– Francesco Subiaco
La vita dell’uomo nel fiume del tempo è un naufragio su cui si affacciano molti orizzonti di significati, avventure conoscitive, epifanie di valori universali. In questa visione la storia si presenta come una entità anomala, che non si integra col tempo, ma vi si contrappone, è il suo opposto. Il passato temporale è infatti qualcosa di scomparso, un luogo perduto che non appartiene più all’uomo, esiste solo la rappresentazione di esso, il passato storico, che non è una dimensione del passato in realtà, ma appartiene al presente. Esso ogni volta che viene invocato è una ricostruzione dell’uomo che condiziona e quindi partecipa al presente, svolgendo una funzione storica ed attuale. Questa è una delle teorie sviluppate dal filosofo Massimo Bontempelli nella sua raccolta di scritti “Nel tempo ed oltre il tempo” raccolta dalla Helicon Edizioni. Una antologia di scritti in cui il filosofo, tra i più interessanti personaggi della Nuova sinistra di estrazione postmarxista analizza temi dall’euro al tempo, dalle disuguaglianze alla dialettica. Mostrando la lunga metamorfosi della società italiana tra la fine della guerra fredda e l’avanzata della società globale, criticando quei meccanismi tecnocratici e antidemocratici che avrebbero ingessato lo sviluppo del sogno europeo, la crisi spirituale dei movimenti antagonisti, le derive della società dello spettacolo. Attraverso una analisi storica che inizia con la democrazia ateniese e finisce con la postverità col collasso dell’open society. Mantenendo l’attenzione sulla storia il grande palcoscenico dell’uomo e sulla sua capacità di rappresentare nella sua attualità l’esperienza umana. Poiché tutta la storia è sempre storia contemporanea, che influisce sul presente, cambiandolo e influenzandolo.