– Francesco Latilla
“Il teatro e la pittura sono le mie arti preferite, perché ti rendono una persona libera, ti creano un mondo in cui puoi esprimere ciò che è nascosto dentro di te senza i vincoli dell’apparire. Io ad esempio so per certa che attraverso di esse posso esprimere liberamente e a 360° ciò che sono, assolutamente.” Nathaly Caldonazzo è un’esploratrice dei vari mondi dell’arte. Nata showgirl all’età di 25 anni, intraprende la carriera di ballerina, diventando la “primadonna” del Bagaglino, dove rimane a lavorare per circa 4 anni. Successivamente inizia a recitare nel cinema e soprattutto nel teatro, tra classici di Moliere, Goldoni e Shakespeare. Infine, nel 2013 scopre la passione per la pittura e da lì in poi dedica tutta sé stessa a quest’arte che, attraverso uno stile orientato verso la pop-art, le dona l’occasione di parlare con un nuovo linguaggio del tema della violenza sulle donne. A Novembre è tornata sul campo con “Squartalized”, un ambizioso progetto condiviso con uno degli artisti più originali ed influenti dell’odierno panorama italiano, Vito Bongiorno, ormai conosciuto anche in nazioni estere. “Il progetto è nato parlandoci, dopo poche parole ci siamo capiti subito e abbiamo voluto unire le nostre due arti per una bella causa come questa. Un progetto interamente dedicato a quello che vuol dire subire una violenza che sia fisica ma soprattutto emotiva. Sono la stessa stregua. Il progetto racchiude dodici opere molto grandi di cui organizzeremo un’intera mostra a giugno al museo San Salvatore in Lauro a Roma e sarà quello il punto di partenza con cui vogliamo portare questo “Squartalized” in tutto il mondo.” Così la Calzonazzo getta luce sulla prodigiosa collaborazione che si sta dimostrando una delle più importanti dell’anno, sottolineando infine che: “Quel che cerchiamo di trasmettere su tela o su metallo dipende da quello che udiamo al momento. Si tratta di un’immagine che conduce il proprio ospite nel più profondo senso della violenza, per cui le opere presenteranno toni molto accesi, colori forti e avendo sempre come punto cardine, nonché chiave di lettura primaria, un cuore maltrattato che simbolicamente è potentissimo, anche perché quella ferita si ripercuote sull’anima, sul fisico, sulla psiche. Ci teniamo a precisare che coloro i quali subiscono questo squartalized non saranno più quelli di prima, forse qualcuno ne uscirà con buoni risultati, ma tanti altri ne muoiono.” Vito Bongiorno, dal canto suo non ha di certo estromesso che questa unione ha fortificato entrambi e che l’idea da cui sono partiti è quella giusta: “Narrare lo squarcio avvenuto nell’anima del trafitto, quel dolore paralizzante che si palesa tra una manipolazione mentale, un’aggressione fisica, un’ingiustizia.” Così, Bongiorno ha ribadito che: “Si tratta di un progetto assolutamente autobiografico perché entrambi veniamo da situazioni travagliate ed entrambi abbiamo avuto una storia di violenza, quindi appena ci siamo visti è nato tutto. Io lavoro il carbone, la cenere, adopero quasi un monocolore e sono molto freddo, lei invece è stravagante, adopera molti colori. Quindi abbiamo creato una perfetta simbiosi tra il togliere da parte mia e dell’aggiungere da parte di Nathaly, e questo credo che dia esattamente la forza che vogliamo evocare tramite quel cuore lacerato.”