tematiche appaiono ancora un tabù

Non so se ci si riuscirà per ora, bisognerebbe non fare solo battaglie per i diritti di lgbt invece di guardare la realtà per quello che è. Ed è che le prostitute sulle vie consolari di un tempo, costrette a trovarsi un protettore perché la legge Merlin le aveva fatte uscire dalle case chiuse ma non certo garantite, ora quasi non ci sono più. Quelle vie consolari sono piene delle stesse donne che arrivano sui barconi come se fossimo una nazione  in grado di farlo e poi finiscono come schiave sulle vie perché il lavoro onesto che avevano promesso loro era un imbroglio. Poi ci sono le libere donne raccontate in puttane e quel lavoro lo hanno scelto per fare più soldi, per farli in poco tempo e ritirarsi, perché gli piace. Non si vergognano e sono pronte a pagare le tasse. Dov’è lo scandalo?

Con gli USA guidati dalla debole amministrazione di Joe Biden, la Cina rischia realmente di diventare la prima potenza mondiale? 

La Cina è ancora solo una grande e prevaricante potenza commerciale, ed è pericolosa per il Pacifico. Con la pandemia si è presa dei vantaggi incredibili comprandosi pezzi di Europa. Andrebbe processata per il dolo della trasmissione del covid, Ci vorrebbe una Amministrazione a Washington degna di questo nome, come è stata quella precedente. Non farà una bella fine, vedo un destino come quello di Carter nel suo immediato futuro. Ma questo non basterà a far tornare gli Stati Uniti degni di essere ancora una potenza guida della democrazia.

In chiusura, quali sono i suoi progetti lavorativi e letterari per il futuro?

Ormai faccio prevalentemente ospitate televisive, partecipo a convegni e scrivo libri. I giornali non mi sembrano più un luogo degno. Continuerò a farlo. Sto lavorando a un libro intervista con Matteo Salvini e a un altro sugli afghani ridotti al silenzio. La musica è finita.

LEGGERE LIBRI NON RENDE MIGLIORI

I libri e la letteratura non ci rendono più buoni, più interessanti, più tolleranti. Leggere non è né un patentino di libertà né di superiorità morale. Molte volte i maggiori nemici dei libri non sono gli ignoranti, ma proprio i più colti, i loro maggiori amanti. Dai roghi nazisti del coltissimo Goebbels al genocidio culturale dei Maya causato dai massimi religiosi dell’epoca. I tribunali, gli indici, la censura erano istituiti da studiosi, da eruditi, da iconoclasti. Bisogna smentire tutte le menzogne che si raccontano sui libri. Bontà, sacralità, moralità. È proprio per questo che bisogna leggere? Per avere certezze, per redimersi, per perfezionarsi? Dalla visione etica e moralista del politicamente corretto a quella sterile e monolitica delle ideologie totalitarie, passando  per i luoghi comuni più beceri, più si eleva il libro e la letteratura sugli altari e sui palchi dei comizi, più li si fraintende, sminuisce. Per poter evitare questi errori è necessario leggere “ Libri. Non danno la felicità(tantomeno a chi non li legge)” di Luigi Mascheroni(OLIGO). In questo pamphlet Mascheroni, ribalta tutti gli stereotipi letterari, mostrandone la fallacia e l’ipocrisia. Perché se leggere è importante, leggere bene lo è molto di più. Privilegiando alla quantità la qualità, ad una demagogia libraria, per cui tutti i libri sono sacri, belli e buoni, il gusto aristocratico di chi con Voltaire concorda che se non si legge la vita non ha senso, ma se si legge male lo può avere anche meno. Amare i libri indistintamente vuol dire non amarli, come amare tutte le donne vuol dire non amarne nessuna. Bisognerebbe quindi mettere sullo stesso i piano i due esempi e considerare meno gente bibliofila e più superficiale. Non si è pubblicato mai così tanti libri nella storia e mai ci furono tanti così superflui. Discriminare, ammettere che la letteratura non è democratica è il primo passo per amarla veramente. Essa non può rappresentare tutti i popoli, tutte le etnie, tutti gli orientamenti ma deve poter colpire ogni uomo. È un errore credere nella funzione salvifica della scrittura. Solo la bellezza conta, ma non ci salverà, diceva Bunin. Non si è più buoni se si legge, spesso è proprio tra gli uomini di lettere che si annidano vanità, invidia, superbia, che si instilla il falso senso di superiorità morale che contraddistingue non tanto chi si pone domande, ma più che altro chi trova risposte, illusioni, soprattutto se altrui. Quando invece leggere vuol dire smarrirsi e non trovarsi, eclissarsi e non risplendere, cercare turbamenti e non dogmi, cadere negli abissi e non ergersi sugli altari. Altari che rendono sempre più morta e distante la letteratura e i letterati. Confondendo il tenere in vita le fiamme con la venerazione delle ceneri. Mascheroni in questo pamphlet geniale scrive un grande atto di amore verso i libri. Ma non un’amore cieco e sterile, fin troppo diffuso, ma un’amore vivo e inquieto. Per cui leggere non deve essere né un alibi del vivere, né una scusa per colmare le proprie paure. “sono i troppi libri a renderci ignoranti”, ma di quelli buoni si può dire lo stesso di quello che Hemingway disse della terra: “sono un bel posto e vale la pena combattere per essi”

Intervista all’Avv. Fabio Garaventa

AVV. FABIO GARAVENTA: “BEN VENGA LA SPINTA POPOLARE DEI REFERENDUM, MA SULLA GIUSTIZIA SERVE UN SEGNALE DI DISCONTINUITÀ A LIVELLO ISTITUZIONALE”

Abbiamo intervistato l’Avv. Fabio Garaventa, patrocinatore in Cassazione, membro del “Gruppo Cottarelli” con cui ha partecipato alla creazione della riforma Cartabia. Inoltre, Garaventa ha svolto per anni il ruolo di avvocato difensore di Beppe Grillo ed è, attualmente, il responsabile per la giustizia del Partito Repubblicano Italiano. Pertanto, poter ascoltare le sue analisi e prospettive politiche e sociali è per noi fonte di notevole interesse e spunto per il futuro.

Come valuta la battaglia per i referendum sulla giustizia? Sarà utile a scardinare il marcio presente in parte della magistratura?

La mobilitazione per i referendum è un segnale forte di volontà di cambiamento che viene dal basso, auspico che sia colta per il profondo valore e richiesta di cambiamento che rivela. Tuttavia credo non sia sufficiente. E’ a livello istituzionale che deve arrivare un segnale forte e chiaro di discontinuità e purtroppo anche con la riforma Cartabia, cui come membro del“ Gruppo Cottarelli” sento di aver collaborato da esterno, troppi sono stati i distinguo e le mediazioni. Il nodo resta la riforma dell’Ordinamento Giudiziario, soprattutto il ruolo della ANM e la sua influenza come associazione privata su un organo di rilevanza Costituzionale come il CSM che è padrone delle carriere, spiace dirlo ma anche il Quirinale non si è fatto sentire con una voce forte. I padri costituenti avevano previsto la Presidenza de CSM in mano al Presidente come elemento di equilibrio del sistema, tuttavia è difficile dimenticare certe intercettazioni del telefono di Palamara “ Mattarella è uno di noi…”. Personalmente auspico una nuova presidenza al femminile in mano a Marta CARTABIA e nella sua voglia di alzare la voce e dar vita ad un nuovo ordine.

Dal 1992 l’Italia attraversa una profonda crisi sociale, basata su giustizialismo e visione negativa della politica. Come riportare fiducia nei cittadini sulla bontà di numerose azioni politiche?

Più che di giustizialismo, che è finito per diventare una maschera con cui alcuni si travestono, parlerei di uso politico della Giustizia che ha ammorbato la vita repubblicana minandone le stesse basi democratiche. Tutto ciò è vivo più che mai anche oggi rappresentando il rischio di una spirale perversa capace di portare l’Italia direttamente ad una inconsapevole svolta autoritaria ed anti democratica. Pensate forse che Salvini oggi con un processo per sequestro di persona in corso e con il suo ruolo di membro di governo non sia forse di fatto sotto ricatto? Io credo di si’ e poiché rappresenta un partito con oltre il 30% di consensi io trovo questo un vulnus profondo al principio democratico della rappresentatività. Ora capisce perché ho parlato della necessità di un segnale forte e chiaro proveniente dalle più alte cariche dello Stato.

Può esprimerci una sua considerazione sulla prossima estensione del Green Pass e sull’eventuale introduzione dell’obbligo vaccinale?

Sono assolutamente contrario al Green Pass e lo reputo oltre che inutile, e tale si rivelerà, il segnale di un corto circuito della legislazione europea che ancora una volta dimostra l’inconsistenza delle istituzioni di Bruxelles alle prese con fatti rilevanti per il popolo europeo. Il Regolamento 953 del 2021, come tale IMMEDATAMENTE ESECUTIVO in tutti gli Stati membri è stato bypassato, in primis dalla Francia di Macron che  con questo segnale, insieme ad altri, dimostra la sua volontà “imperiale” figlia di una Grandeur mai sopita, quindi da italia e ora anche dalla Germania. Il Regolamento 953 prevede un “ considerando  n.36” che è di fatto interpretazione autentica del legislatore e stabilisce espressamente che non può esservi obbligo di vaccinazione ne dall’averlo o meno fatto possono discendere discriminazione tra i cittadini europei. Detto fatto come non esistesse. Qualche giurista della domenica si è spinto a dire che l’Interpretazione autentica non è fonte di legge, bella faccia tosta! Oggi abbiamo persone che non possono nemmeno accedere al primario diritto al lavoro senza questo Green Pass. Voglio essere chiaro, questa grave discriminazione ha dei responsabili politici, spero , credo e sono certo verranno un giorno ad esserne chiamati a rispondere con ignominia.

Che considerazioni ha riguardo l’attuale crisi in Afghanistan?

La situazione in Afghanistan  è troppo fluida per essere letta con chiarezza. La recente presa di posizione di Russia e Cina mi pare indicare una certa diffidenza delle due super potenze regionali circa la narrazione del mainstream occidentale. Tutto ciò rappresenta una retromarcia dopo i primi timidi segnali di avvicinamento ed è un segnale equivoco e non poco. Quali e di che natura sono gli accordi presi tra Talebani e USA? Quale ruolo avrà la resistenza nel Panshir che è guidata dall’erede di Massud e pare armata proprio da Russia e Cina? Il Pakistan e lSI,non già l’ISIS si badi bene, che ruolo avrà? L’ISI è il servizio segreto Pakistano che controlla i Talebani secondo alcune fonti di Intelligence. Il Pakistan da sempre considera l’Afghanistan la propria terra di nessuno strategica ove ritirarsi in caso di conflitto totale con l’India. Quali i rapporti ISI, Talebani e Cia…un bel guazzabuglio…non c’è che dire. La sofferenza del popolo afghano, spiace dirlo e solo pasto per il mainstream ed i popoli occidentali, i disegni strategici, in un area così strategica passano sopra ogni sofferenza e solo il tempo sarà capace di rivelarli….forse

Ritiene che la categoria giornalistica abbia svolto un consono lavoro comunicativo ed informativo durante l’emergenza pandemica?

 Io non ho una buona opinione dei giornalisti italiani, il problema è la formazione secondo un modello tutto italico in senso deteriore.  Vede, mi è capitato di fare processi che coinvolgevano cronache di giornalisti italiani e stranieri. I giornalisti stranieri erano sorpresi da quanto sottopagati fossero i giovani giornalisti di cronaca, ed è così. Da quelle sabbie mobili un giornalista si muove solo con clientelismo e difficilmente con merito, quindi abbiamo la categoria di giornalisti genuflessi che ci meritiamo. Si distinguono oggi nel panorama giornalistico e tra l’altro differenziandosi per formazione e distanza ideologica, Sansonetti e Giacalone, uno per il coraggio, l’altro per la ricerca del buon senso. In tale contesto tuttavia l’emergenza pandemica ha visto il giornalismo italiano dare il peggio di sé….ha fatto più terrorismo che giornalismo.

Da ex avvocato di Beppe Grillo conosce bene il mondo che ruota intorno al fenomeno del Movimento 5stelle. Che futuro possiamo aspettarci per esso, con Giuseppe Conta alla guida?

 Beppe credo sia ormai stato travolto dal suo stesso successo politico e da un insolito destino (nel mare di agosto della maremma verrebbe da dire ricordando Lina Wertmuller) . E’ un uomo di spettacolo e come mi diceva lui spesso l’uomo di spettacolo è quello che “ ha la carogna addosso”, forse comincia con l’età a pesare troppo. In questo suo ruolo ibrido lo vedo stanco e costretto a recitare una parte che non gli appartiene più. La vicenda familiare che lo ha travolto ha avuto un impatto devastante, ne sono certo, è un uomo che vive di emozioni e passioni ma muore e si deprime di ansie. Conte? Conte ha una rendita di posizione e di immagine….non credo però durerà a lungo.

In chiusura, quali sono i suoi progetti per il futuro?

Spero di avere salute, la forza di combattere per le mie idee e di poter sempre di tanto in tanto sedermi e gustare un buon piatto ed un buon vino. Un caro saluto.

Infuria contro il morire della luce (D. Thomas)