Intervista a Maria Giovanna Maglie

MARIA GIOVANNA MAGLIE: “LA SITUAZIONE IN AFGHANISTAN È DESOLANTE. BIDEN COME CARTER. STO LAVORANDO AD UN LIBRO SUGLI AFGANI RIDOTTI AL SILENZIO. PRESTO ANCHE UN LIBRO-INTERVISTA CON MATTEO SALVINI”

Abbiamo intervistato Maria Giovanna Maglie, una delle firme maggiormente pregevoli del giornalismo italiano, esperta di politica internazionale, ostile e contraria alle logiche del pensiero unico. Segnaliamo e consigliamo il suo ultimo testo, pubblicato da da PIEMME, “I Dannati del Covid”. Un racconto di 12 storie estreme nazionali e globali derivanti dal virus cinese.     All’interno della conversazione abbiamo spaziato fra numerose tematiche: dalla crisi in Afghanistan al pericolo cinese, dall’informazione durante la pandemia al futuro del centrodestra. Pertanto, ascoltare le prospettive e le analisi della Maglie è stato per noi importante, anche al fine di comprendere ed ottenere dei punti di vista sul futuro dell’Occidente

Da giornalista, come valuta il lavoro comunicativo svolto dalla sua categoria nel corso dell’emergenza pandemica? 

Mediamente molto male. Incoraggiata e forse persino obbligata dagli editori e dalle spinte della politica, l’informazione ha seguito una linea di pensiero unico detestabile. Nessuna inchiesta coraggiosa sulla sperimentazione dei vaccini, nessun approfondimento sulla terapia domiciliare negata, sui farmaci non presi in considerazione. E non è ancora finita: ora siamo alla demonizzazione di chiunque non sia fideisticamente pro vaccino, non importa a quante dosi; Siamo alla costruzione di criminali no vax, quando invece si tratta soltanto di pochi episodi di violenza, naturalmente da condannare. Se da questa storia infinita usciremo con meno libertà personali e civili, una parte della responsabilità sarà dell’informazione.

Ritiene che l’estensione del Green Pass ed eventuali obblighi vaccinali possano rivelarsi strumenti efficaci? Oppure si rischia di compromettere libertà individuali senza neanche produrre dei benefici? 

Penso esattamente questo: non si può obbligare a un vaccino con così poca storia degli effetti a breve medio è lungo termine, anzi con una storia già provata di effetti anche gravi, anche mortali, a breve termine. Come ormai dimostrato, il vaccino anche dopo due dosi non evita di contagiarsi e di contagiare, ma solo di arrivare oltre una certa gravità della infezione. Le persone sotto i 40 anni che non abbiano malattie o fragilità già esistenti si ammalano solo in modo lieve. Dove sta la necessità dell’obbligo, dove sta l’articolo della Costituzione Italiana che lo consente, perché questa volta non si ascolta ciecamente quel che dice l’Unione Europea, che vieta qualunque discriminazione tra chi si vaccina e chi sceglie di non farlo?

Crede che la battaglia per i 6 quesiti referendari sulla giustizia possa riuscire a scardinare il marcio presente in parte della magistratura? 

Sì, ci credo, perlomeno lo spero. La riforma Cartabia è di una leggerezza e inconsistenza inquietante, eppure ha avuto tra i forcaioli e manettari del Parlamento vita difficile. Una riforma della Giustizia davvero profonda, che ripristini il diritto e la legalità, ha bisogno della forza della spinta popolare.

In che modo prospetta il futuro della coalizione di centrodestra? Sarebbe favorevole alla creazione di un partito unico? Magari sulla scia del Partito Repubblicano Americano.. 

Oggi Il Partito Unico non lo vedo, troppe differenze e, soprattutto in Forza Italia, troppe voci in anarchia. Vedo invece con favore una federazione dei partiti di centro-destra nella maggioranza in modo da renderne più forte la presenza nel governo.

Può esprimerci una sua considerazione sull’attuale crisi in Afghanistan? 

Una grande desolazione. Fin dal 2008, dalla elezione di Obama, gli Stati Uniti si erano progressivamente disimpegnati da una guerra che si erano trovati a combattere da soli visto che le nazioni europee si limitavano a fornire assistenza civile. Ripristinare la democrazia in Afghanistan richiede decenni. Gli accordi di Doha prevedevano che l’esercito regolare afgano venisse, prima del ritiro dei militari americani, addestrato da 23000 contractors, soldati mercenari. Così non è stato perché Biden ha tagliato quei fondi, e un accordo di ritirata progressiva che avrebbe dovuto essere accompagnato dalla difesa del Governo è diventata una fuga vergognosa che ha fatto precipitare la situazione a favore dei talebani.

All’interno del suo testo “Puttane” racconta della necessità di arrivare ad una legalizzazione del fenomeno della prostituzione in Italia. Crede sia fattibile giungere a tale svolta, in una nazione dove certe tematiche appaiono ancora un tabù

Non so se ci si riuscirà per ora, bisognerebbe non fare solo battaglie per i diritti di lgbt invece di guardare la realtà per quello che è. Ed è che le prostitute sulle vie consolari di un tempo, costrette a trovarsi un protettore perché la legge Merlin le aveva fatte uscire dalle case chiuse ma non certo garantite, ora quasi non ci sono più. Quelle vie consolari sono piene delle stesse donne che arrivano sui barconi come se fossimo una nazione  in grado di farlo e poi finiscono come schiave sulle vie perché il lavoro onesto che avevano promesso loro era un imbroglio. Poi ci sono le libere donne raccontate in puttane e quel lavoro lo hanno scelto per fare più soldi, per farli in poco tempo e ritirarsi, perché gli piace. Non si vergognano e sono pronte a pagare le tasse. Dov’è lo scandalo?

Con gli USA guidati dalla debole amministrazione di Joe Biden, la Cina rischia realmente di diventare la prima potenza mondiale? 

La Cina è ancora solo una grande e prevaricante potenza commerciale, ed è pericolosa per il Pacifico. Con la pandemia si è presa dei vantaggi incredibili comprandosi pezzi di Europa. Andrebbe processata per il dolo della trasmissione del covid, Ci vorrebbe una Amministrazione a Washington degna di questo nome, come è stata quella precedente. Non farà una bella fine, vedo un destino come quello di Carter nel suo immediato futuro. Ma questo non basterà a far tornare gli Stati Uniti degni di essere ancora una potenza guida della democrazia.

In chiusura, quali sono i suoi progetti lavorativi e letterari per il futuro?

Ormai faccio prevalentemente ospitate televisive, partecipo a convegni e scrivo libri. I giornali non mi sembrano più un luogo degno. Continuerò a farlo. Sto lavorando a un libro intervista con Matteo Salvini e a un altro sugli afghani ridotti al silenzio. La musica è finita.

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