GIUSEPPE TRESA: “DURANTE LA PANDEMIA TROPPA LEGGEREZZA DI INFORMAZIONE. COSÍ SI CREA POCA CHIAREZZA COMUNICATIVA”
Abbiamo intervistato Giuseppe Tresa, esperto di comunicazione e membro dell’ufficio stampa della SSC Napoli. All’interno della conversazione abbiamo spaziato tra le possibilità di studio della materia per le nuove generazioni alle strategie efficaci di informazione. Pertanto, le prospettive di Tresa in ambito comunicativo saranno per noi fonte di grande spunto ed altamente formative.
Crede che nell’attuale panorama lavorativo nazionale la buona comunicazione sia valutata come una qualità importante?
La comunicazione è un valido elemento sia nel settore lavorativo a livello nazionale e a parer mio anche a livello europeo, la globalità è importante se vogliamo uniformare etnie, infatti se notiamo ora ogni nazione compresa l’Italia ha almeno il 30% di persone di ogni nazionalità sparse per le varie città, e quindi la comunicazione anche qui è importante, sia per il commercio sia per la vivibilità, e può anche essere un valido strumento per allargare la propria cultura personale tra i giovani.
In che modo i giovani potrebbero essere ulteriormente avvicinati allo studio di questa materia?
I giovani sono il futuro di ogni nazione e il loro dialogo è importante, bisogna a parer mio dare importanza globale a questo problema, in particolar modo anche in Italia dove la situazione otre ad essere “pericolosa” in quanto ogni anno risulta una specie di “fuga” di giovani in cerca di lavoro che li porta a dirigersi verso altri orizzonti, in cerca di certezze e questo bisogna farlo anche attraverso gli istituti, attraverso gli insegnamenti che solo validi insegnanti possono trasmettere, la cultura è sorella della comunicazione, è un feeling importante che non bisogna sottovalutare se vogliamo che i giovani comunicano
Dal suo punto di vista, come deve essere strutturata l’informazione per essere trasmessa in modo efficace?
Come ho sempre ritenuto l’informazione è importante e bisogna trasmetterla con la massima cautela, se vogliamo che il messaggio positivo venga percepito, la chiarezza nello scrivere e parlare è fondamentale, perchè solo in questo modo il messaggio diventa un elemento importante, e i giovani come tutti hanno bisogno di questo, l’essere efficaci nell’agire è importante come ogni parola, perchè ora può essere una piuma di apprendimento, ora può essere un macigno che può solo portare danni, il dialogo deve essere percepito con tutta la sua naturalezza e diventa efficace solo con un grande spessore culturale.
Come valuta il lavoro svolto dalla classe giornalistica nel corso dell’emergenza pandemica?
La mia opinione può sembrare critica, ma con la presenza di un grande problema globale come la pandemia, doveva essere molto più efficace, ho notato troppa leggerezza di informazione, dove la confusione è stata padrona assoluta, troppe opinioni contrastanti, troppe leggerezze nel trasmettere il segnale che doveva essere un “faro” per i cittadini, la confusione sulle vere evoluzioni della pandemia spesso non state comunicate come dovevano dalle istituzioni sanitarie, c’era una diversità nel definire se le morti erano davvero legate al Covid 19, o per cause naturali con patologie spesso non dichiarate, il lavoro svolto dalla classe giornalistica, in un certo modo era legata a tutto il sistema, dove le notizie venivano erogate con pareri molto contrastanti anche tra i politici, nell’immettere le disposizioni sanitarie comunicate dal Dipartimento Nazionale atte a dare delle specifiche direttive in merito ai presidi sanitari che dovevano essere utilizzati, la stampa ha fatto quello che poteva nell’informare del pericolo spesso sottovalutato da molti, in quanto a credibilità del problema equivaleva a “0”, troppa diversità di pensiero, troppe deduzioni affrettate, dove i problemi maggiori li hanno avuti i Presidi Ospedalieri con un eccesso di ricoveri che hanno fatto quasi storia, ma al di là di tutto la classe giornalista ha il suo spessore d’importanza perchè senza non ci sarebbe stata una direttiva a tutto in odo globale.
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
I miei progetti sono sempre rivolti ai giovani, perchè rappresentano la cultura del futuro e il perno principale che lega tutta l’umanità, e bisogna sempre lavorare su questo, i giovani d’oggi sono confusi e disorientati, il lavoro e le certezze che mancano hanno un influenza e una pressione emotiva su di loro, se notiamo la “diversità” nei comportamenti tra persona e persona, dove spesso appare una nota negativa che è il “bullismo” che testimonia la loro noia, se poi notiamo la loro vita quotidiana se avere una direttiva, senza avere un interesse, e allora è in questo momento che se esistono persone che si occupano del sociale e della comunicazione devono potere agire e cercare almeno di dare un apporto positivo a questo “drastico” sistema.