INTERVISTA CAMILLA SCARPA

L’editoria italiana in questi anni sta vivendo la rinascita di una prospettiva controcorrente, lontana dai dogmi del politicamente corretto, che lotta per sottrarre alle mani avide della cancel culture, autori straordinari e immensi, colpevoli di aver scelto posizioni controverse, idee spregevoli. Ma nemmeno l’onta delle scelte sbagliate può impedire a questi autori di essere riconosciuti come maestri, come capolavori. Da Drieu la Rochelle a Carli, da Dugin a Orwell. Proponendo una editoria non ideologica, che rinuncia al culto dei santini della parte sbagliata e sfida le convenienze politiche per portare avanti il vessillo di una letteratura aristocratica, estetizzante. Tra queste figure spicca l’editrice Camilla Scarpa, intellettuale e traduttrice veneziana che ha proposto, tramite la sua Aspis,opere di spessore. Dal D’Annunzio intimo di Marinetti alla Quarta teoria politica di Dugin. Proponendo una letteratura non di parte, ma una parte della letteratura che non si può ignorare. Attraverso traduzioni raffinate e acconce(come direbbe Gadda) . Abbiamo incontrato l’editrice Scarpa mentre nel suo ufficio traduceva una delle nuove opere del suo catalogo.

Che opera sta traducendo?

Sto traducendo il romanzo allegorico di uno psichiatra, amico di Jung, “Come il giorno e la notte” un romazo inedito degli anni trenta, che in questo libro del 1934 ricostruisce e dà vita attraverso l’allegoria di una città utopica divisa in due parti che rispecchiano le parti dell’animo umano, di giorno e di notte, in cui il protagonista viene condotto in un viaggio virgiliano all’interno dell’inconscio umano, delle parti di Individua e Collettivopoli che rappresentano la parte più individualista e collettivista dell’animo umano. Una romanzesca divina commedia all’interno dell’inconscio umano tra archetipi e suggestioni.

Come è nata l’idea di fondare la casa editrice Aspis? Quale è il significato del suo nome?

Successivamente ai miei studi universitari mi sono unita d un gruppo di studiosi e ricercatori che hanno dato vita alla casa editrice Novaeuropa. Dopo quattro anni, vedendo che avevamo obiettivi e progetti diversi, ho deciso di seguire un mio indirizzo, per affiancare ad una parte storica-filosofica una dimensione più narrativa, attraverso pubblicazioni di romanzi, come i testi di Drieu La Rochelle, che ho proposto tramite Aspis. Ispirandomi poi ai progetti editoriali dell’Adelphi,riproponendo molti classici della letteratura francese segreta, grazie anche alla collaborazione con Marco Settimini. Il nome Aspis nasce dall’aspide, il serpente che ha morso Cleopatra, e dalla pianta dell’aspidistra. Una pianta che è centrale nell’opera di due grandi autori a cui sono legata. All’Orwell di  Fiorirà l’aspidistra e poiché è una ad una delle piante della tradizione esoterica di Evola

Cosa legge, quali sono i riferimenti culturali?

I miei riferimenti nella saggistica sono soprattutto Carl Schmitt e le sue opere, nella narrativa invece preferisco le opere di Drieu La Rochelle e Mishima, nonostante io provenga da una area politica di sinistra, che non impedisce che io abbia una propensione estetica verso Mishima, Oscar Wilde, Cacciari.

La sua casa editrice ha autori controcorrente ed interessanti, quale è la sua idea dell’editoria?

Io ho una idea di editoria adelphiana, attraverso l’uso di eleganza, imperdonabilità, una visione di editoria aristocratica, quasi iniziatica. Che però non deve scadere nell’imitazione. Infatti la mia Aspis anche graficamente è molto diversa soprattutto perché le mie copertine si ispirano al futurismo russo, ad una visione grafica di avanguardia, un po’ elegante un po’ punk

Quali saranno le prossime uscite? Ce ne può parlare?

Intermazzo romano è già in stampa e l’anno prossimo porterò il terzo inedito di Drieu La Rochelle, che secondo me è anche il più bello ed intenso, una favola byroniana tra esotismo ed estetismo di cui non riveleremo il nome ancora. Ciò soprattutto perchè preferisco il Drieu più dandy che politico, più narratore che saggista. Del periodo dell’Uomo a cavallo e dei Cani di paglia, Fuoco fatuo, amo molto il Drieu sucida ed infatti porteremo anche alle stampe un opera di Rigaut

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