– FRANCESCO SUBIACO

Visionario, eccentrico, paranoico, carnevalesco. È il cinema di Satoshi Kon, tra i massimi registi dell’animazione giapponese, che attraverso pellicole come “Perfect Blue” e “Paprika sognando un sogno” ha cambiato la storia del cinema mondiale. Ispirando lo stile e le visioni di autori del calibro di Nolan, Villenue, Aronfsky. Un maestro che viene, ricordato, sviscerato ed analizzato nel volume cinema “Satoshi Kon. Il cinema visionario di uno dei più eccentrici protagonisti dell’animazione giapponese”(MIMESIS).
Il volume ripercorre le vicende umane ed artistiche del regista giapponese, soffermandosi sulla sua formazione artistica, l’analisi e lo studio dei suoi film, il confronto e il paragone con Otomo e Miyazaki. Analizzando lo stalking e la spersonalizzazione in Perfect Blue, lo smarrimento e l’alienazione di Paranoia agent, il viaggio-omaggio nel cinema e nella memoria di “Millennium actress”, arrivando alle prigioni oniriche e visionarie di Paprika. Un cinema in cui le protagoniste, principalmente femminili, si immergono in un Giappone paranoico e nevrotico, che muore inseguendo i demoni del profitto e del successo. In cui le varie Mima o Paprika, vivono una vita inautentica, prigioniera delle aspettative sociali e delle proprie paure. Vittima di un mondo frenetico e senza freni che le perseguita attraverso le allegorie di Shonen Bat e dello stalker di Perfect blue. Figure che non si limitano ad essere i semplici cattivi o serial killer di un giallo, ma diventano il simbolo dello stress, della nevrosi sociale, l’agente di rottura, la via di fuga da una vita imprigionata in un incubo meccanico oppure la somma dei demoni che infestano la società e che abitano le nostre insicurezze. Trasformando il giallo e il thriller psicologico in un pretesto per mettere in scena le paure individuali e collettive della società del malessere, i doppi e gli smarrimenti degli uomini. Tutti i luoghi oscuri della idol Mima di Perfect Blue, sono i set delle serie, la metropolitana in cui ogni giorno i personaggi vengono deportati sul posto di lavoro. Sono gli specchi in cui rimaniamo imprigionati nel tentativo di esibire la nostra immagine. Una spirale di malessere e smarrimento che si scontra con la dolcezza e la poesia degli attimi d vita autentica concessi dal cinema, dal ricordo. Dalla bontà del Maromi dolce sonno di Paranoia Agent che attraverso un messaggio di umanità e comprensione, di malinconia e dolce nostalgia, riporta le protagoniste in un rifugio contro il caos di tutti i giorni e diventa lo spunto per una lotta contro le finzioni e le oppressioni, alla ricerca della propria identità. Una crescita ed una rivolta che salva le protagoniste dalla selva urbana del grigiore della città, dalla vanità dei neon dei riflettori, per restituirle finalmente la felicità. Un benessere spirituale eterno, che non si può comprare o provare, ma solo conquistare.